Game over: la partita di D’Alessandro è finita

Il presidente dell'Ordine degli avvocati e consigliere di maggioranza Giuseppe Di Mascio con un post stacca la spina alla maggioranza del sindaco D'Alessandro. Domani alle 18 vertice e dimissioni se non ci saranno i numeri. Fitta telefonata Fardelli - De Angelis per la linea del centrosinistra

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Game over: per titolo ha scelto la scritta che appariva nei flipper durante gli anni Settanta, quando la biglia d’acciaio andava oltre la linea di salvataggio e non c’era più modo di recuperarla. Partita finita nel flipper del Comune di Cassino. Al sindaco Carlo Maria D’Alessandro ora resta solo da ufficializzare la fine della sua esperienza amministrativa: ha già convocato per le ore 18 di lunedì la sua ex maggioranza, al fine di contare chi è rimasto con lui e chi ha già raccolto le carte dai cassetti.

Lunedì le dimissioni

Il messaggio inviato alla chat interna di WhatsApp che riunisce i consiglieri di maggioranza è stato scritto dopo avere letto gli ultimi aggiornamenti su Alessioporcu.it. In quelle poche righe il sindaco annuncia che “in seguito alle dichiarazioni rese in questi giorni, la riunione di domani alle ore 18:00 avrà all’ordine del giorno la verifica politica, al fine di assumere insieme le determinazioni conseguenti“.

Non ha i numeri. Non ha più una maggioranza. Né politica né amministrativa. Le determinazioni conseguenti sono solo di un tipo: dimissioni immediate, irrevocabili, definitive.

Game Over

Ad accendere la scritta Game Over sul flipper al quale stava giocando la partita Carlo Maria D’Alessandro è stato Giuseppe Di Mascio. Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cassino, leader del gruppo civico reAzione che esprime in giunta l’assessore Beniamino Papa: Di Mascio per due volte è stato in predicato di essere candidato sindaco a capo di una coalizione di centrodestra. Entrambe le volte è stato silurato.

L’hanno buttato giù perché non è gestibile, non è disposto a farsi mettere la briglia e guidare dalla politica, non è funzionale agli obiettivi dei Partiti strutturati. La prima volta gli è stato preferito il dottor Carmelo Palombo (battuto da Giuseppe Golini Petrarcone), la seconda gli hanno messo davanti Carlo Maria D’Alessandro (arrivato ora a fine partita). In entrambi i casi c’erano le impronte digitali di Mario Abbruzzese.

Ora il presidente Di Mascio pareggia i conti. E con un post dal titolo “Game Over” annuncia che si andrà a casa.

La partita è finita

Ha iniziato a scrivere quel post dopo avere letto l’intervista alla capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli su Alessioporcu.it. (leggi qui Verso il precipizio, Chiusaroli: «L’azzeramento non è negoziabile. Andiamo in opposizione»). Nella quale c’è un messaggio politico chiaro: non è negoziabile la richiesta di azzeramento della giunta e di tutte le cariche Consiliari (comprese quelle negli Enti partecipati), avanzato dai tre dissidenti azzurri che formano gruppo con Chiusaroli. Andranno in opposizione perché il sindaco non è disposto a cedere. E quindi? Accenderanno e spegneranno la maggioranza a piacimento.

È abbastanza per far dire a Peppino Di Mascio: io non ci sto, a questo punto me ne vado io.

Nella sua analisi affidata alla bacheca Facebook spiega: «L’ultima crisi dell’Amministrazione D’Alessandro che vede contrapposti il Sindaco ed i cosiddetti “dissidenti” è’ il segnale inequivocabile che la maggioranza consiliare non esiste più. Bisogna prenderne atto a prescindere dalla individuazione delle colpe».

Per il due volte candidato sindaco mancato, le colpe «almeno in quest’ultima crisi, vanno equamente divise tra il sindaco ed i quattro consiglieri dissidenti. (il documento di dissenso è stato firmato anche da Antonio Valente di Noi con l’Italia NdA). Tutti hanno dimostrato di ignorare la responsabilità del ruolo che rivestono anteponendo le proprie posizioni all’interesse della Città».

Sindaco incapace di gestire

L’avvocato Giuseppe Di Mascio individua i colpevoli ed anche le colpe. «La Politica è innanzitutto confronto e ricerca della sintesi: non ci si può sedere al tavolo delle trattative mostrando i muscoli per cercare di dimostrare chi sia il più forte. Il Sindaco ha ancora una volta dimostrato di non avere nessuna capacità nella gestione politica della sua maggioranza».

