Di Majo incontra il gigante delle merci. E lo fa a Gaeta

Il presidente dell'Autorità portuale del Tirreno incontra a Gaeta gli investitori. E spiega le opportunità dell'atto di indirizzo approvato in settimana dalla Regione. Burocrazia e tasse ridotti all'osso

Li ha incontrati direttamente sul molo. Lì dove loro sono pronti a trasferirsi con i loro silos, i magazzini, i commerci ed i nuovi business. E lì Francesco Maria di Majo, gli ha spiegato i contenuti di “Blue Economy” cioè l’atto di indirizzo approvato all’inizio della settimana dal governo regionale di Nicola Zingaretti.

Il piano spiegato al Molo

Blue Economy è un percorso di rilancio per il sistema dei porti che va da Gaeta a Civitavecchia. Lo ha presentato alla Giunta l’assessore ai Lavori Pubblici Mauro Alessandri di concerto gli assessori Paolo Orneli (Sviluppo economico), Claudio Di Berardino (Lavoro), Alessandra Sartore (Bilancio), Massimiliano Valeriani (Urbanistica).

Al suo interno prevede la creazione di una zona logistica semplificata nei porti laziali di Gaeta, Civitavecchia, Fiumicino. In pratica: zone dove sono previste procedure semplificate, in deroga alle leggi vigenti nel resto del Paese. Tempi più snelli, carico e scarico più smart, alleggeriti dalla burocrazia: il tutto per attrarre nuovi investitori.

Francesco Maria Di Majo Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

Esattamente come quelli che Francesco Maria di Majo, presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Tirreno Centro Settentrionale ha incontrato sul molo del porto Salvo D’Acquisto di Gaeta.

Lì si è incontrato con i dirigenti di uno storico marchio della movimentazione portuale a livello internazionale, la “Magazzini generali Silos & frigoriferi spa”. Vale a dire il maggiore operatore di merce non containerizzato del porto di Napoli. Operatore che ha deciso di investire a Gaeta.

È già concessionario di oltre 100mila metri quadrati di aree coperte e scoperte nell’hub del Porto di Napoli. Controlla il 40% circa del totale delle aree operative destinate al traffico commerciale nell’hub. I suoi fatturati sono impressionanti. L’ultimo ha sfiorato i 100 milioni di euro. Non ha più spazi in Campania. Se c’è la Zls a Gaeta è pronta ad impiantare lì gli altri volumi.

La Ciociaria non resta a guardare

Ora ha chiesto ed ottenuto il rilascio di una concessione pluriennale. Per cosa? Per operare anche a Gaeta in quello che è il suo know how. E cioè silos portuali (tiraggio, deposito e riconsegna di cereali e sfarinato). Poi movimentazione dei cosiddetti prodotti forestali (cellulosa, rotoli e compensati).

I “Magazzini generali” poi sono storici clienti dell’ex Fiat e ora dell’Fca. I loro cargo trasportano i ricambi per l’automotive.

La scelta di Gaeta potrebbe avere a che fare direttamente con la Ciociaria. Questo con due precisi segmenti produttivi. Vale a dire le cartiere del Sorano e naturalmente lo stabilimento Fca di Piedimonte San Germano.

La Zls prevista ora nell’atto di indirizzo approvato dalla Giunta Zingaretti è stata al centro di quei colloqui con il presodente Di Majo, la commissione consultiva del porto, gli operatori già titolari di concessione.

Il presidente ha posto l’accento anche su un altro aspetto della Zls: una forte defiscalizzazione. Cioè meno tasse, molte in meno.

Come allettare soci vecchie nuovi

Il porto di Gaeta non è diventato appetibile con un colpo di bacchetta magica. Di Majo, su delega del Ministero delle infrastrutture, era stato investito della mission a giugno. Gli era stato chiesto di coordinare un gruppo di lavoro per redigere, entro cinque mesi, il documento finale.

Un porto per essere competitivo su scala nazionale ed internazionale ha bisogno di spazi. E di una potenziata viabilità. Alla governance dei “Magazzini generali” il presidente dell’Asdp ha annunciato la fruibilità, entro la seconda decade di novembre, di ulteriori 70mila metri quadrati di piazzali.

Nicola Zingaretti, la giunta laziale ha concesso la Zls a Gaeta

Questo grazie ad un intervento di imbonimento. Intervento derivato dal completamento delle banchine realizzate con un escavo quasi raddoppiato.

Di Majo ha capito da tempo una cosa. Che molti operatori campani e del Mezzogiorno non hanno più a disposizione gli spazi necessari per movimentare le proprie merci presso il porto commerciale di Napoli.

Anche l’hub di Salerno è diventato saturo. E pertanto lo scalo commerciale più vicino, geograficamente parlando, per movimentare le proprie merci è diventato quello di Gaeta.

