Forza Italia si spacca, Cusani molla e se ne va «Smetto di essere schiavo»

Dopo venti anni clamorosa spaccatura in Forza Italia. Se ne va Armando Cusani, già presidente della Provincia di Latina. Con Claudio Fazzone ha retto il Partito da sempre. Via per la mancata candidatura di Mussolini a Latina. Che gli avrebbe spalancato la porta in Ue

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Lo strappo si consuma su Facebook: i social media, sono nuova frontiera e lui, un poco queste frontiere le ha praticate e valicate. Armando Cusani esce da Forza Italia e passa a Energie per l’Italia il movimento che fa capo a Stefano Parisi e concentra la sua forza elettorale su Lorena Cogodda, assessore di Sperlonga.

 

Con questa scelta finisce la diarchia di Forza Italia che da oltre 20 anni si reggeva su di lui e su Claudio Fazzone. Un sistema che aveva garantito i percorsi di entrambi, e la forza vera di quel percorso.

 

Termina, l’aquila bifronte modello asburgico passa ad una separazione non consensuale anzi.

 

«Ho combattuto – spiega Armando Cusani – battaglie in nome di quei valori, ho difeso a testa alta, senza cedere ai ricatti e senza timore, un popolo che meritava di essere difeso.
Ma oggi, guardando quel film, ho realizzato che la mia squadra sono stato e sono solo io. Restare in Forza Italia significherebbe dunque continuare a combattere per un partito fatto di persone che hanno sostenuto molti proclami (nemmeno tutti, a dire il vero) ma che ostacolano di fatto la realizzazione dei progetti che servono davvero a questo Paese».

 

Perché Cusani se n’è andato? È deluso, pesa la mancata candidatura di Alessandra Mussolini al parlamento nazionale nel collegio di Latina. La sua elezione avrebbe liberato il seggio al Parlamento Europeo che oggi è occupato dalla Mussolini. Ed avrebbe aperto a Cusani, primo dei non eletti, l’esperienza in Ue.

 

E non la manda a dire: «È una scelta di libertà – aggiunge -, dalle catene della schiavitù, contro la quale sempre ho combattuto. Quella dei cittadini nei confronti di pochi eletti, quella della buona politica nei confronti di rappresentanti incapaci e despoti».

 

Una presa di distanza da un modo di gestire la politica legato a logiche romane. Di fatto lui si lancia a leader di questo nuovo movimento politico, Energie per l’Italia, che con la candidatura di Stefano Parisi alla presidenza della Regione Lazio, diventa gamba del centrodestra.

 

Claudio Fazzone da una parte, lui da un altra, a competere nella stessa parte del campo: il centrodestra.