Democrat, i big muovono le torri: ma c’è la tregua

Dopo lo strappo di Acuto. De Angelis: «Non voglio né conte né scontri». Pompeo: «Basta caminetti e pacchetti di tessere». La sottolineatura: «Non presenteremo candidati alla segreteria della federazione». Il monito: «Smettiamo di parlarci dentro, rivolgiamoci alla gente»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

È una partita a scacchi giocata sull’orlo di una crisi di nervi. Intanto avanzano le torri, aspettando però di poter piazzare la mossa del cavallo. Nel Partito Democratico provinciale prevale la tattica in un momento delicato. Con il congresso locale sullo sfondo, ma soprattutto con le dinamiche nazionali che incombono. Perché è evidente che temi come la durata del Governo, gli assetti della maggioranza giallorossa e l’esito delle regionali in Emilia Romagna saranno determinanti.

De Angelis in contropiede

Francesco De Angelis

Dopo la riunione degli amministratori di Pensare Democratico ad Acuto di qualche sera, fa il leader della componente Francesco De Angelis chiarisce la sua posizione. (leggi qui la riunione di Acuto: Pd, la rivoluzione di De Angelis. Ora si va alla conta).

E lo fa mettendo sul tavolo una precisazione di non poco conto. Spiega Francesco De Angelis: «Non voglio conte e non voglio scontri tra correnti. Per essere più chiaro, così non ci saranno più dubbi, l’area di Pensare Democratico e Francesco De Angelis non presenteranno nessun candidato alla segreteria della federazione».

Questa è indubbiamente una notizia importante nello scacchiere provinciale dei Democrat. Anche perché poi De Angelis aggiunge: «Il confronto deve essere libero e fuori dagli schemi del passato. Non ci sarà nessuna conta tra Pompeo e De Angelis. Tutti devono sentirsi liberi dal gioco delle correnti. Chi vuole si candidi e metta in campo idee e proposte per il futuro del Pd».

Quindi sposta l’attenzione anche sul piano nazionale e rileva: «Bologna è un esempio e quei quattro giovani che hanno battuto Salvini riempendo la piazza di “sardine” rappresentano la strada che un Partito deve seguire se vuole cambiare. Solo così si apre una fase nuova in grado di innovare e rilanciare la forza del Pd. Tocca a tutti, anche ai giovani riaccendere l’entusiasmo».

Una posizione netta, quella di De Angelis. Con un passo di lato per quanto riguarda la presentazione di un candidato alla segreteria provinciale del Partito. Una mossa effettuata per lasciare libero il campo.

Pompeo raccoglie la sfida

Antonio Pompeo © A.S.Photo, Andrea Sellari

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo è il leader di Base Riformista sul territorio, l’area che sul piano nazionale si riconosce nelle posizioni di Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Andrea Marcucci e Alessandro Alfieri. Nella sostanza gli ex renziani che hanno scelto di rimanere nel Pd e non seguire l’ex rottamatore in Italia Viva.

Antonio Pompeo, facendo riferimento alla linea dettata da De Angelis nella riunione ad Acuto, spiega: «Sono d’accordo con Francesco De Angelis quando afferma il no ai caminetti e ai pacchetti di tessere, metodi tra l’altro che non mi sono mai appartenuti. Cominciamo dal congresso che sceglierà il nuovo segretario provinciale: che sia davvero espressione del nuovo, capace di includere e non escludere, di aggregare e non dividere».

Continua Antonio Pompeo: «Il nostro Partito dovrebbe smetterla di parlarsi dentro: è fuori, agli amministratori, alla gente, alle famiglie, ai territori che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione, il nostro impegno, la nostra responsabilità.Venerdì ho rappresentato le Province in Conferenza unificata ed insieme a Decaro, presidente di Anci nazionale, abbiamo richiesto con forza al Governo di migliorare questa finanziaria con maggiori risorse e norme di semplificazione a favore degli enti locali».

Strategie e variabili

Nicola Zingaretti

Il filo conduttore rimane nazionale. La componente Pensare Democratico di Francesco De Angelis (nella quale ci sono anche Mauro Buschini e Sara Battisti) è maggioritaria in provincia di Frosinone. Ma mai come in questo momento l’input del segretario nazionale Nicola Zingaretti è quello di favorire i processi aggregativi dentro il Partito.

Le correnti non si possono abolire, ma una tregua vera è necessaria.

Importante altresì l’appello ai giovani fatto da Francesco De Angelis, il quale guarda anche e soprattutto in prospettiva. Per quel che riguarda invece l’area di Antonio Pompeo, la sensazione è che resterà nel Pd. Magari cercando un peso maggiore nei processi sia nazionali che locali. Ecco allora che il congresso provinciale di febbraio potrebbe rappresentare una tappa fondamentale. Perché alla fine sicuramente ci saranno candidati di riferimento delle singole aree.

Ma se davvero si riuscirà a svolgere un congresso aperto in una logica unitaria, allora tutto il Pd ciociaro potrà effettuare una svolta a futura memoria. Quando si dovranno decidere le candidature politicamente pesanti. Vale a dire quelle per la Camera, il Senato, la Regione. E magari anche per le Europee. Negli ultimi anni non è andata benissimo. A parte le regionali.

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