Nella rissa sui dazi tra Usa e Ue il primo schiaffo è tutto per la Ciociaria

Stop fino al 1° giugno ai dazi Usa contro l’Ue. Che prepara le contromosse. La provincia di Frosinone importa 2,2 miliardi dagli Usa col farmaceutico. Sarebbe la provincia più colpita dalla crisi

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Che ruolo e quali conseguenze può avere la minuscola provincia di Frosinone nella guerra dei dazi tra Stati Uniti ed Europa?

Di primo acchitto viene da farsi una risata e dire “Non c’entriamo proprio gnente“. Così, alla ciociara.

Eppure un collegamento c’è. E le conseguenze potrebbero essere negative per la già disastrata nostra economia. Come dire, sul cotto l’acqua bollita.

Il perché lo spiega un’analisi realizzata dagli esperti de “Il Sole 24 Ore“, che hanno verificato, centesimo per centesimo, i rapporti commerciali che le aziende di ogni provincia italiana intrattengono con il Paese a stelle e strisce.

 

Il caos dazi

In pratica il meccanismo è semplice: Trump ha annunciato i dazi sulle esportazioni e l’Unione Europea non sta a guardare. Bruxelles sta infatti valutando una serie di controdazi e se questa misura venisse confermata saranno imprese e cittadini ciociari a pagare il prezzo più alto rispetto a questa guerra.

Il tutto in virtù dei due miliardi e duecento milioni di euro di merci che le aziende ciociare comprano dal paese a stelle e strisce, più di Milano e Firenze che sono le province al secondo e terzo posto.

 

Pigliati na pasticca…

Il 98% delle importazioni ciociare dagli States riguardano prodotti farmaceutici. Il tutto perché la quasi totalità delle aziende di medicinali presenti sul territorio provinciale di Frosinone ha la casa madre ed aziende consorelle al di là dell’Atlantico.

Quindi importare merci dagli States potrebbe costare di più perché l’Europa vuole mostrare i muscoli a Trump ed a rimetterci potrebbe essere chi muscoli non ne ha proprio, anzi è rachitica come l’economia Ciociara.

Quel rachitismo, in provincia di Frosinone, viene combattuto con l’esportazione delle nostre produzioni. La Ciociaria è molto spesso al top delle classifiche nazionali e questo, verso gli Stati Uniti di Trump può diventare un problema. Perché? Per i dazi.

La domanda da farsi è: quanto potrebbero pesare sull’economia ciociara le sanzioni sulle merci esportate? Anche qui la situazione non è delle più rosee: la provincia di Frosinone è al nono posto in Italia, con il 15% del proprio export indirizzato oltre l’atlantico nella terra della libertà.

 

… e anche una Giulia

La Ciociaria infatti è una di quelle province che nell’ultimo anno hanno visto moltiplicare i numeri della vendita di prodotti verso gli States. Le vendite negli Stati Uniti in un anno sono cresciute a tripla cifra. Frosinone infatti ha segnato un +255,9 per cento, dove a pesare è stato il boom del polo automobilistico di Cassino, con le vendite passate dai 43 milioni del 2016 agli 801 milioni del 2017.

Sono bastate Giulia e Stelvio per far impennare questi numeri, in un processo di espansione che mira a crescere nei prossimi mesi e che il protezionismo del Tycoon potrebbe bloccare e non poco.

Le vie d’uscita e le speranze di non vedere il tutto vanificato ci sono. Trump ha dato un mese di tempo per decidere sui dazi. E se questi ci fossero, l’Europa in una prima fase potrebbe colpire solo su prodotti realizzati da imprese col cuore repubblicano, che non sono farmaceutici, ma bevande e beni di lusso.

Per la rachitica economia ciociara quindi uno spiraglio potrebbe pure esserci. Ma di fronte a personaggi come Trump ed i burocrati europei non si può mai stare tranquilli.