Da micio a leone: Daniele ruggisce contro tutti

Cosa c'è dietro la perdita di pazienza nel sindaco di Anagni. Che si scaglia contro tutti i vertici politico-amministrativi della sanità. E minaccia denunce. Perché la sanità era stata il suo gettone elettorale. Ma ancora tintinna a vuoto.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Quelli che lo conoscono, e che lo frequentano da vicino, dicono che tutto è iniziato qualche giorno fa. Quando, di fronte ad un’opera pubblica molto attesa in città, ed anche molto in ritardo, il sindaco Daniele Natalia è sbottato. Dicendo più o meno (non è un virgolettato, ma poco ci manca): «mi sono rotto i…….! Se dico che una cosa va fatta, quella cosa va fatta!». Con un tono di voce molto diverso da quello suadente, tendenzialmente democristiano.

Tono che il primo cittadino ha sempre utilizzato, in pubblico, negli ultimi tempi. No, il Daniele di qualche giorno fa era un Daniele furioso. Pronto a sbattere i pugni sul tavolo per far andare le cose come vuole lui.

Sanità: tutti nel mirino

Bisogna partire da qui per capire le ragioni che qualche ora fa hanno indotto il sindaco di Anagni ad un attacco. Attacco che ha pochi precedenti sulla questione Sanità. Il sindaco qualche ora fa ha infatti attaccato in maniera frontale praticamente tutti. Cioè dal ministro della Salute in giù, passando per Nicola Zingaretti e Alessio D’Amato, fino al neo direttore dell’Asl, la dottoressa Pierpaola D’Alessandro nonostante si sia insediata da poche ore.

Il sindaco di Anagni Daniele Natalia – Foto Cesaritti

Dicendo a tutti la stessa cosa: «Il territorio ha bisogno di una sanità degna di questo nome. O me la date in fretta o vi denuncio».

Parole molto pesanti. E in qualche modo anche comprensibili, visto che, come noto, il sindaco ha costruito buona parte della sua vincente campagna elettorale del 2018 proprio sulla Sanità. Insistendo sulla necessità di far tornare ad Anagni almeno qualcosa di quello che, nel tempo, era stato tolto.

Il problema è che, nel tempo, questa spinta sembrava essersi affievolita. E che delle tante promesse, non molto, quasi nulla in effetti, è stato realizzato. Soprattutto, il sindaco da tempo sembrava aver scelto la strada della trattativa, degli incontri, delle lettere di richiesta di collaborazione. Prima con il manager Stefano Lorusso, poi con la sua sostituta Patrizia Magrini. (Leggi qui Coronavirus, la linea calda di Natalia e Lorusso sull’ospedale di Anagni).

Colpevoli cercansi: dovunque

Perché adesso questo radicale cambio di rotta? E qui bisogna tornare al punto di partenza. Il sindaco, dopo più di due anni, comincia a fare un Bilancio della sua azione di governo. E scopre, anche se non lo dirà mai, che molto è stato detto, abbastanza è stato ancora fatto. Ma tra il non fatto c’è però la cosa simbolo per la Anagni e gli Anagnini di questo tempo: una sanità degna, efficiente, a portata di mano.

Il punto di primo intervento sanitario di Anagni

Se non sia stata fatta per suoi demeriti effettivi, o per responsabilità di chi gli sta intorno, non è così importante. Quello che conta è che l’ospedale non ha riaperto e l’assistenza sanitaria non è molto diversa da prima.

Alatri è troppo vicina? Ed è la città del Presidente del Consiglio Regionale? La sanità è governata dal centrosinistra e Anagni in Regione non ha una voce? La sostanza è ciò che conta. Allo stesso tempo, conta far comprendere che ci si è provato in ogni modo.

Il DG Stefano Lorusso se n’è andato al ministero nel bel mezzo della trattativa, la sua sostituta Patrizia Magrini è stata rimpiazzata. E Anagni deve ricominciare daccapo ad intavolare la discussione. (Leggi qui AAA cercasi sponda in Regione per riattivare l’ospedale).

Il bersaglio doppiamente utile

Quello della Sanità è un bersaglio buono due volte. Utile per far capire che il vento è cambiato. Recuperare un decisionismo che negli ultimi tempi sembra affossato dentro le morbidezze del palazzo.

La sanità, in tal senso, è un obiettivo perfetto. È un argomento attuale, fa presa. Essa consente di individuare un nemico (politico) di colore diverso dal proprio. Nemico sotto il quale nascondere le proprie fragilità.

Chi lo conosce giura che è solo l’antipasto: nelle prossime settimane-mesi dovremo aspettarci un Daniele più furioso che felpato.

Un Daniele portato a cavalcare ogni onda possibile. Per recuperare quella spinta innovatrice che sembra essersi un po’ afflosciata. Anche a costo di operare qualche scossone nella sua squadra di governo

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright