Grande o piccola città: i pochi piani e i tanti dubbi per il 2019 (di L. D’Arpino)

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È stato un anno a due velocità. Proiettati in Serie A e retrocesso da un neo feudalesimo nella mentalità. I progetti per il futuro: pochi. E che fanno discutere molto

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino per IL MESSAGGERO

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Nel 2018 Frosinone è stata una città a due velocità. Quella calcistica del week-end è riuscita a tornare in serie A, ma dovrà lottare con le unghie e con i denti per restarci anche per tutto il 2019. Quella quotidiana, invece, ha annaspato tra i mille problemi irrisolti, confermandosi una città da Serie B che lotta per non retrocedere in Serie C.

Cosa accadrà nel nuovo anno? Unindustria ha presentato il progetto di una “Grande Frosinone”, una città intercomunale federata con i comuni confinanti (Ferentino, Alatri, Ceccano, Veroli, Patrica, Supino e Torrice) per la gestione integrata dei servizi (dalla raccolta dei rifiuti al trasporto, dall’edilizia scolastica e dalla viabilità agli uffici comunali) sulla base di un sistema cooperativo. Una città da 153 mila abitanti che potrebbe tornare appetibile per gli investimenti e potrebbe puntare all’accesso diretto ai fondi europei per il rilancio del territorio.

Tiepide sono state le reazioni del sindaci interessati dal progetto: troppo chiusi nella logiche del campanile o in quello che è stato definito dal vice presidente nazionale di Confindustria e patron del Frosinone calcio Maurizio Stirpe, «nuovo feudalesimo».

Difficilmente, quindi, il progetto potrà decollare e continuerà ad imperare la logica di una “Piccola Frosinone”, sempre più spopolata e marginale nonostante la posizione geografica favorevole, a metà strada tra Romae Napoli.

A questo proposito i due politici più influenti del territorio, il sindaco Nicola Ottaviani e il superpresidente dei Consorzi industriali di tutto il Lazio, il leader del Pd Francesco De Angelis, scommettono sul progetto presentato da imprenditori privati nell’area dell’ex Permaflex. Si parla di un parco tematico e commerciale, per attirare il flusso delle migliaia di automobilisti che ogni giorno transitano nel tratto ciociaro dell’autostrada. Un progetto che, a loro dire, porterebbe pure tantissimi nuovi posti di lavoro, circa 550, secondo una stima che il primo cittadino fece nel giorno della sua rielezione.

Da un anno e mezzo ad oggi, però, di questo progetto non si conoscono ancora i dettagli e, a livello burocratico, c’è stato solo il primo parere favorevole da parte della Regione Lazio sulla richiesta di variante. Quel sito, infatti, dovrà cambiare la destinazione d’uso da industriale a commerciale.

Basterà il 2019 per capire se si tratta dell’ennesimo bluff o di un piano di rilancio realistico?

Per non parlare della guerra annunciata da parte dei commercianti frusinati che vedono nel progetto il colpo mortale alle loro attività già penalizzate fortemente dalla crisi. Altri piani per il rilancio del capoluogo non si vedono all’orizzonte e non è certo un buon inizio.

Speriamo bene.

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