Di Stefano l’ha fatto: addio Lega, ora è Made in Sora

Luca Di Stefano ha lasciato la Lega. Verso le 16 ha protocollato in Comune la nascita del nuovo gruppo consiliare MadeInSora che poi era anche l’hashtag del suo manifesto elettorale nel 2016. Poi ha chiamato l’onorevole Francesca Gerardi e glielo ha comunicato.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il Carroccio resta senza una ruota. Il suo storico capogruppo in consiglio comunale a Sora Luca Di Stefano se n’è andato. Ha lasciato il Partito che aveva rappresentato all’opposizione per quattro anni. Aveva rifiutato la presidenza del Consiglio Comunale ed un assessorato, pur di restare contro il governo cittadino di Roberto De Donatis. Voleva condurre la Lega alle elezioni, capitanando il fronte contro l’attuale amministrazione.

Invece è cambiato tutto nel giro di un anno. Con la salita sul Carroccio fatta a dicembre 2019 dal consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli. Con lui è salito sul carroccio anche Lino Caschera, consigliere comunale che da cinque anni sta in maggioranza. Creando così il paradosso: una Lega all’opposizione con Di Stefano, una Lega in maggioranza con Caschera.

Il punto di rottura c’è stato l’altro giorno. Quando Lino Caschera ha votato il Bilancio previsionale e programmatico dell’Amministrazione De Donatis.

Luca Di Stefano aveva avvertito che sarebbe stato il punto di non ritorno. Perché avrebbe significato “che il partito ha scelto da che parte stare”.  E cioè in maggioranza. (leggi qui Di Stefano rompe il silenzio: ultimatum alla Lega).

Oggi la decisione dell’ormai ex capogruppo consiliare della Lega: ufficializzare l’abbandono e tornare alle origini.

Poche righe per cambiare rotta

LUCA DI STEFANO CON LINO CASCHERA IN ESTATE

Erano circa le 16 quando il consigliere comunale è entrato nella sede del Municipio di Corso Volsci, 111 e ha protocollato un foglio con poche righe di testo. In cui comunica al presidente del Consiglio la costituzione di un nuovo gruppo consiliare: Gruppo Misto – Made In Sora. L’altro gruppo, La Lega Salvini Premier non esiste più, almeno per ora. Qualcun altro potrebbe sempre decidere di ricostituirlo dall’altra parte della barricata, sui banchi della maggioranza.

Poche righe dunque. Due o al massimo tre. Che hanno cambiato la rotta della politica a Sora. E soprattutto il percorso per la nascita del Centrodestra unito. Ora gli interlocutori di Fratelli d’Italia e Forza Italia dovranno necessariamente essere altri.

Telefonata a Gerardi: “Ripensaci”

Poche righe dunque a cui non è seguita alcuna comunicazione ufficiale ai vertici provinciali del partito a Frosinone. Nessuna carta bollata insomma. Nessuna e-mail. Soltanto una telefonata, all’onorevole Francesca Gerardi, già coordinatrice provinciale della Lega ed ora vice coordinatrice regionale. La stessa con cui Luca Di Stefano aveva intrapreso il percorso politico oggi interrotto.

L’onorevole Francesca Gerardi

«Visto che è stata coordinatrice provinciale del Partito le ho comunicato la mia volontà di uscire dalla Lega»: Luca Di Stefano lo ha detto ad Alessioporcu.it subito dopo la comunicazione della costituzione del nuovo gruppo. Costituzione annunciata dal banco della Presidenza d’aula all’inizio della seduta per l’approvazione degli Equilibri di Bilancio. Seduta in programma per le 17 di oggi ma iniziata con qualche minuto di ritardo per via dei lavori delle Commissioni consiliari riunite che si sono protratti oltre il previsto.

Non una parola di più da parte di Luca Di Stefano sul contenuto della telefonata alla deputata. Lei gli avrebbe chiesto di ripensarci e di rimanere. Ma ormai il solco è tracciato.

«Ero arrivato al punto di essere costretto a scegliere fra il Partito e la mia città. Ho scelto Sora, sceglierò sempre la mia città».

Eppure tutti avevano garantito che l’obiettivo è l’unità del Centrodestra con il candidato sindaco da scegliere insieme. Perché non ha avuto fiducia?

«Rimanere nella Lega avrebbe significato per me scendere a compromessi con l’attuale Amministrazione. Ritengo doveroso e giusto portare rispetto ai cittadini sorani che mi hanno votato per stare all’opposizione. Non me la sono sentita di diventare complice di qualcosa di cui devo invece essere l’alternativa».

