Deleghe? No grazie Robè, il cerino acceso resta a te

Gli Stati generali di FdI calano l'asso della responsabilità civica e tengono in piedi la maggioranza di De Donatis a Sora. In tre ore di summit dribblano la crisi al buio. E sventano il 'trappolone' di essere additati come responsabili della stessa.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Fratelli d’Italia rifiuta di partecipare a quello che definisce “il mercato delle vacche” proposto dal sindaco di Sora Roberto De Donatis nel tentativo di spaccare il Partito. Non vuole altre deleghe per restare in maggioranza. E “per senso di responsabilità nei confronti della città, in un momento storico così delicato, di emergenza sanitaria, economica e sociale, non farà mancare i numeri all’amministrazione comunale”.

In sostanza: restituisce al sindaco il cerino acceso a meno di un centimetro dai polpastrelli e gli dice grazie. Per tre volte. La prima per avergli dato il pretesto con cui smarcarsi dalla maggioranza civica; la seconda perché così può farsi accettare a pieno titolo dal tavolo del centrodestra che sta definendo il prossimo candidato sindaco unitario (l’uscita di FdI dalla maggioranza era una pregiudiziale reclamata sia dalla Lega che da Forza Italia); la terza, perché ora i Fratelli d’Italia hanno una motivazione politica per staccare la spina al sindaco in qualunque momento.

Roberto De Donatis

Ma non lo faranno: non gli daranno le stigmate del martire politico. Lo terranno a galla assumendosi il merito di questo. E delle opere pubbliche che per questo sarà possibile realizzare nel prossimo anno fino al giorno del voto.

Gli dicono grazie per avere ritirato le deleghe al consigliere Massimiliano Bruni: in questo modo prendono atto d’essere stati messi fuori dalla maggioranza. E gli concederanno l’appoggio esterno. Come vorranno. Fino a quando vorranno. (leggi qui I tre fronti della crisi di Sora Guerra in Forza Italia, assalto a FdI).

Due pagine fitte in cui FdI si smarca

Massimiliano Bruni

Ci hanno messo poco meno di tre ore per decidere, i Fratelli d’Italia. Compreso il tempo della stesura e per l’invio del documento ufficiale, prima al sindaco e poi alla stampa, gli organi provinciali e locali del Partito di Giorgia Meloni.

Meno di tre ore a prendere una decisione. Questo dopo “aver appreso dagli organi di stampa” giovedì scorso che il primo cittadino, essendo scadute le deleghe, non aveva intenzione di riaffidare quella ai Lavori pubblici al consigliere comunale Massimiliano Bruni. Per quella che aveva definito una fiducia venuta meno a livello personale. (leggi qui Terremoto in municipio a Sora: ritirate le deleghe a Bruni)

Oltre due fitte pagine, quelle inviate al sindaco De Donatis. Sono la risposta alle offerte fatte durante l’incontro fra lui e i gli altri due consiglieri del gruppo di FdI che aveva cercato di portare dalla sua parte, Antonio Lecce e Simona Castagna. Ai quali aveva offerto altre deleghe, proponendo che Bruni avesse continuato a mantenere un ruolo soltanto politico (leggi qui I tre fronti della crisi di Sora Guerra in Forza Italia, assalto a FdI).

Ruspandini: Le vittime siamo noi

Un documento, quello diffuso poco fa dal coordinatore cittadino Massimiliano Contucci, che ben si riassume con le parole del senatore Massimo Ruspandini.

Massimo Ruspandini

Ci hanno tolto la delega e noi non chiediamo nulla. Se tutti facessero così sarebbe un’Italia migliore“. E ancora: “Non è questo il momento di far cadere un’Amministrazione. In una fase così delicata per noi la prima cosa è la responsabilità. Non facciamo mancare il numero legale perché per noi vengono prima Sora, i sorani e gli italiani”.

Si tratta di quello che tecnicamente viene definito un appoggio esterno?

No. È un appoggio e basta. Poi se ci vogliono cacciare decidessero loro”.

È un appoggio esterno. Il sindaco ha messo fuori l’uomo designato da FdI: in politica significa che ha messo fuori tutta FdI. Il Partito non se ne va, continua a tenere a galla la maggioranza, porta avanti le trattative con la parte di centrodestra che è all’opposizione (Lega e FI). E quando avrà sistemato le sue cose staccherà la spina.

