Divisi e contenti, il Pd che non ha alternative a sé stesso

Francesco Scalia pensa alla ricandidatura al Senato o alla Camera. Come del resto Nazzareno Pilozzi e Maria Spilabotte.

In Parlamento vuole andare anche Francesco De Angelis. Ma c’è spazio per tutti nel Partito Democratico.

Dipenderà dalla legge elettorale. E’ per questo che dalla mattina stanno con l’orecchio incollato alla radiolina per seguire i lavori di Palazzo della Consulta, dove prosegue l’udienza pubblica della Corte costituzionale per valutare la legittimità del ballottaggio, del premio di maggioranza, dei capilista bloccati e delle candidature multiple.

Non dipenderà però soltanto dalla legge elettorale ma anche dai voti che si riusciranno a prendere sul territorio. A meno che qualcuno non riesca ad ottenere posizioni “blindate”.

I leader del Partito Democratico pensano ancora e sempre alle loro candidature.

Perché dovrebbero mettersi in lista alle comunali di Frosinone, come reclama Norberto venturi, rischiando una figuraccia che servirebbe ai livello romani per estrometterli una volta per tutte?

Però anche a livello locale ognuno guarda ai propri obiettivi: Fabrizio Cristofari ha voluto far capire che non si farà “triturare”, Norberto Venturi che non si farà “processare”, Michele Marini che non si presterà ad un ruolo di tappabuchi.

In questo momento il Pd non ha alternative a sé stesso.

Non può che sostenere Fabrizio Cristofari. Chi non dovesse farlo si mette fuori dal partito. A quel punto faranno a gara per informare il segretario regionale Fabio Melilli.

Ma siamo sicuri che a Roma interessi?

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