Zuffa alla Direzione Pd. Marini: «Liste scarse perché Cristofari inadeguato»

Alla fine sono quasi venuti alle mani. Francesco De AngelisNorberto Venturi si sono strillati in faccia di tutto. Un quarto d’ora di insulti furibondi, con la gente che cercava di separarli ed evitare lo scontro fisico tra il leader dell’ala maggioritaria dei Dem ed il segretario del circolo di Frosinone del Pd.

L’uomo che ha traghettato il Pci nel Pds e poi l’ha guidato nei Ds ha le vene del collo gonfie mentre urla «Come caz.. hai fatto a darmi del cortigiano? Chi sei tu?»

Il chirurgo al quale avevano promesso per due anni che sarebbe stato il candidato sindaco nel capoluogo e poi s’è ritrovato messo da parte, gli strilla «Non avete fatto un caz.. per le elezioni a Frosinone: e ora avete pure la faccia di dare la colpa a noi».

De Angelis ha gli occhi di fuori quando tuona: «Avete fatto una lista che non valeva niente! Non siete stati capaci nemmeno di mettere in piedi una lista!»

Finisce così la seconda parte della Direzione Provinciale del Partito Democratico di Frosinone, convocata per fare l’analisi della sconfitta di un mese fa. (leggi qui la prima riunione ‘Pd, l’autopsia della sconfitta’). Una direzione che ha visto in sala, dopo mesi, l’ex sindaco Michele Marini. E che ne ha sentito le parole. Ben più pesanti di quelle tra De Angelis e Venturi.

 

LA REQUISITORIA DI DE ANGELIS
Durante i lavori della Direzione Provinciale Francesco De Angelis non è stato tenero. Per niente. Ha sparato ad altezza d’uomo. E nel mirino ci ha messo tutto il Comitato Cittadino del Pd di Frosinone. Ha puntato dritto sul segretario del Circolo Norberto Venturi, sul presidente Francesco Brighindi .

«E’ stata messa in campo una lista debolissima. Non si è stati capaci di proporre agli elettori una lista che fosse rappresentativa della città: né dei suoi quartieri né delle sue anime». L’analisi è impietosa. Francesco De Angelis esamina tutti gli errori, accusa il Circolo d’essere stato distante anni luce dalla realtà, incapace di interpretarla. «Mancavano intere parti della città in quella lista. Il Circolo non è stato capace di intercettarle e di coinvolgerle.

Poi l’affondo. Frontale. «Si è recato di coprire la debolezza della lista chiedendo il coinvolgimento dei big».

L’analisi per il futuro, è quella fatta di fronte alla sua componente pochi giorni fa (leggi qui ‘L’urlo di Francesco: «Qui mancano i fondamentali»’). «Il Pd da solo non vince, dobbiamo porci il tema delle alleanze invece di stare a perdere tempo su chi debba candidarsi e chi no».

 

I GEMELLI DI FABRIZIO
In sala c’è il presidente dell’Ordine dei Medici Fabrizio Cristofari. Il mancato sindaco di Frosinone ricorda a tutti che lui, il suo valore aggiunto lo ha portato. «Ho preso più voti delle liste che mi sostenevano».

Cita Alessioporcu.it ed i nodi irrisolti nel Pd indicati nell’articolo ‘‘Cristofari e Marini, i gemelli diversi della vendetta incrociata’‘. La butta sulla battuta: «Io naturalmente sono il gemello brutto, sono Graziani…». Poi parla di Sanità, delle politiche che il Partito non ha attuato e che invece dovrebbe mettere in campo per gli ospedali.

 

IL TERREMOTO MICHELE
In sala c’è l’ex sindaco Michele Marini. Non partecipava ad una Direzione Pd ormai da mesi. Da quando è stato chiaro che il Partito avrebbe candidato a sindaco di Frosinone proprio colui che ritiene sia stato il principale responsabile della sua sconfitta cinque anni fa. L’uomo che accusa d’avergli fatto perdere la rielezione per non averlo appoggiato, lasciando la segreteria del Partito ad un mese dalla campagna elettorale.

Michele Marini tocca subito il nervo scoperto. «Qualcuno ha pensato che il silenzio curasse. Invece in politica il silenzio aggrava la spaccatura». Nessuno fiata mentre l’ex sindaco inizia il suo atto d’accusa contro un Partito incapace di ricucire quella lacerazione, nata da un voltafaccia al quale presero parte quasi tutti. Perché circolava voce di un suo coinvolgimento nell’inchiesta sugli appalti per la Monti Lepini. Temevano di rieleggere un sindaco che dopo poco sarebbe finito agli arresti. Nessuno volle credergli. In questi cinque anni nessuno è stato in grado di trovare un centesimo di tangente pagata o anche solo chiesta o promessa a Michele Marini. Quella campagna elettorale cinque anni fa se la fece quasi da solo, con mezzo Partito. E arrivò al ballottaggio. Ottaviani vinse d’un soffio.

