De Filippis prepara il ricorso. Il Pd però lo ignora

L'ex candidato sindaco di Fondi in quota Pd e consigliere dichiarato incompatibile mette mano alle carte bollate. E attacca il team Maschietto. Chiede informazioni su Cosimino Mitrano. Cosa metterà nel ricorso

Il ricorso al Tribunale Civile non lo ha ancora presentato. Dice che ora vuole fare le cose per bene e senza fretta: la stessa calma che lo ha fatto accomodare fuori dall’Aula del Consiglio Comunale di Fondi. Raniero De Filippis, dirigente di I livello in Regione Lazio, era candidato sindaco nella tornata di settembre: schierato dal Partito Democratico e dalla civica Camminare insieme. Voti ne ha presi tanti, 1750. Non abbastanza per guidare la città, sufficienti però per diventare Consigliere. Il fatto è che i vincitori non lo hanno ammesso in Aula.

Nella seduta di insediamento del 24 ottobre è stato dichiarato “incompatibile”. Un dirigente di prima fascia non può fare il Consigliere nella stessa regione. (Leggi qui Parisella ‘Severino’ ma giusto: “Il vicesindaco è incompatibile”).

È tornato a lavorare venerdì scorso nel suo ufficio di responsabile dell’area comunicazione dell’ente Parco dei Monti Ausoni e del Lago Fondi. Sa che i tempi del pronunciamento della giustizia ordinaria non sono così brevi.

Nel ricorso che intende presentare alla magistratura, il funzionario ha inserito una prima tessera del puzzle. Si tratta del parere pro veritate scritto da un insigne amministrativista di Fondi, l’avvocato Ermanno Martusciello. È il legale che nel 2017ottenne dal Tribunale civile di Roma lo status di eleggibilità per il neo sindaco della capitale Virginia Raggi.

Quel parere non è stato ritenuto interessante dal Consiglio Comunale di Fondi.

L’avvocato che perorò per Raggi

Martusciello in molte delle sue 17 pagine afferma un principio. Cioè il diritto costituzionale dell’elettorato passivo, dunque degli elettori votanti, deve essere tutelato. Questo a prescindere da presunti casi di ineleggibilità e incompatibilità.

Beniamino Maschietto

Il ricorso è ancora sotto forma di bozza. Raniero De Filippis sostiene che la neonata amministrazione comunale del sindaco Beniamino Maschietto, dopo il ballottaggio sofferto vinto ai danni dell’ex sindaco Luigi Parisella, ha commesso tanti pasticci. Della serie che la mano destra non sa quel che fa la sinistra.

Il 10 ottobre era sabato e a Fondi era festa patronale in onore di Sant’Onorato. Il messo comunale cercò De Filippis presso la sua abitazione trovò nessuno.

Avrebbe dovuto consegnargli una comunicazione del neo sindaco Maschietto «priva di data e di numero di protocollo». Nota in cui gli rendeva nota la sua elezione a consigliere comunale d’opposizione. Tutto regolare? Sembrerebbe di si, anche per un’altra comunicazione di qualche giorno più tardi, del 14 ottobre. Nota in base alla quale la segretaria generale Anna Maciariello comunicava che a De Filippis di essere diventato consigliere alla luce delle verifiche espletate dalla commissione elettorale.

Un ginepraio fra Tuel e Severino

Si aggiunge un’altra data: quella del 12 ottobre. Cioè quando De Filippis, ritirando la lettera inviatagli dal sindaco Maschietto, veniva invitato a compilare una scheda tecnica. Scheda in cui evidenziare eventuali motivi di incompatibilità o ineleggibilità.

Paola Severino. Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

In soccorso dell’ex candidato sindaco Dem, l’avvocato Martusciello sostiene che la vicenda del suo assistito non rientrerebbe in nessuno dei casi di ineleggibilità e incompatibilità. Casi contenuti nel decreto legislativo numero 267/2000. cioè il Testo Unico degli Enti Locali.

E allora? Semmai c’entra un’altra norma: il decreto legislativo numero 39 del 2013, la più conosciuta legge Severino sull’inconferibilità degli incarichi. E sull’incompatibilità tra incarichi dirigenziali ed il ruolo di consigliere comunale.

Niente Tuel, ma leggerezza

La maggioranza Maschietto continua a sostenere che la decadenza di De Filippis è stata provocata da un momento di leggerezza del dirigente regionale.

