Direttore del Distretto B, Abbruzzese contro l’Asl: una nomina “sartoriale”

da L’INCHIESTA QUOTIDIANO

Il consigliere regionale di opposizione Mario Abbruzzese ha presentato un’interrogazione al presidente Zingaretti, per avere chiarimenti circa la nomina del direttore del Distretto B della Asl di Frosinone, «circostanza – precisa l’esponente di Forza Italia – che è diventata una cosa dell’altro mondo. Solo la fantascienza può trovare giustificazione e spiegazione alla nefandezza amministrativa che si sta consumando». Abbruzzese usa un linguaggio estremamente duro nel sostenere che «le dirigenze Asl hanno messo in campo contempo- raneamente tutta l’arroganza, la capacità di prevaricazione, il non rispetto di norme e regole, l’incoscienza delle conseguenze legali, per confezionare una siffatta “nomina sartoriale”».

Ma cos’è successo? «Si inizia con la delibera 182 con cui si prevede per il conferimento dell’incarico un avviso interno. Trattasi però di incarico di Struttura Complessa, che la legge vieta di affidare con selezione interna, ma prevede l’espletamento di un procedura concorsuale pubblica aperta anche ai medici convenzionati esterni. Si continua con il bando del 18 giugno 2015 dell’avviso interno aperto agli esterni. I medici convenzionati sono da ritenersi a tutti gli effetti non dipendenti interni alla Asl, ma bensì liberi professionisti esterni, convenzionati, lo dice il nome stesso, con la Asl. Così come è acclarato che un avviso interno, lo dice il nome stesso, è riservato solo agli interni. Travisare o male interpretare un concetto così chiaro, evidente, elementare, è cosa da fantascienza».

«Purtroppo – arriva al dunque Abbruzzese – nella Asl di Frosinone la realtà supera la fantascienza, tanto che è dato per scontato, e già riportato dagli organi di stampa che questo bando sartoriale, sarebbe stato confezionato come un abito su misura, per un candidato esterno all’avviso interno illegittimo. Si sono create le premesse a un futuro contenzioso perfetto, che compendia anche intenzionalità di ingiusto danno, ingiusto vantag- gio, danno erariale, violazione del contratto sociale sulla salute». Un atto di accusa gravissimo quello di Abbruzzese, rispetto al quale sicu- ramente ospiteremo le puntualizzazioni e le repliche della direzione Asl.

Intanto, a seguito delle voci di chiusura del reparto di Ginecolo- gia e Ostetricia dell’ospedale San Benedetto di Alatri, il sindaco ingegner Giuseppe Morini, ha inviato ferma richiesta al Dg della Asl di Frosinone, dottoressa Isabella Mastrobuono, affinché la stessa smentisca categoricamente queste voci e confermi quanto concordato alla Regione Lazio tra i Sindaci del Territorio e i vertici regionali, sul consolidamento dei reparti presso il nosocomio alatrense. Pena l’annullamento dell’incontro previsto per domani in municipio. «Gentilissima dottoressa – scrive Morini -, relativamente alla sua richiesta di incontro presso la sala consiliare di questo Comune, peraltro già concordato, sono a manifestare, invece oggi, tutta la mia perplessità circa la riuscita della manifestazione. Ciò a causa di voci che provengono dalla stessa Azienda Sanitaria e che rappresentano di un incontro con i Dirigenti Medici del San Benedetto, nel quale il suo Direttore Sanitario avrebbe annunciato la prossima chiusura di alcuni reparti, in primis Ginecologia e Pediatria, ed il conseguente trasferimento presso il nosocomio di Frosinone di questi operatori. Capirà così come ci si presenta, la situazione non volge sicuramente a favore di un sereno e proficuo confronto. Sono pertanto a chiederle che lei smentisca categoricamente queste voci e confermi invece quanto assicurato dai Vertici Regionali (Presidente Zingaretti, dottor D’Amato, Consigliere Buschini) non più di una settimana fa a Roma, nel merito dell’assegnazione di personale medico per il Pronto Soccorso e il Reparto di Ostetricia dell’Ospedale S. Benedetto, alla presenza del sottoscritto accompagnato dai colleghi Sindaci di Guarcino Fumone, Vico nel Lazio, Trivigliano e Torre Cajetani. In caso non fosse in grado di assicu- rare quanto richiesto, per ovvi mo- tivi di opportunità e sicurezza, dovrò ritenere l’incontro annullato».

Intanto Giovanni Magnante, referente Coordinamento provinciale sanità, dopo la conferenza stampa del Partito Socialista Italiano di cui abbiamo ampiamente riferito sulnumero di ieri, interviene sulla situazione sanitaria della provincia di Latina rispetto a Frosinone. «Frosinone ha il DEA di I livello, possiede 1370 posti letto (979 pubblici + 391 convenzionati), non possiede poli universitari, i reparti specialistici sono sottodimensionati. Poiché riteniamo giustissimi i servizi e la strutture che sono a Latina, valutiamo inaccettabile il fatto che una situazione analoga non si sia concretizzata a Frosinone, essendo oltre che motivo di garanzia sanitaria, anche volano di sviluppo economico». Il Decreto Ministeriale n. 70-2015 pubblicato sulla GU il 04.06.2015 stabilisce i nuovi standard ospedalieri su tutto il territorio nazionale, e deve essere recepito dalle Regioni con provvedimento regio- nale entro tre mesi.

«Tale provvedimento regionale – precisano dal Coordinamento per la sanità – è l’occasione per la provincia di Frosinone, che ha già la individuazione del Dea di I livello, per ottenere il riconoscimento del Dea di II livello sul suo territorio provinciale, con superamento del vecchio Decreto del Commissario ad Acta n. 368-2014 della Regione Lazio. Infatti i requisiti previsti per passare come Dea dal I al II livello possono essere soddisfatti. I 600.000 utenti richiesti si ottengono includendo nel bacino di utenza oltre la popolazione residente della provincia (circa 500 mila persone), anche i presenti per altre motivazioni (flussi turistici, studenti, lavoratori non anagraficamente residenti), in analogia con quello che già è stato fatto per la città di Roma, la cui popolazione è stata aumentata rispetto ai residenti anagrafici quando la regione ha fatto i calcoli per la rete ospe- daliera su Roma città (DCA 247- 2014 e DCA 368-2014). Il Dea di II livello richiede 70.000 accessi annui almeno e il presidio di Frosinone è ad 80.000. Il Dea di II li- vello richiede la presenza di specialità particolari, anche senza posti letto dedicati. Si consideri che di queste sono attualmente presenti: l’emodinamica; la medicina nucleare; la radioterapia oncologica. In prospettiva di prima prossimità: chirurgia vascolare / neurochirurgia in espansione della Utn (unità terapia neurovascolare di inserita attuazione)».

«Diciamo chiaramente – tira le somme Magnante – che conditio sine qua non per compiere l’attuazione del riconoscimento del DEA di II livello, fermo quanto sopra riportato, è la credibilità e la affidabilità della Asl. L’immagine offuscata se non peggio è il peccato originale che ostacola ab initio la possibilità di raggiungere il risultato. Anche alla luce del- l’enorme e crescente contenzioso, e di recenti discussi provvedimenti in ordine alla legalità delle procedure aventi ad oggetto incarichi importanti nella Asl, e portati perfino all’attenzione del Consiglio Regionale, bisogna avere il coraggio di fare autocritica, e avversare senza mezzi termini ogni situazione illegittima, che diventerebbe la causa di un danno imperdonabile a questa nostra provincia».