Ruspandini, la responsabilità e la tattica

È iniziata verso le sedici di lunedì la riunione del Partito. Erano presenti fra gli altri il leader politico provinciale di Fdi, il senatore Massimo Ruspandini, il coordinatore provinciale Paolo Pulciani, quello di Sora Massimiliano Contucci. Poi il gruppo consiliare con la capogruppo Simona Castagna, il vice Massimiliano Bruni, il presidente del Consiglio Antonio Lecce e gli altri dirigenti locali.

Verso le 19 la telefonata al sindaco che annuncia l’arrivo del documento politico con le decisioni assunte da Fratelli d’Italia. Subito dopo, l’invio alla stampa.

Massimiliano Bruni

Qualcuno fa notare la differenza di stile. Giovedì Roberto De Donatis aveva reso nota la sua decisione, affidandosi a un comunicato stampa, senza nulla dire ai diretti interessati. Un elemento questo, che FdI fa pesare al primo cittadino proprio nell’incipit della lettera a lui inviata. Dove viene anche rimarcato il fatto che non è una questione personale ma riguarda il Partito.

Il documento di FdI

Abbiamo appreso dagli organi di stampa della sua decisione di rivedere l’organigramma che amministra la nostra Città. Abbiamo appreso, altresì, che tale decisione riguarda in maniera diretta il Partito Fratelli d’Italia. FdI al quale viene tolta la possibilità di portare a termine i tanti progetti avviati negli anni precedenti. Il riferimento è ovviamente alla sua decisione di non rinnovare la delega alle Opere pubbliche precedentemente affidata, di comune accordo, al Consigliere Massimiliano Bruni”.

La lettera prosegue a tono. “Conformemente ai principi di chiarezza e di coerenza che contraddistingue il nostro Partito. Principi che, da sempre, abbiamo utilizzato nei rapporti con Lei e con la coalizione che sostiene la Sua azione amministrativa, con la presente intendiamo esprimere la nostra posizione rispetto…”.

A cosa? “A quello che, gran parte degli osservatori politici e della cittadinanza, ha ormai interpretato come un rischioso tentativo aprire una crisi amministrativa al buio (?)”.

“No al colpo di grazia”

Alessandro Mosticone e Simona Castagna

Le espressioni sono pesate, il tono diplomatico, ma non si omette di rimarcare l’atteggiamento avuto.

“Senza entrare nei particolari relativi ai tempi e ai modi in cui tale decisione è stata maturata e comunicata ai diretti interessati. È però evidente che gli accadimenti impongono alcune preliminari e doverose riflessioni”.

“Prendiamo atto che questa decisione non è figlia di un rapporto deteriorato con il Partito di provenienza. Con il quale, come Lei stesso riconosce, non ha mai avuto elementi di scontro. Proprio per tale ragione, sarebbe stato lecito aspettarsi che una così importante scelta fosse stata figlia di condivisone e confronto. Avremmo potuto ascoltare le Sue istanze, condividerne gli elementi di analisi, avanzare proposte”.

L’accusa di aver tramato alle spalle insieme ad altri membri della maggioranza. E non. Probabilmente il riferimento è agli incontri che De Donatis ha avuto con il consigliere di opposizione Augusto Vinciguerra. Ma anche con il vice coordinatore regionale di Forza Italia Gianluca Quadrini, il cui partito a Sora siede fra i banchi dell’opposizione. E l’allusione al tentativo di voler spostare l’asse degli equilibri amministrativi.  

Tana per Vinciguerra

Gianluca Quadrini con Roberto De Donatis

Apprendiamo invece che tale dibattito è stato celebrato con altri membri della maggioranza (e non). Ad eccezione che con gli appartenenti al nostro gruppo. Per onore di chiarezza Le chiediamo: è stata una svista occasionale o un preciso segnale alla Città di Sora? Magari per definire dove e con chi, d’ora in avanti, verranno prese le decisioni?”.

In un altro passaggio si pone nuovamente l’accento sul metodo utilizzato dal sindaco, che ha generato scompiglio e incertezza.

