La gioia di Valentina: «Via i Decreti, in nome di Willy»

La soddisfazione per il superamento dei Decreti Salvini. Italia Viva: “Li avevamo combattuti”. Valentina Calcagni, coordinatore provinciale di Matteo Renzi: "Una battaglia di civiltà”

Per una volta è d’accordo con Nicola Zingaretti. Ma a differenza di altri suoi colleghi non ha intenzione di tornare nelle file del Partito Democratico. Valentina Calcagni ne ha fatto parte per anni, ritagliandosi un ruolo da precursore renziano: non per convenienza ma per sincera convinzione. Al punto che oggi è il Coordinatore provinciale di Frosinone per Italia Viva. Ed in quella veste dice «Con i Decreti sicurezza si cancella una pagina di buia inciviltà, la vera sicurezza è quella portata con questo Governo: il daspo per la movida violenta è un provvedimento vero, concreto, reale, che punta a colpire i violenti e non le donne violentate in fuga dagli stupri, dalla fame, dalle guerre».

Valentina Calcagni Foto © AG IchnusaPapers
Segretario, perché tanta soddisfazione?

«Perché quei Decreti erano stati approvati il 7 novembre 2018 dal Governo gialloverde ed i nostri rappresentanti in Parlamento si erano opposti con forza. Quei decreti, imposti da Salvini, oltre a rendere più insicuri i cittadini, legittimavano la disumanità». 

Disumanità?

«E come volete chiamarla, altrimenti? Guardate le nostre città: i migranti sono stati infilati in posti di periferia, nascosti, come se fossero qualcosa di cui vergognarsi. Quale integrazione è possibile creare in questo modo? Quei decreti erano sbagliati perché creavano dei ghetti: lo stesso errore fatto in Francia con le banlieu. L’ho sempre detto e lo ripeto ai nostri sindaci: il segreto è integrarci».

Integrarsi è possibile?

«Ricordo a me stessa i dati di Unioncamere del Lazio: buona parte delle società che hanno chiuso lo scorso anno, prima del lockdown, erano stato compensate dalla nascita di nuove piccole imprese, messe su da cittadini stranieri che hanno aperto il loro ristorantino, la loro impresa di pulizie, la loro impresa edile. Integrazione è quella fatta da un imprenditore illuminato come Francesco Borgomeo: ha accolto due ragazzi che erano finiti sulla strada proprio grazie ai decreti Salvini. Uno di loro oggi è un operaio specializzato, che ha imparato un mestiere e lavora pienamente integrato con gli altri»

Valentina Calcagni
E ora?

«Dopo quasi due anni, di lavoro, finalmente viene archiviata questa butta pagina populista. Vengono riviste tutte le misure in 12 articoli che ripristinano il legame inscindibile tra sicurezza e solidarietà».

Perché lei dice che è una vittoria della democrazia?

«Perché quei decreti erano figli dell’ideologia dell’uomo solo al comando. Del “Datemi i pieni poteri”. Ora invece niente più pieni poteri al Viminale. Ritorna al ministero delle Infrastrutture la titolarità di determinare il divieto o la limitazione del transito di navi, concertando le decisioni con il Viminale, con il ministero della Difesa e informando il presidente del Consiglio. Le multe alle Ong verranno effettuate dopo un processo e non a discrezione dei Prefetti».  

Willy Monteiro
Nei nuovi provvedimenti c’è il daspo che deriva da una tragedia tutta locale…

«Nel nuovo provvedimento si prevede un daspo per la movida violenta, perché l’omicidio di Willy, un ragazzo di noi, assassinato a due passi da noi, impone a tutti noi maggiore durezza nei confronti dei criminali. Impone la necessità di riflettere seriamente e in modo congiunto sul tema del disagio e della violenza. Oggi ricorre un mese dalla scomparsa del giovane eroe, così merita di essere ricordato i nostri cuori restano spezzati, abbiamo il dovere di agire e di farlo presto». (Leggi qui)

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