Il porno del contendere: Emi De Sica chiede aiuto a Sofia Loren contro la porno Ciociara

Davide DI SANTO
per Il Tempo

Tre donne sfidano l’«artista» del porno. Emi De Sica, figlia dell’ indimenticato Vittorio, ha annunciato che farà causa al regista hard Mario Salieri per la sua versione pornografica de «La ciociara», romanzo di Alberto Moravia portato al cinema da De Sica nel 1960. La storia originale è il dramma di Cesira, simile a quello di tutte le «marocchina te», le donne laziali violentate dai Gourmier dell’ esercito francese durante la seconda guerra mondiale.

Una vicenda trasformata in pochade sessuale nella versione a luci rosse con protagonista Roberta Gemma, giunonica pornodiva nativa di Marino, alle porte di Roma. E per combattere que sta battaglia legale Emi De Sica chiede l’ aiuto di altre due signore del cinema e della cultura: Sophia Loren e Carmen Llera, la scrittrice spagnola naturalizzata italiana che sposò nel 1986 Alberto Moravia.

Solo venerdì la De Sica aveva partecipato a un convegno dell’ amministrazione provinciale di Frosinone sulle marocchinate, un incontro organizzato dalla senatrice del Pd Maria Spilabotte e dal professor Biagio Cacciola. Ventiquattro ore dopo arrivava, beffardo nella tempisti cae nella sostanza, l’ annuncio di fine lavorazione dell’omonimo film hard firmato Salieri, vecchio leone della pornografia italiana, autore di altre porno -trasposizioni tra storia e cronaca.

I primi video e le immagini che compongono l’ opera sono già disponibili su internet in vari canali. Non sono stati sufficienti, dunque, gli avvertimenti della stessa Emi, la minaccia di censura del prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli, e la rivolta via social di chi crede che sulla storia, e sulle tragedie, non si specula: «La ciociara» hard sarà distribuita. Per questo Emi De Sica ha incaricato un noto legale romano di fare causa al regista hard per il suo remake a luci rosse.

Una battaglia che la figlia di Vittorio non vuole combattere da sola: infatti vorreb be coinvolgere nell’ azione legale anche Sofia Loren, che per l’ interpretazione del film del 1960 vinse anche un Oscar, e la vedova di Alberto Moravia, autore del romanzo che ha ispirato la pellicola.

La De Sica si sente «ferita per il lavoro di ricostruzione che mio padre ha fatto» oltraggiato da questa operazione. E soprattutto per la delicatezza della vicenda delle marocchinate, una «ferita ancora aperta per tante donne e tante famiglie».

«Mio padre se vedesse tutto questo si rivolterebbe nella tomba», ha confidato la De Sica.

Dal canto suo Mario Salieri, la cui società di produzione opera nella lontana Budapest, non fa un passo indietro e rivendica la sua autonomia di «artista dell’hard». «Alcune accuse che ci vengono rivolte sono comprensibili -aveva spiegato a Il Tempo Salieri durante la produzione del film – altre inaccettabili. Abbiamo sempre detto che nel film non si parlava di marocchinate, ma ammetto che il titolo poteva essere disturbante in alcune zone d’ Italia.

La mia Ciociara però non contiene episodi di violenza o stupri. Poi in troppi stanno cercando di speculare politicamente sulla vicenda, per avere un po’ di pubblicità, come quelli che minacciano spedizioni punitive in stile fascista. Uno l’ ho querelato, ma tanto finirà in un nulla di fatto. Con chi si è sentito offeso davvero, invece, mi scuso ma ripeto: nel film non ci sono riferimenti alle marocchina te».

Insomma, Salieri nega che nel film ci siano scene di stupro o che facciano riferimento al dramma delle marocchina te. E tanto gli basta per andare avanti nonostante le tante sensibilità calpestate.

Anzi, su Facebook il regista 60enne racconta la sequenza del «film scandalo» diviso in tre parti: la fuga da Roma, il viaggio e il ritorno a Sant’ Eufemia. «La fiction che tutti attendono (testuale, ndr) sta per arrivare e lo scandalo investirà il mondo», annuncia.

Insomma, Salieri si gode la pubblicità gratuita che la vicenda gli ha regalato. Ma il conto, adesso, glielo potrebbe reo presentare i magistrati.

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