L’incendio, la psicosi e i lampi di rinascita (di L. D’Arpino)

Le analisi confermato che l'aria di Frosinone non è stata avvelenata dall'incendio alla Mecoris. Allora chi ha soffiato sul fuoco della polemica? Inutile la polemica sulle centraline.

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino per IL MESSAGGERO

Una settimana vissuta pericolosamente quella da cui stiamo faticosamente uscendo. Sette giorni in cui i frusinati, dopo l’incendio del deposito di rifiuti della Mecoris, hanno convissuto con l’incubo della nube tossica, che poi tossica non sarebbe stata, stando almeno ai risultati delle analisi diffusi dall’Arpa.

Risultati che, però, non sono bastati a rassicurare la gente tanto che abbiamo visto studenti e professori fare gli esami con le mascherine e centinaia di cittadini partecipare al Consiglio comunale di giovedì per chiedere lumi direttamente al sindaco, tra domande al vetriolo e qualche scambio di insulti.

Alla folla di cittadini che continuava ad esprimere perplessità rispetto alle rassicurazioni fornite, il primo cittadino Ottaviani ha ribadito che per ora non ci sono elementi per allarmare e, ad ogni modo, l’amministrazione ha appena chiesto ad un esperto dell’Università Tor Vergata di effettuare ulteriori esami in merito al rilevamento delle sostanze tossiche ambientali, oltre quelle già analizzate dall’Arpa (ovvero diossine, ipa e pcp).

Chi ha potuto permetterselo è rimasto nella tranquillità dorata della propria casetta al mare. Sui social hanno imperversato gli apocalittici e gli integrati aggiungendo confusione a confusione.

Di sicuro non ha funzionato la comunicazione, soprattutto quella tra gli organi preposti. Si poteva tranquillamente evitare la polemica sui dati delle polveri sottili tra l’Arpa, che monitora la qualità dell’aria attraverso le centraline fisse dello Scalo di viale Mazzini, e i Medici di famiglia per l’Ambiente, che gestiscono le centraline mobili anche tramite una convenzione con il Comune.

In attesa dei nuovi esami sui possibili inquinanti, intanto, questa settimana si entrerà nel vivo anche sul fronte delle indagini sulle cause del rogo. La procura non esclude la pista dolosa anche se il titolare dell’impresa ha parlato di fatto accidentale. Domani verranno effettuati nuovi sopralluoghi dopo che l’incendio è stato definitivamente spento e se ne saprà di più.

Intanto la città, faticosamente, sta cercando di recuperare la normalità perduta: venerdì è stato presentato il progetto per realizzare una stazione e una piazza nuova allo Scalo in 36 mesi. Di sera il parco del Matusa inizia a svolgere quella funzione di piazza al centro della città che è sempre mancata. Lampi di una voglia di rinascere che cerca di farsi strada. Basteranno?

*

Leggi tutto su Il Messaggero