Democrat, alla fine resta Domenico Alfieri

Nessuno parla più del congresso provinciale del Pd. I big locali in questo momento sono impegnati su altri fronti e l’attacco di Nicola Zingaretti alle correnti consiglia un profilo basso. Se ne riparlerà in autunno. Forse

Alla fine il Congresso Provinciale del Pd non si è celebrato. Non si farà entro l’estate, forse l’argomento tornerà di attualità in autunno. Sempre che la “guerriglia da giungla vietnamita” tra Lega e Movimento Cinque Stelle non porti alla crisi di governo e ad elezioni anticipate, magari in primavera. Perché a quel punto tutto sarebbe proiettato a quell’appuntamento.

In realtà però l’opzione di Domenico Alfieri alla Segreteria resta quella che maggiormente garantisce i leader locali del Partito. Il sindaco di Paliano adesso fa riferimento a Pensare Democratico di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti. Tutti e tre fortemente impegnati su altri fronti: Asi e Consorzio industriale regionale unico, presidenza del consiglio regionale, attività nell’aula della Pisana. Nessuno dei tre ha tempo e voglia di rimettere in discussione il ruolo di segretario provinciale in questo momento.

Neppure Antonio Pompeo, che tra Comune di Ferentino, Provincia di Frosinone e Upi Lazio, ha molto da fare. Pompeo ha raccolto l’eredità dell’area di Francesco Scalia, ma in questo momento ha necessità di capire quali saranno i posizionamenti nazionali degli storici punti di riferimento: a cominciare dal renziano Lorenzo Guerini.

Una conta per la segreteria provinciale non ha  senso adesso, perché il presidente della Provincia sa che l’area di Francesco De Angelis è maggioritaria. Ma lui vuole giocarsi tutto sulle percentuali. Con calma.

Altri non sono interessati al congresso adesso: non l’ex segretario e sindaco di Coreno Ausonio Simone Costanzo per esempio. Allora tanto vale lasciare tutto così come sta. Considerando inoltre che pochi giorni fa il segretario nazionale Nicola Zingaretti ha tuonato contro le correnti.

Se ne riparlerà in autunno. Forse.

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