Domanda respinta: ora l’asilo si paga a prezzo pieno

Salta il contributo regionale per abbassare la retta degli asili nido a Monte San Giovanni Campano. Perché è saltato. La corsa ai ripari. Il doppio problema.

Niente contributi della Regione Lazio per sostenere la retta degli asili nido. Il Comune di Monte San Giovanni Campano ha presentato la domanda in ritardo e incompleta di documentazione. Inoltre non si sarebbe adeguato alle nuove regole della Regione Lazio in vigore già per l’anno scolastico 2018-2019 appena terminato. 

Le famiglie si sarebbero salvate solo grazie alla generosità del gestore del Nido “L’Ape Maia”. Intanto il Municipio starebbe correndo ai ripari preparando un bando di gara di cui però non si conoscono ancora né i tempi né i modi. 

Sarà forse per questo motivo che ieri sera, durante una riunione fra il gestore privato del nido e i genitori, non sarebbe stato possibile confermare le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Troppe le incertezze sul piatto della bilancia: ci sarà una gara d’appalto? Se si, chi vincerà il bando? Oppure il Comune rinuncerà a compartecipare alla sovvenzione per le rette? E ancora, la struttura si dovrà reggere direttamente e totalmente su risorse private, ossia a completo carico delle famiglie? 

Proprio quest’ultima sembrava una delle ipotesi messe in campo e poi ritirate dal Comune. Come del resto si è scoperto essere già accaduto per l’anno 2018-2019 quando, senza alcun contributo della Regione Lazio, a venire incontro alle famiglie ci avrebbe pensato direttamente il gestore, il quale avrebbe comunque chiesto ai genitori una retta di 300 euro a fronte di una spesa di 500.  

LA SOLUZIONE DI CORSA

Come detto, già in queste ore si starebbe lavorando alla stesura di un bando per la gara d’appalto. Ma è evidente che gli interrogativi e le incertezze sono troppi, al punto tale da costringere il gestore uscente a una paziente attesa. E proprio questa incertezza ieri sera, durante l’incontro, avrebbe già generato i primi malumori da parte delle famiglie.        

Ma cosa è accaduto in realtà?

 Procediamo per gradi. Nel supplemento al bollettino ufficiale della Regione Lazio, il numero 45 supplemento numero 1 del 4 giugno 2019, che riporta l’approvazione del “piano di riparto di seguito indicato relativo all’avviso pubblico per l’abbattimento del costo della retta sostenuto dalle famiglie per la frequenza degli asili nido comunali nel Lazio e trasmetterlo ai competenti uffici del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, MIUR, per l’erogazione ai Comuni dei contributi spettanti…” si legge fra l’altro: 

“Determina, per le motivazioni riportate in premessa: 1) di escludere dal riparto il Comune di Monte San Giovanni Campano per aver presentato la domanda di contributo oltre il termine previsto dall’articolo 6 dell’avviso e mancante della documentazione amministrativa prevista dall’articolo 7 dell’avviso..”.

 La dicitura non ha bisogno di alcun commento esplicativo.  

LA PREMESSA

A questo punto diventa fondamentale tornare un po’ indietro nel tempo e spiegare le nuove regole stabilite dalla Regione Lazio per il sostegno alle rette degli asili nido.

Prima dell’anno scolastico 2018-2019 i Comuni davano gli asili nido in concessione ai privati. Questi ultimi rendicontavano alla Regione Lazio che provvedeva ad erogare il contributo. Dal 2018 i Comuni non possono più dare i nidi in concessione ma debbono realizzare un bando ed esperire una gara d’appalto, prevedendo sin da subito quale è la quota di compartecipazione alla retta a carico del Comune, da prevedere nel bilancio.

Soltanto a erogazione avvenuta, con anticipazione da parte del Comune, la Regione Lazio provvede a rifondere agli enti locali quanto impegnato. Questo è tutto ciò che si sarebbe dovuto fare e che non sarebbe stato fatto.

L’OMESSA PRESENTAZIONE

Per quanto riguarda invece la omessa presentazione della documentazione, che è uno dei motivi di esclusione del Comune di Monte San Giovanni Campano dal riparto (oltre al ritardo) è una triste e logica conseguenza del mancato esperimento del bando.

Non essendosi adeguato alle nuove regole regionali il Comune non aveva alcuna documentazione da presentare per dimostrare di aver erogato contributi a sostegno delle rette per gli asili nido. E infatti le rette, per un costo totale di 500 euro, sono state coperte soltanto dal contributo delle famiglie per 300 euro.

Ai restanti 200 euro il gestore ha rinunciato. Ovviamente ora l’unica speranza sta nel fatto che il Comune appronti questo bando. Anche se resta difficile capire come mai non si sia provveduto già negli ultimi mesi trascorsi.

Misteri tutti monticiani, se si pensa che anche per gli altri Comuni le regole sono cambiate, eppure continuano a ricevere regolarmente il contributo della Regione tramite il Miur.  

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