Discarica, Sacco lancia l’allarme: “Indietro non si torna”

Il sindaco di Roccasecca alza le barricate. E di fronte ai rumors di una riapertura della discarica provinciale dice no: "Noi abbiamo già dato”

«Roccasecca ha già dato, se qualcuno pensa di fare il furbo e intende tornare indietro di venti anni attraverso discutibili operazioni societarie sta sbagliando tutto. Cerreto è chiusa da oltre due anni. Indietro non si torna»: alza le barricate Giuseppe Sacco.

Per vent’anni sul suo territorio è stata operativa la discarica dei rifiuti prodotti nei 91 Comuni della Provincia di Frosinone. Lì venivano interrati i residui delle immondizie lavorate nel vicino stabilimento tmb pubblico gestito dalla Saf e trasformate in combustibili per il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio. Più i rifiuti provenienti da una serie di Comuni del lazio.

Da due anni l’impianto è chiuso in quanto la società Mad ha rinunciato a gestire il quinto invaso, regolarmente autorizzato dalla Regione e realizzato. Inutili le diffide: Mad ha preteso di conoscere i valori soglia dai quali misurare l’inquinamento nei terreni circostanti; in assenza di risposte ha preferito non avviare l’attività.

Voci di acquisizioni

Uno degli invasi della discarica di Roccasecca

Allora perché il sindaco Sacco alza le barricate? Lo aveva fatto anche nei mesi scorsi quando ai tavoli romani si cercava con urgenza una discarica per aiutare a risolvere i problemi di Roma. Ora ci sono nuovi segnali a far scattare l’allarme.

Sacco dice di avere «sentito parlare di ipotetiche acquisizioni di società, con relativo patrimonio e terreni, da parte della Saf che facciano pensare anche a Roccasecca. Tra l’altro, senza che la circostanza abbia mai interessato i sindaci che di quella società sono i proprietari. Sono certo che si tratti di voci infondate ma lo dico in anticipo: Roccasecca ha già dato».

Il sindaco chiama in causa il centrodestra che ora governa la Regione Lazio. Ricorda che «in questi mesi, c’è stato uno stravolgimento fondato sulla volontà dei cittadini di avere un nuovo modo di considerare i territori». Sa benissimo che su Roccasecca è appesa una spada di Damocle: perché il V invaso è autorizzato e realizzato. Manca solo il gestore. Non c’è da quando Mad si è tirata indietro. Proprio per allontanare quella spada attaccata ad un filo sottilissimo il sindaco sottolinea che «Il vero cambiamento nel destino del nostro territorio sta anche in un diverso approccio alle politiche ambientali. Che devono essere di rottura rispetto al passato“.

Noi abbiamo dato, ora tocca ad altri

La regione Lazio ha manifestato l’intenzione di riesaminare tutto il modello di gestione dei rifiuti costruito in questi dieci anni dal Centrosinistra. Nei giorni scorsi è partito l’iter in autotutela che se arriverà fino in fondo affonderà gli Egato; al presidente della Provincia Luca Di Stefano è già stato detto di tenersi pronto per assumere il ruolo di commissario al posto di Mauro Buschini.

Per Sacco «è giusto e doveroso rimettere mano al Piano Regionale Rifiuti. Perché quello in vigore non funziona e non rispetta l’autonomia e le capacità dei territori. E bisogna ripartire proprio da questo principio. Ridare autonomia ai territori e non consentire come accaduto in passato che le province debbano farsi carico delle criticità ambientali di chi non intende dotarsi di un’adeguata rete impiantistica».

Giuseppe Sacco chiede di mettere sullo stesso piano tutti i territori del Lazio e tutte le varie zone di cui è composta la provincia. E chiede di puntare in maniera decisa sull’attuazione di una vera transizione ecologica verso l’economia circolare nella quale i rifiuti non siano più un problema per l’ambiente. Perché «Roccasecca ha già dato».