L’idea delle dimissioni in massa? È stata di Sergio Pirozzi

È stato Sergio Pirozzi ad ideare e mettere in giro l'ipotesi di dimissioni in massa delle opposizioni per provocare la caduta dello Zingaretti bis pochi minuti dopo la proclamazione. No da M5S. Perplessità da Parisi. E Robilotta: "Serve solo a coprire patto Zingaretti - M5S"

L’idea è stata di Sergio Pirozzi. La manovra di sabotaggio del nuovo Consiglio Regionale del Lazio l’ha ideata lui. (leggi qui Dimissioni in massa per far cadere Zingaretti? Un suicidio ma per il Centrodestra)

«È una iniziativa politica piuttosto semplice, che consentirà però di scoprire tutte le carte e vedere chi veramente era d’accordo con chi: attendere la proclamazione degli eletti e poi recarsi da un notaio per ufficializzare le dimissioni in blocco di tutti i consiglieri regionali di minoranza, dopodiché indire una conferenza stampa per spiegare a tutti quello che succederà, ovvero che la regione Lazio tornerà al voto entro 60 giorni e che Nicola Zingaretti non potrà più ricandidarsi».

L’ha spiegata così, nel pomeriggio, il sindaco di Amatrice e neoeletto consigliere regionale, Sergio Pirozzi. Conferma le indiscrezioni anticipate da Simone Canettieri su Il Messaggero questa mattina: un piano in base al quale tutti i consiglieri regionali di minoranza dovrebbero dimettersi in blocco subito dopo la proclamazione degli eletti, determinando in  la caduta dell’intera assise regionale. Perché Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni ma per un paradosso della nuova legge elettorale ha un consigliere in meno delle opposizioni.

 

Sergio Pirozzi ammette «L’idea è partita da me, lo confermo. Un’iniziativa di questo genere avrebbe effetti anche al livello nazionale, perchè si pone una questione delicata in tema di alleanze tra le forze politiche». Il tutto, stando al piano Pirozzi, doveva avvenire senza entrare in aula «senza avviare la spartizione delle poltrone, delle segreterie, dei pani e dei pesci».

«Per chi ci sta ho già trovato il notaio, quindi l’iniziativa sarà anche a costo zero per tutti – sorride Sergio Pirozziper chi invece non accetterà vorrà dire invece che sono altre le dinamiche in gioco. In questo modo scopriremo anche, una volta per tutte, chi ha accordi sottobanco con chi. Io non ho necessità di poltrone, di sistemare parenti o amici, la mia è una mossa politica per riportare al voto la Regione».

 

Un progetto che però è naufragato prima ancora di nascere. Il Movimento 5 Stelle ha detto che non ci sta. Lo ha chiarito la leder del gruppo in Regione, Roberta Lombardi, spiegando che il M5S la sfiducia a Nicola Zingaretti è disposto a votarla ma in aula e solo di fronte a fatti e politiche che non siano efficaci per i cittadini del Lazio. (leggi qui Il M5S non sfiducerà Zingaretti)

In mattinata anche Forza Italia aveva espresso perplessità per voce del consigliere uscente Mario Abbruzzese secondo il quale «è il momento della responsabilità».

 

Una linea confermata a stretto giro da Donato Robilotta, già assessore regionale agli Affari Istituzionali e figura di spicco nel pensatoio di Parisi: «dimissioni possibili ma irrealistiche».

Definisce la proposta di Pirozzi «fumosa e campata per aria. Infatti, la sua principale interlocutrice, a detta del sindaco di Amatrice, Roberta Lombardi, non essendo stata consultata ha preso le distanze in maniera abbastanza netta. Inoltre ho molte perplessità sulla bontà della sua proposta, perché al di là’ della fattibilità tecnica, tutta da verificare, se Pirozzi avesse voluto raggiungere il risultato che dice di prefiggersi oggi avrebbe semplicemente dovuto sostenere Stefano Parisi, candidato del centrodestra, per evitare la vittoria di misura di Zingaretti. Non vorrei che tutto questo polverone serva solo ad aiutare ancora una volta Zingaretti e a coprire la vera notizia del giorno: il suo tentativo di fare l’accordo con i 5 stelle». Lo dichiara, in una nota, Donato Robilotta, responsabile regionale di Energie per l’Italia.