Daniela, l’ombra silenziosa che illuminava Francesco

Un amore nato nella sezione della Fgci. Gli anni degli inizi. Con Francesco De Angelis lanciato verso la carriera politica. E Daniela al suo fianco. Una vita lontano dai riflettori. Fino all'ultima vacanza insieme. E l'addio improvviso.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nell’album pubblico la sua immagine non c’è: né agli incontri con le delegazioni straniere né nei giorni dei trionfi. Daniela sapeva che il suo posto non era lì: non sotto il palco ma in fondo alla piazza dove il suo uomo teneva il comizio. Lo sapeva da sempre: da quando era ragazzina e frequentava la Federazione dei Giovani Comunisti a Frosinone. Ed aveva perso la testa per quel ragazzone con i capelli lunghi, il sorriso sempre stampato in faccia, la voce possente ed il carisma del capo. Lui era Francesco De Angelis ed in quella metà degli Anni 70 era avviato a diventare il Segretario della Fgci provinciale di Frosinone.

Daniela andava a sentirlo. Militante pure lei. Era la stagione dei grandi ideali, della rivoluzione da portare nelle strade. Gli anni dell’impegno, nei quali stare con i Comunisti non era una passeggiata. Erano gli anni in cui si sparava, in cui le sezioni di Partito venivano incendiate, gli animi si infiammavano. Lei lo sapeva ma non mancava mai alle riunioni: minuta, timida, riservata, stava fino alla fine ad aspettare che il suo Francesco finisse e potessero stare un po’ insieme.

Un amore all’ombra del Pci

Francesco De Angelis nel ’91

Un amore nato all’ombra della bandiera del Pci, cresciuto tra le manifestazioni ed i volantinaggi, tra i comizi e le elezioni da organizzare, ora in un Comune ed ora in un altro. Era bellissimo Francesco, il figlio del falegname di Ripi che dopo la guerra se n’era andato in Cecoslovacchia mentre tutti emigravano in America. Che era tornato ma non si era piegato nemmeno un po’: legno di quercia papà De Angelis, non come quello d’ulivo che con il tempo si piega e diventa più nodoso. No, lui coerente fino in fondo, a costo di emigrare ancora una volta e fare il falegname in fabbrica a San Felice per non piegarsi alle lusinghe dei democristiani.

Francesco era un po’ più flessibile. Ma solo all’apparenza. Ne sapeva qualcosa Daniela, soprattutto quando lui aveva deciso di fare la carriera nel Partito: allievo alla scuola per dirigenti a Frattocchie, poi Segretario provinciale dei Giovani Comunisti nel 1981 ed otto anni più tardi nel marzo 1989 Segretario Provinciale del Partito. Con uno stipendio che bastava appena per pagare l’affitto e campare: poco meno di duecentomila lire perché lo stipendio dei funzionari Pci era parametrato su quello dei metalmeccanici.

A Daniela non interessava. A lei bastava Francesco. All’inizio lo seguiva ovunque, attenta a stare al suo posto: si completavano, lui possente e già allora animale da palco; lei mingherlina e riservata. Ma di ferro quando si trattava dei diritti e dei principi da difendere, fosse delle donne o degli operai.

La lunga attesa

Daniela e Francesco De Angelis con il figlio Mirko

Poi venne il tempo dei figli, Elsa e Mirko. Francesco lanciato che conquista la Regione Lazio con una marea di voti che fa capire da subito ai romani quanto dovranno fare i conti con lui. La Commissione Bilancio, poi le elezioni e la vittoria del centrosinistra, l’assessorato regionale alle Attività Produttive che lo proietta da Mosca a Los Angeles, da Bucarest a Vienna. Poi il parlamento Europeo e infine la presidenza dell’Asi. Nel mezzo, una componente strategica del Partito creata dal nulla, centinaia di comizi e di elezioni, alleanze e tradimenti politici, vittorie e sconfitte. Daniela che gli regala la tranquillità di una famiglia che lo segue da lontano: destino delle donne dei leader.

Mai un momento di tregua. La decisione di ribaltare gli equilibri nel Partito, lasciare Orfini per tornare dall’amico Zingaretti, scavare la strada che porta al congresso regionale rinunciando a candidarsi in prima persona per cedere il passo nel nome degli equilibri di Partito. La lunga marcia di Zingaretti, la missione impossibile di fondere i Consorzi Industriali del Lazio per creare il più grande in Italia.

C’è riuscito Francesco. Ancora una volta, ancora un successo, ancora con Daniela nell’ombra senza invadere gli spazi, mentre l’orologio del tempo dice che è l’ora dei nipotini. E delle grandi soddisfazioni: Mirko mette su famiglia, Elsa scrive versi e vince premi in giro per l’Italia.

L’ultima vacanza insieme

Finalmente il momento della tregua, del riposo, del mare da andare a vedere a Fasano. È lì che l’altro giorno Daniela ha smesso di aspettare il suo Francesco. Proprio mentre erano insieme al mare. Un malore e via, nemmeno il tempo di dirsi addio. (Leggi qui Tragedia in casa De Angelis, morta la signora Daniela).

Nelle prossime ore si certificherà cosa è stato di preciso: cambia poco, per chi ti ha voluto bene, sapere cosa è stato. È infinito invece il vuoto di un punto fisso al quale ora non poter più guardare dall’alto del palco durante un comizio, non poter più chiamare per sapere che a casa va tutto bene mentre ti stai catapultando da Mosca in aereo per far approvare nei tempi il Bilancio della Regione.

Il resto, ora, ha poco senso. La data dei funerali di Daniela D’Emilio verrà fissata domani.

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