La doppia richiesta di sfiducia che rende più forte il sindaco

Nemmeno di fronte ad una potenziale situazione di imbarazzo per il sindaco l'opposizione riesce a dimostrarsi unita. Due documenti contro Natalia. Entrambi per chiedere la stessa cosa. Così, invece di indebolirlo, lo rafforzano

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Ci sono dei dettagli evidenti dai quali capisci molto su come, ad Anagni, la minoranza non si sia ancora ripresa. E non abbia ancora capito come organizzare una sia pur minima forma di azione comune che possa permetterle di resistere all’ondata di centro-destra di Natalia. Che, a questo punto, minaccia davvero di durare per i prossimi 10 anni.

Il sindaco Daniele Natalia

Negli ultimi giorni è tornata di nuovo d’attualità la vicenda dell’indagine Urban Waste. Nella quale, come noto, Il sindaco Daniele Natalia è indagato per avere segnalato il nome di un cittadino ad una ditta che gli aveva chiesto una persona da impegnare per poche settimane. L’ipotesi di reato sta nel fatto che dopo quell’assunzione, la stessa ditta ha avuto un lavoro da novecento euro affidato dal Comune.

Una vicenda che aveva fatto parlare a suo tempo; e che ha fatto ancora discutere qualche giorno fa, con l’avviso della conclusione delle indagini. Ovvie, e non c’era da aspettarsi altro, le relative accuse mosse dalla minoranza nei confronti del sindaco. Un po’ meno ovvia la richiesta di un passo indietro per una vicenda che ancora non è passata al vaglio di alcun tipo di giudice. Infatti, la procedura prevede che ora gli indagati forniscano la loro versione e poi la Procura deciderà se portare i suoi indizi all’esame di un’Udienza Preliminare in cui stabilire se sono abbastanza solidi per un processo.  

Il problema è che, per arrivare alla richiesta di passo indietro a prescindere, l’opposizione si è letteralmente spaccata in due. Non è una metafora; sono effettivamente due i comunicati che sono stati vergati nel giro di pochissime ore sullo stesso tema da forze che fanno riferimento all’opposizione.

Il segretario del Pd di Anagni

Prima è arrivata la nota ufficiale del Partito Democratico, che ha riproposto la storia e la richiesta di dimissioni del sindaco: un paio di giorni dopo è arrivata invece una nota della minoranza quasi al completo, (mancava come sempre Necci, ormai di fatto organico alla maggioranza), che riproponeva le stesse considerazioni del Pd, forse appena un po’ più pesanti. 

Ora, al di là dell’aspetto giudiziario, su cui ovviamente non interessa in questo momento entrare nel merito, alcune domande sono d’obbligo. Possibile che all’interno della minoranza nessuno riesca a organizzare uno straccio di coordinamento che possa dire “Questa è la nota, questo è il comunicato, questa è l’attività da fare in maniera coordinata?” Possibile che di fronte ad una situazione di questo tipo non si senta il bisogno di agire tutti quanti insieme?

Possibile che nessuno capisca che mandare due comunicati praticamente uguali nel giro di pochissime ore significa dire a tutti che non si è d’accordo praticamente su niente? Possibile non capire che tutto questo non indebolisce, anzi rafforza la posizione del sindaco? Che invece, giustamente dal suo punto di vista, non ha inteso dire ancora una parola su quello che è accaduto.

Tra qualche giorno, quando ci sarà la decisione sul rinvio o meno a giudizio, le cose potrebbero cambiare. E, se ci fosse davvero un rinvio a giudizio, le prospettive del sindaco Natalia potrebbero diventare più complicate. Il problema è che questo non cambierebbe di una virgola l’inconsistenza della proposta dell’opposizione. La maggioranza, anche se tutti fanno finta di no, continua ad essere molto meno coesa di quanto sembri. Ma tutto passa in secondo piano, se non c’è un’opposizione che sappia fare il suo lavoro.

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