Il Pd, oggi come in questi cinque anni, dice in sostanza Marini, finge di parlare. Ma non affronta i nodi. Getta la povere sotto al tappeto e spera nella prossima elezione. «Mi devo dare un pizzico per capire se sono sveglio o se sono in un altro contesto. Quello che ho sentito finora mi lascia interdetto».

Dice al Circolo che è stato incapace. «La lista messa in campo non era all’altezza. Non c’era in lista un solo candidato delle periferie, nonostante a Frosinone le periferie contino circa 20mila votanti».

L’uomo che andava di notte da solo a bussare alle porte del Casermone dice al suo Partito «Questo Pd ha perso il contatto con i quartieri, ha percoli contatto con la città di Frosinone, con la sua gente. E lasciatemi dire, senza falsa modestia, che l’unico che ce l’aveva quel contatto, ero io»

Con Fabrizio Cristofari si sono ignorati. Sono nella stessa stanza ma nessuno dei due è andato a salutare l’altro, nessuna stretta di mano. Nemmeno uno sguardo. Arriva il momento di dare l’affondo anche a lui: «Evidentemente Cristofari sta ancora sotto choc per la sconfitta. Alessioporcu.it nella sua analisi fa riferimento a gemelli diversi e non gemelli e del gol. Anche perché qui non c’è stata nessuna coppia da goal».

Pesca tra i suoi ricordi di giornalista, quando scriveva per il settimanale L’Inchiesta e dice: «Un vecchio adagio che imparai nelle redazioni diceva che “Se vogliamo dire la verità dobbiamo correre il rischio di dire cose spiacevoli. Io la verità voglio dirla. Sento in questa stanza continui ringraziamenti al dottor Cristofari, come se l’avessimo pregato di candidarsi. Non è vero: è lui che si è voluto candidare. In tutti i modi».

Michele Marini è un terremoto, che scuote alle fondamenta la Direzione Provinciale del Partito Democratico. Ma quello che ha detto finora è solo un avviso.

Il big one, la scossa più forte, arriva quando dice «Se le liste non sono state all’altezza è perché il candidato sindaco non si è rivelato all’altezza della situazione. Il candidato sindaco è stato inadeguato politicamente»

 

BUSCHINI ED I SENZA PALLE
E’il giorno della tenerezza all’interno del partito Democratico. Anche l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini si adegua.

La sua invettiva parte dal settore che oggi gli è più congeniale: l’immondizia. «Se oggi siamo l’unica provincia nella quale il ciclo dei rifiuti funziona è perché un giorno c’era un Partito che dirigeva la società civile ed a quel tempo i Partiti avevano le palle. Se oggi il ciclo dei rifiuti funziona, se in vent’anni non abbiamo mai avuto un’emergenza rifiuti mentre intorno a noi Roma e Napoli affogavano nella spazzatura, è perché un uomo chiamato Francesco Scalia e la gente che governava con lui ha avuto le palle, quando era presidente della Provincia. Ha avuto le palle per dire a voce alta che bisognava fare la Saf, realizzare una discarica, mettere un Termovalorizzatore».

Ma è solo ‘inizio. «Oggi è sufficiente che tre associazioni si mettano a fare una protesta e non riusciamo nemmeno a mettere una compostiera»

Punta il dito contro una parte del Pd. «Se abbiamo fatto un lavoro immane in Regione ma non riusciamo a dirlo alla gente è perché c’è un pezzo di Partito che non pensa a come valorizzare quel lavoro. Ma a chi si candida contro Buschini. Allora perdiamo tempo a pensare alle candidature e non facciamo vedere alla gente quello che abbiamo fatto. Noi usiamo ciò che abbiamo fatto non per avere l’apprezzamento della gente ma per una costante resa dei conti interna».

Buschini risponde a Cristofari sul tema della Sanità. «Da piccolo mi sono iscritto ad un Partito di sinistra che aveva l’ambizione di governare e non ad un Partito di potere. Oggi non c’è un dirigente che mi chiami per fare un’iniziativa in favore della Sanità. Mi chiamano per sapere chi fa il Direttore Sanitario».

 

MICHELE E FRANCESCO INTANTO…
Non vorrà dire nulla, sarà solo un caso: ma in piazzale De Matthaeis, poco prima della Direzione Pd, Michele Marini e Francesco De Angelis sono stati visti parlottare a lungo. Un dettaglio: non insignificante.

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