De Angelis: «Il cacciavite c’è, manca l’anima»

Parla il leader storico dei Dem in Ciociaria: «A Nicola Zingaretti tre volte grazie. Sosterremo Letta». Sottolinea: «A Pompeo dico che noi abbiamo già iniziato a costruire un nuovo Pd»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Un Partito Democratico più aperto ed inclusivo, più vicino alle persone e con una nuova carta d’identità che metta al centro lavoro, diritti, solidarietà, giovani, sostenibilità. Tutto questo senza rinunciare alla passione, vero motore capace di recuperare il giusto legame con le nuove esigenze delle persone. Francesco De Angelis, presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Frosinone, commissario per il Consorzio Unico e leader storico del Pci-Pds-Ds-Pd (non solo in provincia di Frosinone), parla di futuro. Non il suo, perché ammette di voler pensare al presente, invitando anche gli altri a farlo. Il futuro è quello del territorio, ma anche del Partito. Da rilanciare, anche e soprattutto in vista delle elezioni comunali di Frosinone, in programma tra poco più di un anno.

E De Angelis guarda ad «una coalizione che metta insieme forze politiche e liste civiche progressiste, in grado di sconfiggere la destra e i sovranisti». Sul piano nazionale però impossibile fare finta di nulla. Le dimissioni choc di Nicola Zingaretti, poi l’arrivo di Enrico Letta. Una rivoluzione.

Allora De Angelis, il Pd ha un nuovo segretario. Cosa le è piaciuto di più del discorso di Enrico Letta?
Francesco De Angelis

«È stato indubbiamente un discorso ricco di contenuti. Ha messo al centro parole chiave come lavoro, giovani, sostenibilità, diritti, Europa, solidarietà, patto generazionale. Ha gettato le basi per una nuova carta d’identità del Pd. Mi è piaciuto particolarmente il passaggio sui giovani e sono d’accordo con il nuovo segretario quando afferma che il nostro deve essere un Partito progressista nei valori, riformista nel metodo e radicale nei comportamenti. E poi non posso non ricordare la citazione di Enrico Berlinguer, di cui il nuovo segretario sente il peso del nome. È stato davvero molto suggestivo ascoltarlo, perché io vengo da lì. Quella è la mia storia. Quelle sono le mie radici».

Letta ha parlato di anima e cacciavite. Quanto il Pd ha bisogno di tornare in maniera più concreta in mezzo alle persone?

«Moltissimo. Il cacciavite c’è, deve solo stringere un po’ di più. Quella che manca è l’anima. Noi dobbiamo riscoprire i valori e ridisegnare il profilo ideale, politico e culturale del Partito Democratico. Siamo un Partito popolare, ma è necessario tornare a manifestare la nostra vicinanza al popolo. Dobbiamo riconnetterci sentimentalmente con le nuove esigenze popolari. Siamo percepiti come il Partito delle istituzioni e della responsabilità. Va benissimo, ma non è sufficiente, perché sono le passioni a scuotere le persone».

Più volte lei ha sottolineato la necessità di un’apertura alle altre forze del centrosinistra e alla società civile. Pensa che sia necessario una sorta di nuovo Ulivo?
Enrico Letta

«Un’apertura è necessaria. C’è bisogno di un Partito aperto, attrattivo ed inclusivo. Da soli non si va da nessuna parte. Serve una nuova alleanza, un nuovo centrosinistra che sfidi la destra e i sovranisti. Che sia alternativo ad essi. Serve un nuovo Ulivo, perché il vecchio centrosinistra non c’è più. Ci sono nuove forze e nuovi soggetti politici. Bene allora l’intesa con il Movimento Cinque Stelle e l’apertura al civismo. Da questo punto di vista l’esperienza delle “sardine” è stata molto interessante».

Come valuta la posizione di Antonio Pompeo, che sottolinea come dopo il congresso unitario i patti non siano stati rispettati? (Leggi qui Pompeo rilancia: «Un Pd nuovo anche in provincia»).

«Ad Antonio dico di raccogliere l’invito di Letta. È vero che serve un nuovo Pd, ma è quello che noi abbiamo già iniziato a costruire con il recente congresso di federazione che ha eletto segretario Luca Fantini. Con Luca abbiamo messo in campo una nuova generazione e su questa strada, animati da un forte spirito unitario, dobbiamo andare avanti. Solo che per farlo abbiamo bisogno di tutti, perché il nostro avversario non è dentro il Pd, ma è la destra». (Leggi qui: Codice Fantini: «Linea Letta in continuità»).

L’uscita di scena di Nicola Zingaretti come segretario del Pd porterà ad un riposizionamento a livello provinciale?

«A Nicola dico tre volte grazie. In un momento difficile ha saputo tenere unito il Pd, lo ha fatto vincere e ha aperto la strada ad un processo di cambiamento che ora andrà avanti con Enrico Letta, a cui va tutto il nostro sostegno e la nostra fiducia. Per quanto mi riguarda non cambia nulla. Stiamo con Nicola Zingaretti e il Pd ha ancora bisogno di lui».

Luca Fantini e Nicola Zingaretti
Parliamo di Consorzio unico. Sarà utile a questo territorio?

«Sarà utile perché saremo più forti. Sarà il più grande consorzio industriale d’Italia e avrà strumenti più innovativi e più incisivi per il territorio e per le imprese. È un obiettivo strategico della Regione Lazio e lo conferma l’accordo programmatico con i Cinque Stelle ».

L’anno prossimo si vota per il Comune di Frosinone. Quando sarà scelto il candidato sindaco?

«Ci siamo, manca poco. Prima lo strumento ed il programma, poi la scelta del candidato sindaco. Faremo le primarie di coalizione e saranno i cittadini di Frosinone a scegliere il miglior candidato. Tutto questo entro la fine dell’anno. L’o b i e ttivo è una nuova alleanza larga e molto aperta alla società civile. Decisivo sarà l’apporto ed il sostegno delle liste civiche, per costruire insieme un’alternativa vincente alla destra. Sono fiducioso e penso che ce la faremo».

Futuro da parlamentare per Francesco De Angelis?

«Preferisco pensare al presente ed al Paese. Ed è un invito che rivolgo a tutti».

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