Dal Campidoglio al Quirinale: tutte le strategie del Pd. E di Zingaretti

Il presidente della Regione Lazio vuole vincere a Roma, programmare la successione alla Pisana e vedere se Franceschini conquista il Colle. Per capire poi quali spazi di riaprono: nel partito e nel Governo.

Vincere a Roma, programmare la successione alla Regione e poi vedere quello che succede a livello nazionale. Anche nel Partito Democratico. Perché, c’è poco da girarci intorno, la leadership di Enrico Letta non ha convinto fino in fondo. E i i capi delle correnti più importanti e influenti, a cominciare da Dario Franceschini, si stanno interrogando sul da farsi. In questo scenario l’elezione del prossimo Capo dello Stato sarà fondamentale. In questo scenario Nicola Zingaretti vuole giocare da protagonista.

Intanto su Roma continua a martellare. Poche ore fa l’ennesimo post su Twitter: “Bene Gualtieri e il suo programma. Finalmente una personalità adeguata al ruolo, una visione e idee nuove e vere per il riscatto di Roma. Non sarà semplice ma si può cambiare per vivere meglio e ridare alla Capitale il ruolo che le spetta nel mondo. L’alternativa al pantano è lui”.

Agganciare il ballottaggio

Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri

Zingaretti non fa nulla a caso. Sta accelerando nel sostegno a Gualtieri perché tutte le rilevazioni attendibili concordano nel dire due cose: al ballottaggio arriverà sicuramente il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti e poi uno tra Roberto Gualtieri (in vantaggio) e Virginia Raggi. Da amministratore esperto Zingaretti sa quanto può contare e pesare un sindaco uscente. Nonostante i disastri di Virginia Raggi. A cominciare dai rifiuti. Nonostante l’ultima seduta consiliare abbia dimostrato come la Raggi sia senza maggioranza, isolata e completamente paralizzata sul piano amministrativo. (Leggi qui Urla e insulti per l’ultimo atto della consiliatura Raggi).

Ma le elezioni hanno dinamiche proprie, che spesso sfuggono alla logica. Altrimenti Piero Fassino mai avrebbe perso cinque anni a Torino, dopo che l’aveva trasformata in una delle città più efficienti e operative d’Europa. Una vittoria a Roma con il suo “timbro” darebbe a Zingaretti la forza per programmare, nei prossimi due anni, le elezioni regionali per il dopo di lui.

Dalla Pisana al Quirinale

È noto a tutti che in diversi aspirano alla candidatura. Due soprattutto: il vicepresidente della giunta Daniele Leodori e l’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Il primo è sostenuto dal senatore e segretario regionale Bruno Astorre, che con Zingaretti ha un asse di ferro da sempre. Numero due di Franceschini in AreaDem, Astorre è un nome pesante. Che potrebbe essere tenuto in considerazione qualora si arrivasse ad uno stallo.

Daniele Leodori, Bruno Astorre e Alessio D’Amato

Con D’Amato è posizionato l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, per anni vicepresidente di Zingaretti alla Regione. I nomi ci sono, ma si tratta di tenere tutti dentro lo stesso perimetro. E questo può farlo soltanto Nicola Zingaretti.

Non mancano altre opzioni. Come quella che conduce dritta a David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.

Ma intanto bisogna vincere a Roma, per invertire il trend e per acquisire un forte spazio di manovra. In attesa di un congresso del Pd che potrebbe riservare sorprese. Base Riformista di Lorenzo Guerini e Luca Lotti sta lavorando alla candidatura di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna. Franceschini pensa a Roberta Pinotti. Ma c’è sempre Nicola Zingaretti. Non è affatto fuori gioco.

Dicevamo della presidenza della Repubblica. Se si andrà sull’ipotesi della conferma di Sergio Mattarella, nulla quaestio. Se invece si aprirà una partita diversa, le opzioni del Pd sono sostanzialmente due: Dario Franceschini e Pierferdinando Casini, ex leader del Ccd-Udc. Con Franceschini al Quirinale, i giochi delle correnti Dem si riaprirebbero. Nicola Zingaretti lo sa bene. E intende giocarsi le sue carte: per la segreteria ma anche per un ruolo da protagonista a livello nazionale. Perfino in un ipotetico Governo.

Ma per adesso bisogna vincere a Roma. Battendo la Raggi.

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