La tigna perduta, la manina nelle urne e l’agonia dei senza lavoro (di L. D’Arpino)

È stata una settimana segnata dalla netta presa di posizione del presidente Maurizio Stirpe: fornendo a tutti l'esempio che sono Uomini quelli capaci di assumersi delle responsabilità. Ma è anche la settimana dell'arresto di Urbano, accusato di avere truccato le elezioni a Piedimonte. E...

Luciano D'Arpino

Giornalista, Regista e Autore teatrale, dirige la redazione di Frosinone de 'Il Messaggero'

Luciano D’Arpino

per IL MESSAGGERO

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Chi ci mette la faccia, chi ci mette la manina e chi ci mette la disperazione perché non gli è rimasto più niente.

La faccia, questa settimana, ce l’ha messa il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, dopo l’avvio disastroso del campionato di Serie A da parte della squadra che sta totalizzando solo risultati negativi: nessun gol segnato, più gol subiti, ma soprattutto la scomparsa di quella storica tigna, tutta ciociara, che ci ha permesso la scalata dalla serie C alla serie A e quest’anno la nuova impresa della promozione contro il Palermo.

Stirpe ha scritto ai tifosi, invitandoli a stare vicino alla squadra e ha detto che è tutta colpa sua: comprese le scelte di mercato. Chapeau! (leggi qui L’urlo di Stirpe che frena la tempesta (e indica una via al Paese) )

Ha detto che ancora crede nella salvezza ma non ha potuto aggiungere: «A patto che si recuperi la famosa tigna!» Già oggi, contro il Genoa allo Stirpe vedremo se, il metterci la faccia da parte del presidente, farà scattare la molla dell’orgoglio che porta a imprese apparentemente impossibili.

I tifosi finora hanno applaudito anche dopo il 5-0 subito in casa dalla Sampdoria, ma non sono più disposti a farlo ancora.

 

Chi ha messo la manina nell’incredibile storia dei brogli elettorali di Piedimonte, invece, è stato beccato dalla Procura di Cassino che ha fatto scattare l’arresto per l’ex candidato a sindaco Ettore Urbano, primario del reparto di Pronto soccorso di Cassino. (leggi qui L’arresto di Ettore Urbano e la fine di un epoca)

In queste vicenda i voti sono stati taroccati con profondo sprezzo della volontà popolare per cercare di vincere. L’impiegato comunale indagato ha detto di averlo fatto dopo la promessa di una promozione da parte di Urbano. Il medico, invece, ha negato tutto.

Chi ha ragione? Chi ha torto? Ora saranno i giudici a stabilirlo. Resta il fatto inquietante della facilità con cui si posso manomettere i risultati delle urne perché una cosa è certa: quelle schede sono state truccate.

 

Il tutto è accaduto a Piedimonte, città della Fiat, dove questa settimana dobbiamo registrare la brutta notizia dell’annuncio della cassa integrazione per 4mila operai perché vi sono troppe auto invendute. (leggi qui i rischi anticipati da Alessioporcu.it Fca Cassino: ecco cosa rischia. Nessuno muove un dito per proteggerla). Il dopo Marchionne resta ancora un punto interrogativo.

 

Ci hanno messo la disperazione, infine, i circa mille lavoratori che vivevano da anni con la mobilità in deroga e che ora sono rimasti senza più alcuna indennità.

Venerdì hanno incontrato i parlamentari del territorio che hanno preso degli impegni precisi. (leggi qui Vertenza Frusinate, tante scintille ed un’altra lettera inutile) Ora sperano che li rispettino. Anche perché, diciamo la verità, non possono fare altro.

 

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