In attesa dei decimali l’appoggio di D’Alema a Zingaretti infiamma il Pd

Valanga di ricorsi sui risultati delle Convenzioni Pd in Sicilia e Campania. Tardano ancora i dati ufficiali. Nel frattempo D'Alema apre a Zingaretti. E si scatena la discussione

Sale la tensione al Nazareno. La Commissione Nazionale per il Congresso non ha ancora comunicato i risultati definitivi delle Convenzioni con cui nei giorni scorsi gli iscritti al Partito Democratico hanno scelto i 3 candidati alle Primarie di marzo. Quelle che decreteranno il nome del nuovo Segretario nazionale. (leggi qui Pd, Zingaretti e Renzi sono pari: ora inizia la vera sfida per diventare Segretario). Forse occorrerà ancora qualche giorno. Nel frattempo a far salire ulteriormente la tensione intorno alla corsa per la Segreteria, è stato l’endorsement di Massimo D’Alema per Nicola Zingaretti.

Valanga di ricorsi

A rallentare l’annuncio dei risultati ufficiali è la valanga di ricorsi presentata dai due fronti.

In Sicilia soprattutto sono stati impugnati i risultati di molti circoli. La stessa cosa in Campania. Si prevedono tempi lunghi: la procedura prevede che un funzionario del Partito raggiunga le federazioni provinciali nei quali sono aperti i contenziosi ed individui una soluzione. Ma il Pd di oggi non ha abbastanza funzionari per risolvere in breve la questione.

Al momento la situazione ufficiosa vede il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti poco sotto il 50% (tra il 47% ed il 49%), Maurizio Martina tra il 34% ed il 36% (una decina di punti di distacco). Roberto Giachetti è tra il 12% ed il 13%. Molto distaccati gli altri tre candidati che non passano alle Primarie.

Da Bruxelles Zingaretti commenta dicendo «Presto usciranno i risultati ufficiali con i decimali, ma posso già dire che sono molto contento e soddisfatto dell’esito nazionale». Il Governatore si dice «d’accordo con Martina la partita è aperta e si deciderà tutto alle Primarie del 3 marzo. Mi auguro una grande partecipazione e mi auguro il rinnovamento del progetto del Pd».

L’aprtura di D’Alema

Nel frattempo ci pensa Massimo D’Alema a far salire la tensione. In un’intervista pubblicata questa mattina da La Stampa, l’ex-premier ha detto di augurarsi un Partito Democratico che sia capace di rinnovarsi, in modo radicale, sia all’interno che nella sua visione dell’Europa. D’Alema auspica la vittoria di Nicola Zingaretti nella corsa per la Segreteria Nazionale Pd.

«Speriamo che il congresso dia a Nicola Zingaretti la forza di aprire un nuovo corso politico. Credo che se c’è una svolta nel Pd si possa riaprire anche una prospettiva di dialogo a sinistra.

Auspico che la nuova leadership del Pd riprenda l’ispirazione unitaria in vista delle Europee. Non vedo una prospettiva del centrosinistra se non riprende vita il Pd.

Naturalmente dovrà avere il coraggio di una riflessione critica su questi anni».

D’Alema ha bocciato l’iniziativa dell’ex-ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per la formazione di una lista unitaria da contrapporre ai sovranisti. «Apprezzo l’intenzione di Calenda, ma non è sufficientemente chiaro: il discrimine deve essere il cambiamento. Non spetta a lui decidere con chi si deve alleare il Pd, c’è un congresso e non mi sembra che si sia candidato».

Attacco a Zingaretti

Il primo ad intervenire è Roberto Giachetti con un tweet. ‘«Per una volta voglio ringraziare Massimo D’Alema perché con la sua intervista ha chiarito, al di là di reticenze e ipocrisie, il loro progetto e la vera posta in gioco alle primarie Pd. Se vince Zingaretti tornano loro e torna la ditta, se vinciamo noi no».

Gli fa eco il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci. Secondo il quale «è un endorsment che rende tutto abbastanza chiaro. Abbiamo bisogno di futuro, non di un’altra ditta dieci anni dopo».

Lapidaria l’ex ministro Maria Elena Boschi. «Tutto torna».

A difesa di Nicola Zingaretti interviene l’ex ministro Andrea Orlando. «Perché D’Alema non dovrebbe esprimere la propria opinione sul congresso Pd e su Zingaretti? Siamo in un paese democratico, ognuno e’ libero di manifestare la propria opinione. Mi pare ovvio che questo non vuol dire che Zingaretti condivida la visione politica di D’Alema»