Via ai licenziamenti: i primi 4 vanno a casa per coprire il dissesto (di M. Molisani)

Via ai primi licenziamenti nel municipio di Cassino. Sono le dirette conseguenze della decisione di dichiarare il dissesto. Vanno a casa padri di famiglia con il mutuo. Però, ora si potrà giocare a fare il bravo amministratore: senza l'incubo dei debiti

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

Le prime quattro teste cadono sotto al patibolo del dissesto appena dichiarato dal Comune di Cassino (leggi qui Il Consiglio più comico del mondo approva il dissesto e leggi qui Il Consiglio dice si al dissesto: «È colpa della II Guerra Mondiale» )

Il messo comunale ha già notificato, in tempi record, la lettera di licenziamento ai primi 4 colpevoli del dissesto. Via: da oggi sono senza lavoro. Ma con il mutuo da pagare e la famiglia da mantenere.

Bisogna risparmiare: devono accettare il sacrificio. Ad andare via sono i 3 dello staff. Prendevano tra le 700 e le 800 euro al mese ciascuno. Grazie al loro licenziamento il Comune risparmierà la modica cifra di 2200 euro al mese. Per risanare i circa 16 milioni di debito bisognerà aspettare 7619  mesi pari a più o meno 634 anni.

Il gioco è fatto. si può pensare al futuro con serenità ed ottimismo.

IL SINDACO SENZA ADDETTO STAMPA

Il Sindaco Carlo Maria D’Alessandro perderà il fido addetto stampa, Mirko comunicato pronto Tong. L’uomo che l’aveva seguito pure al capezzale dell’ospedale di Cassino quando Carlo Magno… poco D’Alessandro era stato ricoverato per i calcoli.

Con lui viene azzerata del tutto la Segreteria. Che tra l’altro non  è mai esistita. A casa pure il dirigente dell’area tecnica e due ingegneri. Gente che per mesi ha fatto il lavoro sporco, quello che nessuno vede, ma che alla fine conta. Eccome se conta.

Chi  scriverà ora i comunicati, i bollettini medici dall’ospedale e le vulgate sui social del primo cittadino?

C’è qualcuno che sostiene addirittura la tesi che a questi “poveri Cristi” qualche mese in più poteva anche essere concesso. In sostanza l’amministrazione comunale avrebbe potuto lasciare il compito di impartire il rompete le righe a chi fosse arrivato in Piazza De Gasperi per gestire l’iter del dissesto.

Non è andata così o chi di dovere non ha voluto che andasse così.

LA COMUNICAZIONE E’ UNA COSA SERIA

Qualcuno ama dire che la Comunicazione sia una cosa seria. Ed in effetti è così. Lo stabilisce la Bassanini. Norma secondo la quale la Comunicazione essa di essere attività residuale per divenire principale. Che significa? Che se fai le cose e nessuno lo sa è come se non le avessi fatte.

Ma lo è se vera, supportata dai fatti. Altrimenti è solo aria fritta e ci si espone a possibili ritorsioni, soprattutto nell’epoca dei Social, dove nessuno sembra avere più l’anello al naso. Ed è questo che è mancato in questi due anni all’amministrazione D’Alessandro, la politica, i fatti concreti su cui basare un piano di comunicazione adeguato e non viceversa.

Chi canterà ora le gesta dell’eroico asilo pro tempore? Chi fornirà un comunicato pronto per ogni evenienza: una paginata da coprire facendo copia & incolla? Qualcuno, dalle parti della Regione Lazio, inizia a sentire puzza di bruciato.

Misteri gaudiosi. Ora si attendono i commissari che dovranno provvedere al pagamento dei creditori da gennaio 2019 fino al 2024. Il debito certo, per ora, è di circa 16 milioni di euro, mentre quello incerto, che negli anni potrebbe diventare esigibile, è di 33 milioni. I cinque anni di dissesto decisi ieri potrebbero non bastare e si rischierebbe un nuovo dissesto.

Ma poi se qualche organo preposto deciderà di non accettare la richiesta di dissesto inoltrata del Comune, questi “poveri Cristi” li riassumiamo? Anche perché 7619 mesi, prima o poi passano…

 

 

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