Un consorzio tra i Comuni per gestirci i rifiuti organici (di Daniele Natalia)

Daniele Natalia, sindaco di Anagni, risponde alla sollecitazione lanciata l'altro giorno da Alessioporcu.it. E senza schierarsi pro o conto, chiede ai colleghi sindaci di valutare insieme se le novità illustrate a Ecomondo possono essere utili per il territorio

I numeri forniti da Ecomondo, il meeting internazionale sulle nuove tecnologie a tutela dell’ambiente e riportate da Alessioporcu.it (leggi qui Il dubbio di Ecomondo per i sindaci ciociari: stiamo mandando via un’occasione?) impongono una riflessione.

Sia di tipo politico che di tipo amministrativo.

Sul piano amministrativo: noi sindaci non possiamo più nasconderci di fronte all’enorme aumento dei costi per lo smaltimento dei rifiuti che sarà determinato dall’invio fuori provincia della ‘frazione organica’, ciò che nell’articolo viene chiamato ‘avanzi della cucina’.

Da alcuni mesi il mio Comune, tutti quelli intorno, insieme agli altri dell’intera provincia, stanno inviando la loro frazione organica a società specializzate diverse dalla Saf. Infatti, la Società Ambiente Frosinone, di cui tutti siamo soci in parti uguali, ha accumulato un colpevole ritardo nell’aggiornamento delle sue tecnologie.

Non sto qui ad indicare di chi sia la colpa di questo ritardo, perché ciò che mi interessa è la tassa che arriverà da pagare ai miei cittadini. Il mio Comune, insieme a tutti i Comuni, da alcuni anni è stato ridotto al ruolo di mero esattore: deve inviare le bollette ai cittadini, riscuotere, girare le somme.

Allora, se deve essere questo, è giusto aprire una riflessione sul tema lanciato da Alessioporcu.it

C’è una soluzione ambientale economica, conveniente, sicura, che può essere attuata? Abbiamo il dovere di esaminarla e dobbiamo avere il coraggio di scartarla se non è adatta alle nostre esigenze. Ma altrettanto dobbiamo avere la risolutezza di approfondire se risultasse tutto vero.

 

 

Qui vengo al piano politico. È tempo che il centrodestra, del quale faccio parte, avvii una riflessione su questi temi. E chiedo su questo punto, il conforto di un collega sindaco dalla particolare sensibilità sul tema: Giuseppe Sacco di Roccasecca che presiede l’assemblea dei sindaci del Sud in materia di Ambiente.

Loro hanno praticamente dentro casa i disagi legati alle strutture che lavorano l’immondizia. Loro conoscono le sofferenze.

Noi, insieme dobbiamo avviare una discussione al nostro interno e dire quale può essere la soluzione. Chiara e concreta.

 

Quella di Ecomondo può essere una soluzione? Allora, politicamente, dobbiamo pretendere tutte le garanzie ambientali che siano possibili, dobbiamo reclamare dalla Regione e dallo Stato i fondi con cui realizzare i progetti, dobbiamo valutare se e come aprirci al contributo economico dei privati.

Perché una cosa deve essere chiara: non siamo disposti a lasciar fare business sui nostri territori: non vogliamo speculatori, non vogliamo ecomostri. Abbiamo già pagato dazio. Ricevendo in pegno per le prossime generazioni la Valle del Sacco com’è ridotta oggi. Ci è sufficiente.

 

Questa volta vogliamo essere noi a gestire un’eventuale soluzione interna per il trattamento della frazione organica, con una società in house fatta dai Comuni oppure con una società mista fatta con il privato, o una società che comunque ci veda totalmente padroni del controllo sulla salute del nostro Ambiente.

Credo che i tempi siano maturi per iniziare a parlarne.

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