Derby D’Amato-Leodori. Gasbarra in agguato

Confermate le indiscrezioni di alessioporcu.it. Per la candidatura alla presidenza della Regione Lazio in pole ci sono i nomi del vicepresidente e del potentissimo assessore alla sanità. Ma attenzione all’ex vicesindaco di Roma.

Lasciatecelo dire: alessioporcu.it aveva visto giusto in tempi non sospetti quando scriveva che il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio per il dopo Nicola Zingaretti sarebbe uscito dal tris di nomi composto da Alessio D’Amato, Daniele Leodori ed Enrico Gasbarra. (Leggi qui l’articolo di febbraio 2020 A destra Durigon o Rampelli, a sinistra Gasbarra. Ma il dopo Zinga può attendere. E poi quello del mese scorso: Regione Lazio, alla fine arriva Gasbarra).

Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato un interessante articolo nel quale si legge: ”Sia che si andasse a elezioni politiche anticipate, causa rottura della litigiosa maggioranza d’unità nazionale: in tale scenario, l’attuale governatore lascerebbe infatti gli uffici sulla Colombo per correre da deputato in uno dei collegi blindati della Capitale. Sia che la legislatura continuasse, con il trasloco di Draghi al Colle: il che imporrebbe di formare un nuovo governo nel quale – il segretario Letta l’ha già giurato – a Zingaretti toccherebbe un posto da ministro”. 

Stavolta niente regali

Stefano Parisi, anti Zingaretti nel 2018

La premessa è questa. Il Pd e Nicola Zingaretti non vogliono farsi trovare impreparati: “Stavolta non andrà come nel 2018, la destra non ci farà alcun regalo”, si continua a ripetere. E La Repubblica continua: “Tre, al momento, i nomi più accreditati in gara. Il primo è quello dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che la pole se l’è guadagnata sul campo, vincendo la battaglia del contrasto al Covid, prima, e della campagna di vaccinazione, poi.

Un successo che ha proiettato il Lazio in cima alla classifica delle regioni virtuose. Dalla sua D’Amato – che non ha escluso di candidarsi, “lo decideremo insieme” ha detto, ma solo dopo aver sconfitto il virus – avrebbe il vantaggio dell’opinione pubblica, che gli riconosce abnegazione e competenza. Contro, invece, il basso consenso dentro il Pd locale, non esattamente entusiasta di sostenerlo….

A fargli concorrenza è Daniele Leodori, politico locale di lungo corso che scalda i motori da un bel po’. Luogotenente di Franceschini, il vicepresidente del Lazio non brilla certo per eloquio e visibilità, ma è una macina di voti specie nelle province, dove è assai radicato.

Due le frecce al suo arco: la stima incondizionata dei 5 Stelle (fu lui a costruire l’ingresso in giunta di Roberta Lombardi e Valentina Corrado) insieme alla ragionevole certezza di vincere le primarie, qualora si imboccasse la strada dei gazebo per selezionare il candidato alla guida della Regione.

Enrico il terzo uomo

Enrico Gasbarra

Ultimo, ma non per importanza, è invece il terzo uomo: Enrico Gasbarra, ex vicesindaco e presidente della provincia di Roma, dai maligni soprannominato “rieccolo”. Per lui spingerebbe l’eterno Goffredo Bettini, in sintonia con il “partito del Campidoglio” guidato da Claudio Mancini e Mario Ciarla, che proprio per lanciarlo l’avrebbero voluto candidato alle suppletive di Roma1 (per poi proporre lo switch con Zingaretti). Ma Letta ha detto no.

In caso di lotta fratricida fra D’Amato e Leodori, potrebbe essere Gasbarra la scelta di mediazione”. 

Il clima è questo. Con il sapiente segretario regionale del Pd Bruno Astorre, veterano di mille battaglie, che avverte: “A differenza delle comunali, le regionali sono a turno unico, non c’è secondo tempo per recuperare. In più il Lazio ha vasti territori tendenti a destra: tutto il litorale laziale, la provincia di Frosinone e quella di Latina. Quindi, prima di tutto, è necessario costruire la coalizione”.

La variabile a Cinque Stelle

Roberta Lombardi (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Però la disamina dei possibili candidati alla presidenza della Regione non finisce qui. Bisognerà vedere, per esempio, come il centrosinistra approccerà nei confronti dei Cinque Stelle. Dove peraltro c’è l’assessore regionale Roberta Lombardi, in grado di competere per la presidenza.

Il centrodestra per il momento sta a guardare. Ma non avrà problemi quando si dovrà indicare il candidato. Fratelli d’Italia potrà scegliere tra Francesco Lollobrigida, Fabio Rampelli e Chiara Colosimo, nella Lega l’ipotesi di Claudio Durigon non è tramontata. E poi c’è Barbara Saltamartini.

In Forza Italia i nomi di Claudio Fazzone e Maurizio Gasparri sono sempre lì. Ma sono più teorici che altro: in una fase così delicata e di trasformazione, il senatore di Fondi intende far pesare tutto lo specifico della sua componente, ormai radicata ben oltre il Lazio. Ed un suo impegno per la Regione verrebbe interpretato come un allontanamento dal fronte più strategico.

Certo è che elezioni regionali anticipate pure nel caso Mario Draghi andasse al Quirinale sono un’autentica “bomba”. Destinata a deflagrare.