Diversamente Governatori: le scalate parallele di Mario Draghi e Vincenzo De Luca

Foto © Imagoeconomica / Alessia Mastropietro

Clamorosa indiscrezione: l’ex capo della Bce potrebbe essere nominato commissario straordinario dell’UE per la lotta al virus e per guidare la ricostruzione. Il presidente della Campania interpreta un forte malcontento che c’è nel Paese. Al di là del folklore.

«Mario Draghi potrebbe essere, invece che il premier italiano di un governo di unità nazionale, un commissario straordinario per la UE nominato per coordinare la lotta al virus e sconfiggerlo e per guidare la comunità nella ricostruzione economico-finanziaria. Se i Paesi si accordassero su questa scelta avrebbero probabilmente deciso, finalmente, anche di aprire una nuova e decisiva fase di rilancio verso una vera e funzionante Unione». L’ipotesi, suggestiva, è stata appena rilanciata da Il Resto del Carlino. In effetti, nonostante smentite e prese di distanza, il nome dell’ex Governatore della Banca Centrale Europea continua a rimbalzare sia in Italia che in Europa.

D’altronde lui sul Corriere della Sera ha sviluppato un intervento da Piano Marshall. Scrivendo: «Il giusto ruolo dello Stato sta nel mettere in campo il suo bilancio per proteggere i cittadini e l’economia contro scossoni di cui il settore privato non ha alcuna colpa, e che non è in grado di assorbire.

Mario Draghi Foto © European Central Bank

Tutti gli Stati hanno fatto ricorso a questa strategia nell’affrontare le emergenze nazionali. Le guerre – il precedente più significativo della crisi in atto – si finanziavano attingendo al debito pubblico. Durante la prima guerra mondiale, in Italia e in Germania soltanto una quota fra il 6 e il 15 per cento delle spese militari in termini reali fu finanziata dalle tasse, mentre nell’Impero austro-ungarico, in Russia e in Francia, i costi correnti del conflitto non furono finanziati dalle entrate fiscali.

Ma inevitabilmente, in tutti i paesi, la base fiscale venne drammaticamente indebolita dai danni provocati dalla guerra e dall’arruolamento. Oggi, ciò è causato dalle sofferenze umane per la pandemia e dalla chiusura forzosa delle attività economiche.

La questione chiave non è se, bensì come lo Stato debba utilizzare al meglio il suo bilancio. La priorità non è solo fornire un reddito di base a tutti coloro che hanno perso il lavoro, ma innanzitutto tutelare i lavoratori dalla perdita del lavoro. Se non agiremo in questo senso, usciremo da questa crisi con tassi e capacità di occupazione ridotti, mentre famiglie e aziende a fatica riusciranno a rimettere in sesto i loro bilanci e a ricostruire il loro attivo netto». (leggi qui Il nuovo bazooka consigliato da Mario Draghi).

Per Draghi premier italiano spingono Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, mentre Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini hanno frenato. In questo momento Giuseppe Conte è al massimo della popolarità, ma bisognerà porsi il problema del dopo pandemia.

Il presidente della Regione Campania Giuseppe De Luca Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Su un versante completamente opposto c’è Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, che però sta scalando anche lui le classifiche di gradimento. Qualche giorno fa, sulle mascherine consegnate in Campania, ha detto: «Non la metto io per non pregiudicare in maniera definitiva quel poco di estetica che le ingiurie del tempo mi hanno lasciato, ma se ve la mettete le vostre orecchie usciranno da queste fessure e avrete la faccia di Bunny il coniglietto. Allora ragazzi facciamoci un sorriso anche in momenti difficili, ma non le chiamate mascherine. Per quel che mi riguarda ho scoperto che hanno una grande efficacia per pulire gli occhiali, sono un prodotto eccezionale. Ma per gli ospedali, vi voglio bene, vi voglio bene, per l’amor di Dio, lasciamo perdere». (leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 25 marzo 2020)

Adesso se la prende con i “porta seccia” (iettatori). Ha spiegato: «Per due o tre settimane non abbiamo avuto reazioni, ma negli ultimi due tre giorni è emerso qualche elemento di sciacallaggio. Mi meraviglio che ci siano persone che trovano tempo di fare speculazioni politiche con questi chiari di luna. Noi in Campania dobbiamo combattere contro due nemici: il primo è il virus, il secondo sono i porta seccia. L’unico collasso è nel vostro cervello c’è un buco nero tra le vostre orecchie con una tale forza di gravità che non rende possibile l’uscita del pensiero. Non sta arrivando niente, abbiamo sollevato con forza il problema delle forniture. Se ci arrivano le forniture il problema è governabile».

Se Mario Draghi può rappresentare, in qualunque tipo di ruolo, l’ancora dell’Italia per dopo Coronavirus, Vincenzo De Luca interpreta il malcontento della gente in una vasta area del Paese. Non soltanto in Campania. Ci sono diverse Italie, perfino ai tempi del Covid-19.

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