Scontro in Federlazio: Ferraguti si dimette

Confronto intenso ieri nell'associazione degli imprenditori. Il past President ha reclamato un ruolo più incisivo per l'organizzazione. Nega che si sia arrivati a litigare. Si è dimesso. Ma resta nell'organizzazione.

Uno scambio di battute ‘franco e leale’, secondo una versione. Una lite con tutti i crismi, secondo un’altra. Fatto sta che l’ex presidente Silvio Ferraguti si è dimesso dall’associazione degli imprenditori Federlazio.

L’industriale specializzato nei capannoni industriali, con interessi in mezza Europa, ha deciso di andare via dall’organizzazione che lui stesso aveva presieduto. Lo ha fatto al termine di quello che per alcuni è stato un confronto e per altri un litigio: tutti concordano sul fatto che i toni fossero ‘appassionati’ e intercalati da più di un’espressione colorita.

A ‘confrontarsi’, ieri a Frosinone, con Silvio Ferraguti c’erano l’onnipotente direttore generale Luciano Mocci, il presidente provinciale Emanuele Di Gennaro, il suo acuto direttore provinciale Roberto Battisti.

Non si è trattato di una riunione operativa. Non bisognava prendere decisioni. Pare che Ferraguti avesse chiesto un confronto, nella sua qualità di past President e industriale con un certo rilievo all’interno dell’organizzazione. Lo ha chiesto sbattendo i pugni sul tavolo: al punto da mobilitare i massimi vertici. Qualcuno lo ha interpretato come un litigio. Altri lo riconducono al modo ‘appassionato’ di parlare che ha Ferraguti quando ci tiene tanto ad un argomento.

Al tavolo di Ferentino, Silvio Ferraguti mercoledì ha sollecitato una linea più incisiva. Contesta la posizione di neutralità adottata di fronte a quello che l’industriale ha definito “il nulla politico che c’è in questo momento sul territorio”. Ha reclamato un ruolo più propositivo, più di pungolo e stimolo nei confronti della classe politica. Ferraguti suggerisce una Federlazio che non sia solo un’efficiente associazione capace di rappresentare gli imprenditori ma “una voce capace di generare una riflessione, in grado di comunicare ai sommi politici del nostro territorio che è arrivato il momento di finirla di parlare solo dei problemi politici interni ai Partiti, mirati solo ed esclusivamente alla conservazione della poltrona e magari, qualora ne sussistano le capacità, spostare l’attenzione ai veri problemi che continuano a devastare il territorio”.

Al culmine della discussione Ferraguti è stato sentito strillare «Quanti anni sono che non si affrontano problematiche serie?». Non ce l’aveva con Federlazio ma con una politica che non sta intervenendo sui fondi per la bonifica della Valle del Sacco, che ha tagliato fuori le piccole e medie imprese dall’Accordo di Programma, sta lasciando sulla carta i piani per l’Area di Crisi Complessa.

Spunti di riflessione per Luciano Mocci e per Emanuele Di Gennaro e Roberto Battisti. Proprio il direttore provinciale ha messo sul tavolo i numeri dell’associazione, i traguardi raggiunti, i tavoli ai quali Federlazio ha partecipato e fatto pesare il numero dei propri iscritti.

La perplessità evidenziata da qualcuno è che una cosa è essere associazione di rappresentanza degli imprenditori, altro è essere un partito politico.

Sui contenuti c’è una sostanziale coincidenza. Sui toni ci sono due interpretazioni: per alcuni il tono di Silvio Ferraguti fa parte della sua indole passionale, altri sono certi che fosse molto arrabbiato.

Sul finale della discussione ci sono due versioni. La prima sostiene che ci si sia salutati dopo un eccellente caffé, tra baci e abbracci. La seconda giura che sia finita con una delle espressioni che caratterizzavano le manifestazioni di Beppe Grillo qualche anno fa. E con la minaccia di Silvio Ferraguti d’andare via da Federlazio. Ha annunciato le dimissioni.

La versione di Ferraguti: «Eravamo in quattro dentro quella stanza! Doveva restare tutto riservato. Non è corretto rivelare una discussione interna. Io ho avuto un approccio propositivo, non distruttivo: non c’è stata alcuna lite».

Presidente, ma i toni erano appassionati? «Quando mi appassiono alle cose parlo con un tono alto. Ma in ogni caso il nostro è stato un confronto assolutamente costruttivo».

Ma quelle cose le ha dette? «Certo che per me la politica deve svegliarsi e mettere in campo le azioni necessarie a far ripartire l’industria»

Allora perché si è dimesso? «Non c’entra niente con l’incontro di ieri. È una scelta personale».

Resta in Federlazio? «Si, resto in Federlazio e metto a disposizione la mia esperienza di past president, per contribuire alla sua crescita».


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