Una proposta di legge per i pazienti che lottano contro il cancro

Carmine Di Mambro, consigliere comunale di Cassino è impegnato in prima linea nella lotto contro i tumori. Che hanno provato a portarselo via. Una lotta non solo dal punto di vista medico. Ma soprattutto sociale. Ora ha messo a punto una proposta regionale: nata da ciò che ha visto durante le cure

di Carmine DI MAMBRO

Consigliere comunale Cassino

In prima linea contro i tumori

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Approfitto ancora una volta del blog Alessiporcu.it per fare alcune considerazioni che mi stanno a cuore. (leggi qui l’intervento precedente: La mia battaglia contro il cancro)

 

Mi sono posto diverse volte la stessa domanda, come sconfiggere il cancro. Non solo dal punto di vista medico, sia chiaro. Ma dal punto di vista sociale. Perché questa patologia non strazia solo i corpi: dilania anche i cuori di famiglie intere.

Il Registro Tumori? Si, ma è solo il primo passo.

 

La domanda di cui sopra è diventata un tarlo nella mia mente. E visto che chi di dovere non ci pensa o ha altro a cui pensare, ho deciso di alzare definitivamente l’asticella.

Nei mesi trascorsi in ospedale ho avuto modo di conoscere tante persone, provenienti da ogni parte della nostra regione. La maggior parte di queste persone erano accumunate da due problemi: il cancro e la perdita del lavoro a causa di questa malattia.

L’articolo 2110 del Codice Civile ed i contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) prevedono che in caso di assenza per malattia sia garantita al lavoratore, oltre alla copertura contributiva e dell’indennità di malattia, la conservazione del posto di lavoro per un determinato periodo di tempo, ovvero il periodo di comporto.

 

IL CANCRO E IL LAVORO

Occorre preliminarmente specificare che la legge non prevede una disciplina specifica del periodo di comporto per lavoratori affetti da patologie oncologiche o in attesa di trapianto. Rinviando alla contrattazione collettiva la regolamentazione, nonché la previsione di eccezzioni rispetto alla regole comuni.

Quasi tutti i contratti di lavoro, in caso di superamento del periodo di comporto retribuito, consentono al lavoratore di chiedere un’ulteriore periodo di aspettativa non retribuita anche se, come accade spesso,  nei peggiori dei casi, soprattutto nelle piccole e medie imprese, ci sono licenziamenti.

Il computo del periodo di comporto, però, è particolarmente svantaggioso in caso di malattie oncologiche o in attesa di trapianto per le quali, come è noto, possono facilmente alternarsi periodi di parziale abilità al lavoro. Con altri di completa disabilità fisica, solidamente a ridosso di cicli di trattamento chemioterapico o di intervento chirurgico, in cui è impossibile prestare l’attività lavorativa e risulta necessario assentarsi per malattia.

 

UN QUADRO NORMATIVO LACUNOSO

Al riguardo si osserva, inoltre, che se da un lato gli strumenti assistenziali e previdenziali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici affetti da patologia oncologica appaiono sufficientemente delineati, dall’altro lato l’attuale quadro normativo a tutela del posto di lavoro dei lavoratori affetti da patologie oncologiche o in attesa di trapianto è alquanto generico e lacunoso.

Anche se ci sono ipotesi di prolungamento del periodo di comporto, va osservata ,altresì, la necessità di promuovere nuovi diritti dei malati di Cancro a fronte di nuovi bisogni di riabilitazione espressi dalle persone colpite da neoplasie. In particolare l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti deboli e, pertanto, la piena valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici che incontrano la malattia, favorendo lo sviluppo di un nuovo e più preciso sistema di ammortizzatori sociali, anche regionali, che superi la funzione meramente assistenziale e soprattutto l’ostruzionismo di alcuni datori di lavoro.

Non rileva il fatto che questo diritto potrebbe determinare una natura esclusiva rivolta soltanto ai lavoratori affetti da una patologia oncologica o in attesa di trapianto e che, di conseguenza, questa condizione creerebbe differenze di trattamento che apparentemente potrebbe anche dar luogo a situazioni di discriminazione tra questi soggetti e altri lavoratori con una patologia cronica.

 

LA PROPOSTA DI LEGGE

Non rileva per la natura stessa della patologia oncologica o di trapianto che, a differenza di altre patologie gravi e croniche, pur potendo evolvere sempre più frequentemente in guarigione, in ogni caso comporta una grave disabilità temporanea connessa alla fase acuta della malattia, alle terapie antitumorali e anti rigetto ed ai conseguenti, gravi effetti collaterali.

È per questo, care direttore, che ho scritto una proposta di legge regionale dal nome “Proposta di legge regionale del Lazio per un fondo di sussidio a pazienti oncologici o in attesa di trapianto”.

Grazie direttore per l’aiuto che sta dando a far veicolare queste azioni che dovrebbero essere intraprese da altri.