Dalla ‘mano de dios’ al ‘brazo del diablo’, dopo Benevento bis col Genoa

L'11 agosto scorso su Tuttosport, l'internazionale Irrati disse: "...bisogna distinguere la naturalezza del movimento dalla malizia di cercare di trarne un vantaggio". E la norma parla anche di "congruità della posizione delle braccia". Al "Vigorito' toccò a Barba sul tiro di Garritano, domenica a Ilsanker sulla botta di Lulic. E sempre con il sinistro. Al 'Ferraris' tre partite in una, come aveva detto Grosso. Ora l'obiettivo: chiudere l'anno solare a 69 punti

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

C’è sempre un braccio sinistro sulla strada del Frosinone. Parafrasando dalla famosa ‘mano de Dios’ di Maradona ai mondiali del 1986, per i giallazzurri di Grosso si tratta di un vero e proprio ‘brazo del diablo’, un ostacolo sulla strada della conquista di punti preziosi.

Sembrano dettagli ma poi quella linea virtuale durante una stagione si ricongiunge in maniera perversa, quasi mefistofelica.

La linea perversa

L’arbitro Luca Pairetto

Andiamo per ordine: era il 28 agosto scorso, 3^ di campionato a Benevento. Arbitro Pairetto di Nichelino, figlio d’arte. Il Frosinone è sotto di una rete e assalta l’area dei sanniti. Il direttore di gara aveva già annullato un paio di gol con l’ausilio del Var (uno per parte) e sorvolato per un fallo in area di Barba ai danni di Garritano. A 3’ dal 90’ ancora Var protagonista per tocco con il braccio sinistro di Barba su tiro di Garritano. Braccio che si allarga in un movimento che “non è congruo. Rigore netto secondo regole scritte ed anche in questa occasione Pairetto non vede e dal Var Serra lo emula.

A distanza di poco meno di 4 mesi, il bis alla 18ma giornata: arbitro Sozza di Seregno (direttore di gara di Lazio-Napoli 1-2, rigore negato su Lazzari), il Frosinone è sotto di una rete in casa del Genoa, il minuto è il 49’ di una ripresa che i grifoni avevano ‘incartato’ ai giallazzurri spreconi dell’impossibile nel primo tempo. Giropalla continuato dei giallazzurri, sul piede di Lulic al limite dell’area arriva un pallone ghiotto, rasoiata probabilmente complicata da gestire per Semper ma c’è Ilsanker, appena entrato, che prima devia con il ginocchio sinistro il pallone e poi lo va a cercare con il braccio sinistro ed anche in questo caso il movimento “non è congruo.

Niente da fare, non è rigore. Grosso a fine gara dirà che il direttore di gara non è stato coraggioso.  Che significa?

Le regole, la capacità di leggerle e il buonsenso

Arbitro consulta il var (Foto @cfcunofficial / Chelsea Debs)

A spiegarlo è una intervista a Tuttosport pubblicata lo scorso 11 agosto (quindi prima che partisse la stagione ufficiale) dell’internazionale Irrati.

Ne riportiamo alcuni passaggi ad uso e consumo del caso di specie: “…Ci sono casi in cui è il regolamento a prevedere che un tocco di mano non sia punibile, come l’autogiocata: il calciatore che fa un movimento naturale per rinviare il pallone e se lo rinvia sul braccio non può essere punito. Negli altri casi bisogna distinguere la naturalezza del movimento dalla malizia di cercare di trarne un vantaggio….

Ecco, il movimento di Ilsanker con il braccio sinistro dopo che il pallone ha impattato sul suo ginocchio sinistro è tutto meno che naturale. Anche se nella regola c’è scritto che se il pallone in precedenza impattata prima con un’altra parte del corpo, in quel caso non è fallo”. Ma si specifica che “non è di per sé automaticamente involontario un fallo di mano che avviene dopo che il pallone è rimbalzato su un’altra parte del corpo…. Va sempre considerata la congruità della posizione delle braccia…”.

Fabio Grosso

E nel caso, anzi nei casi di specie, non vi è congruità nel movimento del braccio sinistro. E il buonsenso deve rimandare la decisione al monitor. Al coraggio di farlo, come ha lamentato mister Grosso a fine gara. Che Sozza non ha avuto. Ma nemmeno al Var.

