Crisi di governo, nessuno può fidarsi di nessuno

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Se la teoria dei due forni ha letteralmente fatto infuriare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’interno dei singoli partiti ci sono posizioni diverse e in alcuni casi opposte. A cominciare da Cinque Stelle e Pd. Nella Lega prime crepe per la leadership di Salvini.

Se l’ipotesi dei doppi forni ha letteralmente fatto infuriare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in questa crisi di agosto c’è un elemento che accomuna tutti. Nessuno può davvero fidarsi di nessuno. Soprattutto all’interno del proprio schieramento di appartenenza, anzi del proprio partito. Un elemento di ulteriore instabilità che mette l’Italia in un rischio enorme considerando le pressanti e delicate opzioni economiche da rispettare.

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Cominciamo dal Partito Democratico. A poche ore dall’approvazione all’unanimità e per acclamazione della relazione del segretario politico (non accadeva da sei anni), Nicola Zingaretti è finito nel mirino dei renziani per le tre condizioni esposte dopo l’incontro con Sergio Mattarella. In realtà Zingaretti non esclude l’ipotesi di nuove elezioni, perché in queste condizioni sarebbe comunque Matteo Renzi a condurre le danze in Parlamento, dove controlla i gruppi. Inoltre Renzi non ha abbandonato l’idea di fondare un suo partito, sponda sulla quale lo sta anticipando Carlo Calenda. Mentre Nicola Zingaretti punta ad un governo di legislatura e forse perfino ad un’alleanza con i Cinque Stelle in vista delle regionali in Emilia Romagna, Umbria e Calabria. Dunque, ci sono tre Pd: quello di Zingaretti, quello di Renzi e quello di Calenda.

Luigi Di Maio

Nei Cinque Stelle la leadership di Luigi Di Maio è debole. Il capo politico vorrebbe tenere aperto anche il “forno” con la Lega (Salvini gli ha offerto la presidenza del consiglio), ma Beppe Grillo e Davide Casaleggio lo hanno già stoppato almeno due volte. Poi c’è la posizione di Alessandro Di Battista. Oltre alle ribellioni di chi, come Gianluigi Paragone, non ne vuol sapere di intese con il Pd.

E la Lega? Matteo Salvini continua a parlare di squadra granitica. Ma è proprio così. Se davvero il Carroccio dovesse trovarsi all’opposizione dopo aver avuto il Paese in mano fino a quindici giorni fa, sicuri che nessuno contesterebbe la leadership di Salvini? Giancarlo Giorgetti ha già detto che il Capitano ha sbagliato i tempi della crisi.

Giorgia Meloni

In Forza Italia siamo alle solite. Silvio Berlusconi non ha dato altre coordinate se non quelle di elezioni anticipate. Ma lo ha fatto dopo che Gianni Letta aveva cercato sponde in un eventuale Governo Ursula. Ma Letta è stato stoppato da Antonio Tajani.

L’unica a non avere dubbi e ombre lunghe che si stagliano sulla sua leadership è Giorgia Meloni. Ora è chiaro che la posizione di Fratelli d’Italia è diversa da quella della Lega. C’è tempo fino a martedì per trovare un’intesa politica e programmatica seria da presentare poi a Sergio Mattarella.

Ma chi può fidarsi di chi? Intanto il Capo dello Stato ha fatto capire chiaramente che non si fida dei partiti.