Elenca tutte le rotture avvenute nel corso dell’amministrazione. Ne individua la matrice politica. Conferma l’analisi fatta nei giorni scorsi da Alessioporcu.it: ogni rottura è servita per allontanare i personaggi con il maggiore tasso di esperienza, con il peso per poter condizionare le scelte: ogni crisi è finita con il rafforzamento del sindaco e l’allontanato degli sconfitti (leggi qui il riepilogo della crisi Si dimettono in tre: ma restano in maggioranza)

«La rottura con il Consigliere Giuseppe Sebastianelli, poi con la Lega, infine con i quattro dissidenti ne è la riprova. Questi ultimi nel rivendicare come atto imprescindibile l’azzeramento della Giunta spostano il dibattito sulla mera distribuzione delle poltrone senza avanzare richieste specifiche su progetti e obbiettivi amministrativi. La guerra interna a Forza Italia non può svolgersi sulle spalle dei cittadini».

Carlo dimettiti

Per Di Mascio, la situazione che si è venuta a creare equivale ad avere un sindaco sotto ricatto politico. Ricorda che dopo la dichiarazione di dissesto nei conti cittadini restava poco da fare: «realizzare quei punti condivisi che hanno portato a suo tempo il Sindaco a ritirare le sue dimissioni e alla sua maggioranza a bocciare in Consiglio la mozione di sfiducia. Non è possibile che chi si stracciava le vesti implorando il Sindaco a ritirare le sue dimissioni ora pensi di tenere in scacco la maggioranza assicurando a suo piacimento il numero legale per tenere i consigli comunali».

Il post si conclude con un lapidario invito alle dimissioni per Carlo Maria D’Alessandro. «Se la situazione è questa con grande responsabilità il Sindaco ed i 12 consiglieri di maggioranza devono rassegnare le dimissioni e restituire agli elettori la possibilità di decidere le sorti della nostra Città. Un progetto nato vincente e con grandi prospettive e’ purtroppo naufragato per la miopia politica di chi non si rende conto, ancora oggi, che la politica deve essere al servizio del bene comune e non delle aspirazioni personali».

Intreccio di telefonate

Appena apparso quel post i telefoni sono diventati roventi. Carlo Maria D’Alessandro ha fatto un giro di chiamate. Poi ai fedelissimi ha girato un appunto tramite WhatsApp: «Credo che il post di Peppe Di Mascio chiuda la partita».

La linea tra Cassino e Frosinone è diventata incandescente. Il segretario cittadino del Pd Marino Fardelli ed il leader della corrente maggioritaria del Pd in provincia di Frosinone Francesco De Angelis hanno subito messo le mani avanti. Una versione sostiene che tutt’e due abbiano iniziato la telefonata dicendo nello stesso momento la frase «Che dobbiamo fare?».

Il Partito Democratico è più diviso di tre anni fa quando si lacerò sulle candidature a sindaco di Giuseppe Golini Petrarcone e di Francesco Mosillo. Ottenendo solo la consegna della città nelle mani del centrodestra di Carlo Maria D’Alessandro. Ora sono almeno tre gli aspiranti. Petrarcone vuole la rivincita, Mosillo ha detto da tempo che intende concentrarsi sulle aziende di famiglia e per questo potrebbe sostenere Sarah Grieco, il segretario Marino Fardelli potrebbe essere un punto di sintesi, l’avvocato Gianrico Ranaldi alle scorse Politiche ha ottenuto i voti praticamente da solo.

La telefonata tra De Angelis e Fardelli è durata una ventina di minuti. Pare che Francesco De Angelis sia stato pragmatico, sostenendo: “Non facciamo l’errore della volta scorsa: niente divisioni. Chiunque sia intenzionato a candidarsi lo faccia: organizziamo le primarie aperte ad iscritti, simpatizzanti, associazioni e tutto ciò che può avere voce in capitolo. Chi prende un voto in più è il candidato sindaco di tutti. Chi prova a non rispettare il verdetto popolare è scomunicato”.

Le prossime mosse

Le prossime mosse sono tutte scritte in agenda. Lunedì alle 18 il sindaco riunisce ciò che resta della sua maggioranza e si conta: se non ha i numeri si dimette la sera stessa.

Martedì sera c’è la riunione di Forza Italia convocata dal coordinatore regionale Claudio Fazzone per dirimere la spaccatura (leggi qui Fazzone mette mano alla crisi di Cassino: vertice per evitare la sfiducia al sindaco). Alla quale il sindaco aveva già fatto sapere che non sarebbe andato (leggi qui Caro Claudio decidete senza di me: D’Alessandro non va al vertice anti crisi). Se quella riunione si terrà, significa che lunedì una possibile sintesi è stata individuata.

Prima delle due riunioni, Mario Abbruzzese, vice responsabile nazionale Enti Locali di Forza Italia ed avversario giurato di Fazzone, farà un ultimo giro delle truppe. Se esiste una via per vincere la partita darà il via alla riunione delle 18 di lunedì: altrimenti farà saltare tutto prima che arrivi Fazzone, rendendo inutile la sua missione. Perché non si consegna il proprio feudo ancora in piedi all’avversario.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright