Ci vuole tanto per costruire un ponte, un attimo per farlo crollare (di L. D’Arpino)

Ci vuole tanto per costruire un ponte, basta un attimo per farlo crollare. Se la Regione non manterrà la promessa di aprire in 3 mesi il nuovo viadotto Biondi vedrà crollare la sua credibilità. Come sta accadendo in Fca con la fine di un personaggio ponte come Marchionne. Le paure per Stirpe

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino

per IL MESSAGGERO

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Quando crolla un ponte si piange, quando se ne smonta uno ci si angoscia perché non si sa in quanto tempo sarà ricostruito. Accadrà questa settimana a Frosinone dove da mercoledì inizieranno le operazioni smontaggio del ponte Bailey che ha avuto il merito, per circa di due anni, di tenere aperto al traffico il viadotto Biondi dopo la frana che lo aveva spezzato in due.

Ora la Regione, per terminare i lavori di bonifica, ha imposto al Comune di togliere di mezzo l’infrastruttura impegnandosi, ma solo informalmente, a riaprire il viadotto nel giro di tre mesi. Entro la fine di gennaio, insomma, l’importante arteria di collegamento tra la parte bassa e quella alta della città, dovrebbe essere di nuovo funzionante.

L’angoscia, però, inizia a serpeggiare tra i cittadini che sono scettici. Per non parlare del caos che la chiusura del viadotto provocherà sul traffico cittadino.

 

L’angoscia, poi, subentra pure quando spariscono i personaggi- ponte come Marchionne che fin quando è stato vivo, tenendo unito il destino di Fca Italia a quella americana, ha rappresentato una garanzia concreta per il futuro dello stabilimento di Cassino che occupa circa 4.300 addetti.

Da quando è scomparso non è più così, tanto è vero che qualche sinistro scricchiolìo si è iniziato a sentire in fabbrica con il ricorso alla Cassa e il fermo produttivo per mancanza di pezzi.

I sindacati hanno fiutato il pericolo e hanno chiesto al nuovo Ad di Fca, Mike Manley, un incontro urgente per avere rassicurazioni sugli investimenti e sui nuovi modelli di auto che erano stati previsti in Italia. Incontro che finora non è stato accordato a dimostrazione di come Fca Italia sia ormai marginale nella strategia del colosso automobilistico.

 

I tifosi del Frosinone, infine, sono preoccupati per quello che dirà domani il presidente Stirpe, vero uomo-ponte tra una visione romantica del calcio cittadino e una moderna che, finora, è stato capace di inglobare la storica tigna giallazzurra.

A dimostrarlo sono le due promozioni in SerieA e la costruzione del nuovo stadio. Imprese messe a rischio dall’assurda storia della finale playoff contro il Palermo su cui i giudici sportivi non riescono a scrivere la parola “fine” a quattro mesi di distanza.

Una situazione che potrebbe far venire meno le certezze anche a un imprenditore serio e vincente come Stirpe.

Ci vuole tanto per costruire un ponte, basta un attimo per farlo crollare.

 

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