Ad uno sperimentale retroporto si è affiancato il miglioramento, in fase di ultimazione, della viabilità di accesso. E’ quella lungo la strada regionale Flacca. Viabilità in un snodo viario strategico all’ingresso del centro abitato del popoloso quartiere de La Pjaia.

Campania chiede, Lazio offre

L’accelerazione da parte della Giunta Zingaretti della creazione dellle Zls potrebbe significare molto sul piano politico, per la possibile conferma di Di Majo nella stanza dei bottoni a Molo Vespucci a Civitavecchia. Il mandato presidenziale dell’avvocato romano scade il 24 novembre.

La concorrenza è spietata, le candidature sul campo sono di livello. E di Majo sa di avere i nemici in casa. Tra questi il sindaco leghista di Civitavecchia Ernesto Tedesco. Poi la Cgil ed il Pd della città che ospita il porto più importante del Lazio. Ma Di Majo vuole giocarsi la partita sino in fondo. Ha scritto una lettera di quattro cartelle al presidente Nicola Zingaretti in cui manifesta la disponibilità a succedere a se stesso.

La ministra Paola De Micheli

La nomina spetta per legge al Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli. Tuttavia il parere della Regione è vincolante. Se il governatore optasse per altre soluzioni gestionali, le chances di Di Majo diventerebbero nulle.

Le ipotesi sul tappeto sono praticamente due: nomina diretta. Oppure un commissariamento dell’ex Autorità portuale del Lazio (attribuito allo stesso Di Majo). Questo con lo stratagemma di attendere l’esito di alcuni bandi. Bandi promossi per il conferimento dell’incarico di presidente di altre Autorità italiane di sistema portuale.

Con quest’ultima soluzione la Regione prenderebbe tempo per vagliare ulteriormente l’operato di Majo.

Di Majo: “5 lingue vi bastano?”

Di Majo che senza peli sulla lingua ammette: «Si è vero, ho incontrato molte difficoltà e avversità all’interno dell’ente. Perché sono stato accolto da tanti e gratuiti pregiudizi. Mi avrebbe fatto piacere se qualcuno, prima di parlare o scrivere, avesse avuto briga di conoscere il mio curriculum. Ho diretto per due anni l’Ufficio Contenziosi del Ministero Affari Esteri. Ho avuto l’incarico di referente della Corte di Giustizia Europea. Parlo perfettamente cinque lingue straniere. Cioè inglese, francese, spagnolo, tedesco e ceco. Per chi riveste un ruolo con cui sei costretto ad interloquire con mezzo mondo penso che non sia di poco conto».

Di Majo afferma che le scelte della ministra De Micheli saranno «mirate e precise». Ma dalla sua parte sa di aver alcune frecce pronte nell’arco. O meglio, le ha già scoccate. Attraverso il Mit sono arrivate a Palazzo Chigi proposte progettuali per oltre 830 milioni di euro da finanziare con i fondi del Recovery Fund. Una scheda della quale riguarda l’ulteriore potenziamento, molto futuribile, del porto commerciale di Gaeta.

Il porto commerciale di Gaeta

Ma nella lettera a Zingaretti un capitolo è riservato alla capacità della gestione di Di Majo di mettere fieno in cascina. Non solo tanti cantieri aperti grazie al sostegno finanziariario dell’Unione Europea. Ma anche 195 milioni di euro erogati dalla Bei, la Banca europea degli investimenti. E 100 milioni stanziati dal governo nazionale. Andranno a potenziare Civitavecchia e realizzare un vero e moderno porto a Fiumicino.

L’asso delle autostrade del mare

Obiettivi: continuità dopo una stabilizzazione, “migliorandoli”, dei rapporti con la struttura tecnico-amministrativa dell’Asdp. («Sono particolarmente orgoglioso. Orgoglioso di aver modestamente contribuito a far brillare delle aree di assoluta eccellenza. Quella tecnica, in particolare, è stellare»).

Poi il via ad una politica «che inizialmente pochi avevano sostenuto». Politica per rendere i porti di Civitaveccchia, Fiumicino e Gaeta “green” ed ecosostenibili. Poi la progettazione di tre “Autostrade del Mare”. Cioè sono le rotte Civitavecchia-Orte-Ancona, Civitavecchia-Roma-Ortona-Pescara e Civitavecchia-Gaeta-Bari-Brindisi.

«Non servirsene sarebbe un peccato mortale». E se di Majo non dovesse spuntarla? L’interessato, tirando il fiato, conclude con una battuta: «C’è tanto da fare. Sinceramente mi farebbe piacere continuare a lavorare per qualificare la portualità in questa regione. Se non dovesse essere possibile, tornerei al mio mestiere di avvocato. Il lavoro arretrato anche lì è tanto…».