Da civici a cinici come si normalizza una rivoluzione abortita

Latina, Aprilia, Sabaudia, Formia: sono state le capitali dell'antipolitica. Cosa ne è rimasto. Gli antipartito che sono diventati superpartito. Un poco come Napoleone che era così repubblicano e rivoluzionario da autoproclamarsi imperatore.

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Latina, Aprilia, Sabaudia, Formia sono le città della provincia di Latina “civizzate” quindi “departitizzate” negli ultimi sei anni. Sono la testa della provincia pontina, la sua parte più dinamica. La crisi dei Partiti, centrodestra e centrosinistra insieme, ha prodotto un vuoto che i movimenti civici non hanno colmato ma hanno esondato.

Come ogni storia poi c’è un epilogo: Sabaudia, la città del sindaco Giada Gervasi,  si è chiusa per mano giudiziaria quando era ormai in dirittura di arrivo; si sarebbe votato a primavera. Ad imporre l’epilogo è stata l’indagine Dune sull’assegnazione di una larga serie di servizi gestiti dal Comune: il sindaco (ormai ex) la settimana scorsa è stata arrestata e si è dimessa; ieri sono arrivate le dimissioni di altri sei Consiglieri comunali (di opposizione) che si sono sommate alle cinque rassegnate venerdì dai Consiglieri di maggioranza. Da ieri pomeriggio la città è nelle mani di un Commissario prefettizio. 

Formia è implosa per eccesso di referenzialità: il sindaco Paola Villa, né di destra né di sinistra né grillina, è crollata sotto il peso del suo centralismo amministrativo, senza avere le caviglie solide che nascono dal decentramento e dalla intelligente condivisione del potere.

Civici, le eccezioni di Latina ed Aprilia

Damiano Coletta

Restano Aprilia e Latina. Ma qui, a diverso grado, Tonino Terra e Damiano Coletta da civici sono diventati cinici: capaci di fagocitare tutto con l’obiettivo di continuare.

Certo Tonino Terra ha un compito doppio: deve governare ma anche realizzare una classe dirigente extralocale che Aprilia non ha mai avuto (l’unico politico con una immagine oltre la città è stato Gianni Cosmi, già presidente di Coldiretti provinciale e sindaco). Quindi il civismo diventa tutto con piccoli residui di Partiti che resistono ad essere qualche cosa.

E Latina? Il Coletta secondo mandato è come se facessimo una seconda versione della Fiat Panda ma con le forme della Stelvio e pure elettrica, un’altra roba. Altro che pragmatismo: è cinismo puro. Coletta, prima Fiat Panda, è antipartito puro purissimo; il Coletta- Alfa Romeo Stelvio ha dentro Pd, Forza Italia, Partito Socialista, 5 Stelle e pure Italexit, tutti i Partiti e anche di più.

Non solo ma Forza Italia di Claudio Fazzone è il partito cerniera che ha portato i voti propri e anche quello del Consigliere comunale di Latina Annalisa Muzio che consente il governo, incassando il governo della provincia a guida Gerardo Stefanelli. (Leggi qui Provinciali: i protagonisti della vittoria a Latina).

Da Antipartito a SuperParito

Claudio Fazzone

Insomma gli antipartito che sono diventati superpartito. Un poco come Napoleone che era così repubblicano e rivoluzionario da autoproclamarsi imperatore. Un’evoluzione che ha dell’incredibile. 

Il tutto dentro una provincia, quella pontina, in cui l’egemonia del centrodestra sta diventando un mero ricordo e dove la prassi governativa ha sostituito ogni velleità di mutamento.

I civici sono diventati come il Partito dominante in Messico che si chiamava Partito Rivoluzionario Istituzionale indifferente alla contraddizioni in termini.

Latina e la Provincia nel ’93 erano laboratorio della destra di governo (con la vittoria di Ajmome Finestra alle Comunali del capoluogo) oggi sono la credenza dove riposa il pane da conservare il più a lungo possibile, evitando la muffa con un poco di ricircolo d’aria. Da laboratorio a museo.