Prima domanda sorge spontanea: cosa sarebbe accaduto a parti rovesciate? Seconda domanda sorge altrettanto spontanea: perché quando si scrivono certe norme così delicate non si dà fondo ad una maggiore linearità? Perché poi, nella nebbia del dubbio, c’è il timore che spunti la discrezionalità. Prima di mettere nel cassetto l’argomento “rigore-sì-rigore-no”, appare davvero singolare che una squadra prima in classifica dopo 18 giornate non abbia mai avuto un calcio di rigore a favore.

Tre partite in una

L’attaccante Garritano

Detto questo, contro il Genoa si sono viste almeno tre partite in una. Come aveva immaginato Grosso alla vigilia. Primo tempo ampiamente di marca giallazzurra, con il tiro al bersaglio grosso (i giocatori avversari come obiettivi) e l’idea di una squadra che ad ogni verticalizzazione fosse in grado di fare gol. Poi i campanelli d’allarme sui palloni inattivi da calcio d’angolo: il gol del Genoa, la traversa del Genoa e di nuovo Frosinone padrone del campo ma anche troppo sprecone.

Nel secondo tempo è venuta fuori la capacità dei liguri di imbrigliare la partita e sporcare tutte le azioni del Frosinone che non ha trovato più sbocchi dai 30 metri verso Semper. I cambi hanno portato poco o niente, meno sicuramente di quanto visto con il Pisa. E solo quando ci si avviava al crepuscolo da una sortita laterale di Oyono (che ancora deve riprendere confidenza con i minuti di una partita vera) è arrivato l’episodio contestato. Il Frosinone non avrebbe rubato nulla, anzi.

Ora il boxing day (ma ricordiamo sempre che in Inghilterra, da dove ci arriva il termine, il 26 non è Santo Stefano ma solo il giorno dopo Natale) con la Ternana in casa. Una Ternana ferita ma da attenzionare. Per chiudere con una vittoria un 2022 da record che ha portato alla classifica dell’anno solare finora 66 punti: 30 nel girone di ritorno del campionato 2021-’22 e 36 finora.

De Rossi manda in crisi Pecchia

L’ex canarino Roberto Stellone potrebbe approdare al Cagliari

Dopo l’anticipo Reggina-Bari, anche in quella occasione non esente da polemiche per un gol annullato ai pugliesi e un rigore dato e tolto al Var ai calabresi, si è giocato il resto della 18.a giornata in attesa che stasera si giochi Perugia-Venezia che vale oro per due.

La Spal con un colpo da 3 punti e un salvataggio da 6 punti nel finale batte il Parma al ‘Tardini’ e per la squadra di Pecchia è crisi vera. Come quella del Cagliari che partito per ammazzare il torneo a -1 dalla zona playout dopo la sconfitta (2-1) a Palermo. Liverani rischia, tutti in ritiro. Si parla di Ranieri ma potrebbe esserci anche Stellone in pole.

Corini invece respira, ci pensa il solito Brunori e poi raddoppia Segre, Pavoletti accorcia al 95’ ma fino al 100’ è solo sofferenza per i rosanero che risalgono la china e pensano alla trasferta di Brescia. Dove Corini guida la mini-pattuglia di ex e dove le Rondinelle si leccano le ferite dopo il 3-0 di venerdi sera in casa del Pisa che da ultimo con Maran è quinto dopo il ritorno di D’Angelo e si candida per qualcosa di importante.

C’era una volta il Cittadella

Il tecnico Edoardo Gorini del Cittadella

In caduta libera il Cittadella che dopo la vittoria in casa del Genoa le ha perse tutte, l’ultima con il Sudtirol in casa (0-2). Veneti terz’ultimi, appaiati dal Como che sbaraglia il campo a Terni (0-3). Le ‘fere’ non hanno ancora metabolizzato il cambio di panchina da Lucarelli ad Andreazzoli.

Due punti più giù c’è il Cosenza che perde 3-1 in casa con l’Ascoli salvato a ripetizione da Leali, rientrato dal lungo infortunio. Infine il pari tra Modena e Benevento che non accontenta due squadre appaiate a 22 punti, affatto lontane dalla zona bollente della classifica.