Il ragionamento di Luca Di Stefano è semplice. Nella Lega c’è anche il consigliere Caschera che sta in maggioranza. Ma che sta anche nella segreteria regionale dell’onorevole Pasquale Ciacciarelli. E più volte Caschera e il suo assessore Veronica Di Ruscio hanno affermato di voler sostenere il sindaco uscente De Donatis. Quindi prima o poi, anzi nelle prossime ore, Di Stefano avrebbe per forza di cose dovuto confrontarsi con loro. E dopo quasi cinque anni di opposizione, di cui oltre due come capogruppo della Lega.

Ciacciarelli, Di Ruscio e Caschera

«Ringrazio chi con me ha condiviso in questo partito il vero spirito della Lega che oggi non esiste più».

La sua scelta scaturisce da quanto accaduto sabato?  

«La mia scelta è la conclusione di un percorso di riflessione intrapreso già da alcuni mesi».

Sabato scorso, infatti, proprio a Sora, Pasquale Ciacciarelli ha inaugurato uno sportello per i finanziamenti regionali ed europei. Lo ha fatto con professionisti del territorio che si sono messi a disposizione. Verranno coordinati da Filippo Porretta, uno dei membri dell’ex direttivo Lega Sora. Membro entrato in contrasto con Di Stefano e in sintonia con Caschera proprio sulla posizione che il partito deve assumere a Sora. Ciacciarelli dal canto suo proprio sabato aveva chiarito ai microfoni di alessioporcu.it che «l’iniziativa non è politica ma rappresenta un’opportunità per gli imprenditori».

Ciacciarelli-Porretta: asse ‘apolitico’

E a proposito della spaccatura in seno alla Lega aveva detto: «Il nostro obiettivo è il Centrodestra unito. Nulla è stato ancora deciso sulla figura del candidato sindaco». Evidentemente Di Stefano non gli ha creduto.   

Quello del consigliere di minoranza non dà affatto l’impressione di essere un addio. Mesi fa aveva annunciato un progetto di centrodestra alternativo a De Donatis e senza Fratelli d’Italia. Nel frattempo ci sono stati degli sviluppi ma già quando si è arrivati al tavolo per la scelta del candidato sindaco unitario i giochi erano cambiati di nuovo. (leggi qui Ad un passo dalla rottura: il tavolo del centrodestra trema). Per via del tesseramento di Lino Caschera annunciato da Pasquale Ciacciarelli (leggi qui Caos Lega: tessera a Caschera. Mezza al governo, mezza in minoranza).

Cosa accade ora            

Con l’abbandono di Luca Di Stefano la Lega dovrebbe passare definitivamente e ufficialmente nelle mani di Lino Caschera. Caschera che fino a qualche giorno fa era fedelissimo sostenitore di un De Donatis bis.

Massimiliano Bruni, Roberto De Donatis

Fratelli d’Italia è già in maggioranza ma è sempre più unito. Di recente infatti, anche il presidente del Consiglio comunale Antonio Lecce e la sua vice Simona Castagna si sono tesserati al partito di Giorgia Meloni. Ebbene si. Non lo avevano ancora fatto. Pur avendo costituito insieme a Massimiliano Bruni il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia non avevano ancora ufficializzato l’adesione. Ora però lo hanno fatto e questo, in teoria, dovrebbe significare che la linea del partito adesso è unica e inequivocabile.

Di sicuro c’è che il candidato sindaco deve riconoscersi nei valori del centrodestra. E nel caso di Roberto De Donatis la condizione imprescindibile dovrebbe essere addirittura il previo tesseramento.

Resta l’incognita Forza Italia: si spera in un commissariamento che possa portare il partito azzurro nelle mani del capogruppo consiliare alla Provincia Gianluca Quadrini. Anche lui insieme alla consigliera Floriana De Donatis potrebbero sostenere il sindaco uscente per un bis. De Donatis che nel frattempo si è autosospesa. Questo dopo i feroci attacchi da parte del commissario cittadino Vittorio Di Carlo e del coordinatore regionale Claudio Fazzone (leggi qui La scomunica per Gianluca sulla via politica di Sora). Così il disegno di De Donatis (leggi qui De Donatis senza tessera punta a farsi rieleggere dal Centrodestra) potrebbe realizzarsi.

E se anche Fdi decidesse di correre da solo con un progetto identitario, come più volte annunciato dal partito, il primo cittadino uscente avrebbe comunque raggiunto ilo suo obiettivo: divide et impera.