Dissenso nella Lega. Durigon nega: «La crisi l’abbiamo decisa tutti»

Indiscrezioni sul dissenso interno nella Lega. Che in un colpo solo perde 6 ministri, 3 vice e 15 sottosegretari. Durigon nega. E rivela che la crisi non è stata una decisione isolata di Salvini

Le indiscrezioni rivelano che c’è maretta. E che i malumori iniziando ad arrivare in via Bellerio, sede nazionale della Lega. Il nuovo governo Cinque Stelle – Pd farà perdere al Carroccio 6 ministri, 3 vice ministri, 15 sottosegretari. Il dissenso corre su Telegram, il sistema di chat che cancella il messaggio subito dopo la lettura ed impedisce di memorizzarlo.

Nega che sia così il sottosegretario uscente al Lavoro Claudio Durigon eletto nel collegio proporzionale Frosinone – Latina. E rivela su SkyTg24 che la scelta di staccare la spina non sia stata presa in solitudine da Matteo Salvini. Ma è stata una decisione collettiva.

Le critiche al Capitano

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Le indiscrezioni sui malpancisti sono state raccolte dall’agenzia AdnKronos. Secondo la quale i ‘sommergibilisti‘ della Lega pensano che sia arrivato il momento di emergere. Perché non basta più chattare e porre il tema di nascosto.

Nessuno mette in discussione Matteo Salvini: tutti hanno ben chiaro che un’alternativa al Capitano altrettanto efficace non sia disponibile. Non intendono processare il capo, non vogliono muovere alcun attacco frontale. Ma qualcuno, è il ragionamento, nel cerchio magico di Salvini un passo indietro lo dovrà pure fare, perché gli errori sono stati fatti.

«Tanti di noi pensano che Salvini debba trovare urgentemente il coraggio di liberarsi dei troppi yes man che lo circondano» riferisce un leghista di rango. Altri, dalle parti di Via Bellerio, ricordano che «quando Bettino Craxi andò a Palazzo Chigi volle vicino a se una serie di persone capaci, anche se non proprio in linea con lui nel Psi. Proprio al suo maggior nemico interno, a Giuliano Amato, chiese di svolgere il ruolo di sottosegretario perché era il più capace e preparato“. La critica è: «Salvini pensi prima all’interesse del paese e della Lega e poi alle amicizie».

La difesa di Durigon

Claudio Durigon e Matteo Salvini

Nega qualsiasi maretta nella Lega il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Fa quadrato intorno a Matteo Salvini intervenendo su SkyTg24 .

E fornisce una prova: «Prima di fare la crisi, Salvini ha parlato con noi. Eravamo tutti tutti decisi sul fatto che questa avventura dovesse finire». Per il sottosegretario non è stata una decisione presa non solitudine, a differenza di quello che nei giorni scorsi aveva detto il suo collega Giancarlo Giorgetti. «Non ricordo più quanti messaggi Salvini ha lanciato per dire al Movimento 5 Stelle basta con tutti quei No»

Claudio Durigon individua un prima ed un dopo nel rapporto con i 5 Stelle. «Per un certo periodo abbiamo lavorato benissimo e con il Movimento 5 Stelle abbiamo fratto cose importanti per il popolo». E questo è il prima. Il dopo invece ha un inizio preciso: «Quando è iniziata la campagna elettorale per le Europee è iniziata la divisione. Perché è emersa una visione diversa sull’Europa».

L’attacco di Barisoni

Claudio Durigon Francesco Zicchieri Foto: © Imagoecoinomica Raffaele Verderese

A mettere all’angolo il sottosegretario pontino ci pensa Sebastiano Barisoni, il direttore di Radio 24. Gli contesta l’affermazione secondo la quale il nuovo governo sarà poco attento alle esigenze del Nord industriale. Barisoni gli ricorda che «Il Nord non ha ottenuto granché neanche dal governo gialloverde: levare gli incentivi di Industria 4.0, togliere alle imprese gli incentivi all’innovazione non è piaciuto. La Flat Tax non ha entusiasmato particolarmente le imprese del Nord. Che invece attendono il taglio del cuneo fiscale».

Claudio Durigon si schiera in difesa: «Anche per questo abbiamo staccato la spina, perché il Movimento 5 Stelle ci diceva in continuazione no anche su questi temi».

C’è poi la contestazione politica. Sebastiano Barisoni mette il dito nella piaga. Anche se Durigon nega che ci sia dissenso interno, il direttore incalza: «Qualche domanda, prima o poi, dovrete porvela. Perché avete gestito malissimo il risultato enorme ottenuto con la vittoria alle Europee. Nonostante quei numeri, in Ue siete rimasti isolati».

E poi l’affondo. la vera domanda che per il direttore, la Lega diverrebbe porsi: «Avete fatto una crisi ad agosto sottovalutando che potesse esistere una maggioranza parlamentare alternativa».

Fine della discussione.