In che senso? Ha ottenuto il via libera dalla Regione a beneficiare dell’aspettativa non retribuita. E questo rimuoveva la sua incompatibilità con la carica di Consigliere Comunale. Tuttavia non ha provveduto ad informare in tempo il segretario comunale di Fondi.

«Ma non c’è stato bisogno di farlo – sostiene ora De Filippis –. Questo perché la mia presunta controversia non è regolata dal Testo Unico degli Enti Locali, come afferma erroneamente la dottoressa Maciariello. È invece regolata dalla legge Severino che offre 15 giorni di tempo per sanare o rimuovere la causa di incompatibilità. Ma non mi hanno dato tempo. Tantomeno hanno voluto ascoltarmi».

“Io fatto fuori solo per fretta”

Il consiglio di insediamento a Fondi

Raniero De Filippis ad un mese esatto dal consiglio comunale di insediamento, riavvolgendo il nastro di quella seduta, tiene a precisare una cosa. Che la sua vicenda è «stata una bomba ad orologeria che hanno provveduto a disinnescare in maniera artigianale ed arruffona. Quel giorno la maggioranza aveva una fretta apparentemente inspiegabile. Ora è tutto più chiaro».

In che senso? «L’assise, per esempio, avrebbe potuto convalidare il mio incarico di consigliere comunale del Pd. Poi verificare nel periodo previsto dalla legge la mia posizione che campeggiava al primo punto dell’ordine del giorno. Un fatto è certo. La mancata rimozione dell’incompatibilità, che non esiste, non avrebbe mai determinato la mia decadenza da consigliere. Semmai la risoluzione del mio rapporto di lavoro con la Regione».

«Ma qualcuno ha capito che prendere tempo sarebbe stato poco conveniente sul piano politico. E’ stato deciso di farmi fuori perché il Consiglio doveva proseguire a tutti i costi. Mi sono reso conto che ero diventato un ostacolo insormontabile sul piano procedurale. Il termine dei venti giorni per l’insediamento del nuovo consiglio comunale era praticamente scaduto. C’era la Giunta, poi, da nominare. E se quella mattina non fossero stati indicati gli assessori e, di conseguenza, surrogati i consiglieri dimissionari sarebbe implosa l’intera maggioranza uscita vincitrice dalle urne. Tutto qui».

L’amministrazione si difenderà

In attesa che il ricorso venga presentato, l’amministrazione comunale sta approfondendo la questione. Ha chiesto un parere legale a supportare il contenuto della delibera di decadenza dell’ex consigliere del Pd.

Cosimino Mitrano

Consigliere che, nel frattempo, insegue altre carte. Una richiesta di accesso agli atti riguarda la posizione del sindaco di Gaeta Cosimimo Mitrano. E perché mai? De Filippis vuole capire cosa è avvenuto nei giorni successivi all’entrata in vigore della legge Severino, l’8 aprile 2013.

È vero che il sindaco di Gaeta, eletto l’anno prima, continuò a svolgere l’incarico di dirigente della Ripartizione Finanziaria del comune di Fondi? E per quanto tempo prima di chiedere ed ottenere l’aspettativa?

Non ha fretta Raniero De Filippis: il suo ricorso in Tribunale può presentarlo entro 30 giorni dalla fine della pubblicazione della delibera di decadenza. Pubblicazione che dura 15 giorni. Insomma ha tempo sino al 21 dicembre. Ma le carte da raccogliere sono tante…

Spottone sulla legalità e sos parroci

In quest’ottica ha illustrato la sua posizione, personale ma anche politica, al presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, all’Arcivescovo di Gaeta Monsignor Luigi Vari e a tutti i parroci di Fondi.

Questo «perché dovrebbero essere loro, per primi, a promuovere la cultura della legalità e partecipazione secondo il magistero di papa Francesco».

La lettera aperta inviata a Marco Impagliazzo è una clava appuntita, il cui destinatario, la comunità di Sant’Egidio, è legato a Fondi da un antico rapporto. Rapporto costellato da iniziative letterarie nel periodo estivo e di natura benefica in partenza dal Mof.

«Non basta concorrere alla carità con camion di frutta e verdura mandati fuori città. La politica di Fondi millanta così di operare nella vita pubblica secondo i principi cristiani. Questo mentre nella prassi ciascuno contribuisce ad una gestione di governo praticata con prepotenza ed arroganza».

Ma De Filippis dal 24 ottobre scorso ha ricevuto una telefonata di solidarietà dai dirigenti del partito, il Pd, che l’aveva candidato a sindaco? «C’è una domanda di riserva, per favore?», è stata la risposta, ironica, di Raniero De Filippis….