Non Le sarà certo sfuggita una cosa. Che in questi giorni, a seguito delle Sue dichiarazioni, i termini più largamente utilizzati dai media per descrivere questa Sua unilaterale decisione sono stati: terremoto, crisi. E con essi tutti i loro sinonimi. Come è evidente, un diverso modo di agire non sarebbe stato soltanto un aspetto formale e di galateo istituzionale. Sarebbe stato anche un aspetto di sostanza. Il terremoto porta distruzione, le crisi portano separazione”.

“Mollo tutto e dò la colpa agli altri”

Roberto De Donatis

C’è anche il sospetto che quella del sindaco possa essere stata una mossa per voler mollare tutto, facendo però ricadere le responsabilità su altri.

“Questo è quanto viene percepito dalla comunità locale ingenerando sentimenti di incertezza, di instabilità e paura per l’immediato futuro. Ci piace pensare, e siamo convinti, che tali conseguenze siano state solo indesiderati effetti collaterali di un involontario errore di metodo. Non, come tutti dicono, l’esplicita volontà del Capitano di abbandonare la nave nella tempesta della crisi mondiale. Questo dando poi la colpa del naufragio ad altri”.

Un’analisi solo amministrativa

Egregio Signor Sindaco, visto che il modo in cui Lei ha gestito questa circostanza è stato da tutti definito un “terremoto politico”, un atto di “crisi”, Le chiediamo: è così sicuro che sia questo il modo di ricompattare la città? Oppure nutre esclusivamente la speranza che tutte le altre forze politiche, di maggioranza ed opposizione, per senso di responsabilità, facciano scudo? E che lo facciano anche in assenza di un esempio da parte dei vertici istituzionali e di un punto di riferimento da emulare e su cui contare?”

“Come vede, gli aspetti che prendiamo in esame sono esclusivamente di carattere amministrativo, e ogni nostra considerazione, o presa di posizione, avrà come unico scopo l’interesse della città di Sora. Non è nostro intento, in questa sede, considerare screzi e attriti personali. La nostra comunità, ora più che mai, non ha bisogno di personalismi, di ripicche, di egoismi. Essa ha bisogno di comunione d’intenti, di sforzi comuni e collaborazione”.

Niente mercato delle vacche

Paolo Pulciani © A.S.Photo / Andrea Sellari

In chiusura un altro chiaro messaggio al sindaco: volevi spaccare il nostro Partito ma non ci sei riuscito. Non partecipiamo al mercato delle vacche. Fratelli d’Italia lo dice al terzo dei tre punti fermi che costituiscono la sintesi politica del documento (gli altri due sono solo contorno).

In pratica: dopo avere lavorato quattro anni per mettere a punto progetti e finanziarli, adesso vogliono raccogliere i frutti di tanto lavoro.

“La informiamo che il nostro Partito non intende partecipare al “mercato delle vacche” per assegnazione di deleghe, assessorati o qualsiasi altra posizione offerta in contropartita. Intendiamo garantire il nostro sostegno e il nostro apporto con l’esclusivo intento di perseguire i traguardi che la nostra città merita e che i nostri concittadini si aspettano, soprattutto nel delicato momento di crisi che viviamo”.

“Ti piaccia o meno, siamo con te”

Roberto De Donatis

Quindi l’indiretta conferma del sostegno. Tengono a galla la maggioranza. tenendosi le mani libere.

Per tutti gli aspetti amministrativi che esuleranno dagli accordi programmatici, daremo come sempre il nostro contributo di idee e di opinioni. Questo riservandoci ovviamente di valutarli di volta in volta, mantenendo sempre come obiettivo principale il bene della città. In linea con il nostro consueto modus operandi, speriamo di aver dato, anche questa volta, un costruttivo contributo. Contributo in termini di chiarezza e trasparenza ed un esempio di buona politica”.

Lo terranno in vita. A cominciare dai due bilanci di prossima approvazione. Il Consuntivo entro giugno e il previsionale entro luglio. Nel frattempo, insieme a Lega e Forza Italia, scaveranno la fossa politica al sindaco. E dopo avere raggiunto l’accordo sul candidato unitario del centrodestra, realizzato i vari lavori promessi ai cittadini, staccheranno la spina.

A meno che il sindaco non decida di dimettersi prima.