Domani il Consiglio federale della verità. Tutti gli scenari, ok agli allenamenti

Importante riunione del governo della Figc, guidato dal presidente Gabriele Gravina. Sul tavolo la conclusione dei campionati e il recepimento del "decreto rilancio". I dilettanti dovrebbero gettare la spugna. Intanto il Comitato Tecnico Scientifico approva il protocollo sanitario. Il 28 maggio si deciderà sulla ripresa della serie A. Avanza comunque l'ipotesi dei playoff e playout.

Alessandro Salines

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Mezzogiorno bollente in Consiglio federale. E non potrebbe essere altrimenti. È un pallone che scotta quello che non rotola a causa dell’emergenza-coronavirus. E domani alle 12 il governo del calcio italiano dovrà assumere decisioni importanti per cercare di fare chiarezza nel caos che regna intorno allo sport più popolare ed amato. Tra protocolli sanitari, interessi economici ed il populismo di una parte della politica bisogna stringere i tempi e trovare soluzioni. Fissare qualche paletto insomma. Certo l’efficienza, l’organizzazione ed il decisionismo dei tedeschi non sono di casa però non si può più continuare a navigare a vista. 

L’industria-calcio merita maggiore rispetto e soprattutto risposte. Risposte che si devono non solo ai giocatori e tecnici ma anche e soprattutto a quelle migliaia di persone che si guadagnano la pagnotta nei club o nell’indotto. La fase 2 è iniziata per tutti. Meno che per le società calcistiche. Se ci si pensa bene è un paradosso, considerando che calciatori ed addetti sarebbero gli unici lavoratori a tornare al loro posto dopo i vari test medici e quindi negativi.

La conclusione dei campionati

Federcalcio, il Consiglio Federale. Foto: © Figc

In Consiglio federale siedono 20 dirigenti, espressione di tutte le componenti della Figc. Il presidente Gabriele Gravina tiene le fila. Poi ci sono Claudio Lotito e Beppe Marotta della Lega di Serie A; Mauro Balata della Lega di B), Francesco Ghirelli, Walter Baumgartner e Pietro Lo Monaco della Lega Pro; Cosimo Sibilia, Andrea Montemurro, Stella Frascà, Giuseppe Baretti, Francesco Franchi e Maria Rita Acciardi della Lega Dilettanti; Damiano Tommasi, Umberto Calcagno, Sara Gama e Gianluca Zambrotta dell’Assocalciatori; Marcello Nicchi degli arbitri. All’ordine del giorno diversi argomenti tra i quali alcuni prettamente tecnici.

I punti cruciali sono essenzialmente due. Il recepimento del “decreto rilancio”, quello che assegna alla Figc pieni poteri sull’organizzazione dei campionati ed accorcia i tempi della giustizia sportiva. L’altro invece riguarda le determinazioni da prendere sulla conclusione dei tornei. I dilettanti (dalla serie D alla Terza categoria, femminile compreso) dovrebbero decidere la chiusura della stagione, mentre la Lega Pro ha votato lo stop ma la Figc potrebbe non ratificare la delibera e prendere tempo.

Tutti gli scenari all’orizzonte

Foto Engin Akyurt / Pixbay

Secondo la linea tenuta in questi mesi, il Consiglio federale ribadirà la volontà di tornare a giocare almeno per quanto concerne la serie A e la B mentre per la C si potrebbe optare per i playoff con i quali assegnare la quarta promozione. Il prezzo di uno stop definitivo infatti sarebbe salatissimo. Andrea Sartori, analista di KMPG, in un’intervista a Tuttosport, ha quantificato in un miliardo i danni di un’eventuale chiusura anticipata della stagione. Insomma un disastro epocale.  

E’ chiaro che la strada resta stretta anche se la Uefa ha spostato l’asticella: il piano campionati non deve essere più consegnato entro il 27 maggio ma la scadenza è il 17 giugno quando si terrà l’esecutivo e poi i tornei potranno terminare anche oltre il 3 agosto. Tuttavia la notizia più incoraggiante è arrivata nelle ultime ore con l’approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico del nuovo protocollo sanitario redatto dai consulenti medici della Figc. A questo punto potranno scattare gli allenamenti collettivi. Cade l’obbligo del ritiro,  restano le due settimane di quarantena per tutto il gruppo-squadra in caso di positività ma si potranno proseguire gli allenamenti. Previsti inoltre tamponi a tappeto. Il 28 maggio si deciderà sulla ripresa del campionato. L’ok al protocollo rafforza la posizione della Figc. Un Consiglio federale compatto per la ripresa sarebbe un segnale forte.

Ma ci sono anche altri scenari. Nelle ultime ore avanza l’ipotesi dei playoff e playout in serie A, B e forse in C. La formula sarebbe tutta da decidere. Un’idea caldeggiata in tempi non sospetti dallo stesso Gravina. Una soluzione che eviterebbe di giocare 225 gare tra A e B. Il “decreto rilancio” consente a Gravina e al Consiglio federale ampi margini di manovra. Si possono cambiare i format fino ad imporli. 

L’ultimo scenario invece sarebbe il peggiore, ovvero lo stop definitivo dei campionati che dopo gli ultimi sviluppi sembra allontanarsi. In questo caso Gravina e il Consiglio si ritroverebbero tra i piedi un pallone a dir poco bollente. Se da una parte lo stesso “decreto-rilancio” concede alla Figc pieni poteri decisionali, dall’altra non mancherebbero gli scontenti. E, malgrado i tempi della giustizia sportiva siano stati accorciati, pioverebbero i ricorsi. Gravina dovrà muoversi con i piedi di piombo

La bussola potrebbero essere le Noif con il rispetto dei format e classifica cristalizzata. Promozioni e retrocessioni. E poi in un secondo momento potrebbe pensare ad una riforma dei tornei da lanciare nella stagione 2021-2022. Inoltre ci sono le indicazioni dell’Uefa che in caso di stop ha chiesto di far prevalere i meriti sportivi acquisiti sul campo prima della sospensione.

La cadetteria chiede le riforme

Mauro Balata, presidente della Lega di Serie B © Imagoeconomica

La serie B ovviamente dipende da quello che accadrà al piano superiore. L’ultima assemblea di Lega aveva votato per la ripartenza. Ma per molte società, in grave difficoltà economica, non sarà facile applicare il protocollo sanitario. Secondo quanto era stato deciso, i cadetti dovrebbero riprendere gli allenamenti di gruppo dopo 10 giorni dal varo del protocollo. E quindi a fine mese. 

Mauro Balata, presidente della Lega, in un’intervista all’AdnKronos ha chiesto riforme radicali per mettere in sicurezza il sistema calcio. “Il momento di grave crisi  impone alla dirigenza che guida il movimento di mettere mano a quelle riforme necessarie a mettere in sicurezza il sistema e per questo non più rimandabili“.

Balata farà sentire la sua voce già nel Consiglio di domani. “Riforme che vanno affrontate con grande senso di responsabilità e con interventi mirati e decisi – continua il presidente dei cadetti – Un percorso che determini un vero cambiamento nella direzione dell’innovazione e di un futuro del calcio che possa determinare la riaffermazione di quel ruolo di leadership che l’Italia ha sempre occupato in Europea e nel mondo. Sostenibilità, regole di accesso rigide e chiare, trasparenza devono essere linee guida di una riforma complessiva che consenta di definire un sistema credibile e solido“.