Donna Liliana, l’ombra silenziosa che guidò Picano al Governo

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Il ruolo sienzioso di donna Liliana Todaro - Picano. Le grandi donne dietro ai successi dei grandi uomini

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Se n’è andata in silenzio, come un’ombra scivoltata via: esattamente come aveva vissuto, al contrario di quello che era il suo vero spessore. Liliana Todaro è stata una delle figure centrali nella storia politica degli Anni 80 in provincia di Frosinone. Al di là del nome iscritto all’anagrafe, si comprende al volo il suo profilo appena si dice che era la moglie del sottosegretario di Stato alle Partecipazioni Statali Angelo Picano. Ma soprattutto se si dice che era la sua ombra silenziosa, la sua unica confidente, la depositaria dei suoi segreti più profondi, dei resoconti degli incontri con De Mita e Andreotti con Cossiga e Spadolini, il filtro quotidiano dei troppi postulanti.

Si erano conosciuti negli Anni Settanta, lei era una dirigente della Sip: la segretaria particolare dell’amministratore della compagnia italiana dei telefoni; quelli grigi, con il disco bucato, spesso con il lucchetto messo dai capofamiglia per impedire che moglie e figli chiamassero incuranti del costo della bolletta. Angelo Picano era un funzionario della Camera di Commercio: di lì a poco ne sarebbe diventato il presidente, poi deputato, poi sottosegretario, poi dominus ascoltatissimo dell’anima democristiana che faceva capo ai demitiani contrapposti agli andreottiani. Che in provincia di Frosinone era come fare i cristiani nell’arena ai tempi di Nerone.

Liliana Todaro

Fu amore a prima vista. Soprattutto fu sodalizio strategico: lei efficientissima nel gestire agenda, incontri, postulanze varie. Ai tempi d’oro, in via San Lorenzo in Lucina a Roma la richieste in cerca di una grazia riempivano tre stanze di un intero appartamento. La signora Liliana era come il San Pietro che apriva e chiudeva le porte del Paradiso. O quelle dell’inferno. Per tutti cercava una soluzione, una risposta, una raccomandazione; al limite una consolazione.

Accanto ad ogni grande uomo, si dice, debba esserci una grande donna: se Angelo Picano abbia dato tanto a questo territorio lo dirà la Storia; la signora Liliana diede tanto, con certezza, alla costruzione dell’organizzazione di Angelo Picano. Spianandogli la strada verso il Governo.

Nel taccuino della sua memoria Domenico Tortolano, decano dei giornalisti della provincia di Frosinone, alla voce Todaro Liliana scrive: “Discretissima quanto efficiente, difetta di una sola cosa: il laticlavio al Senato che, invece, preferì costruire per il marito. Che di suo vi sarebbe potuto arrivare da solo. Ma grazie a lei non poteva mancarlo”.

Stava male. Da tempo. Il marito non aveva mai voluto abbandonarla. Gli era rimasto accanto, sempre. Parlandole anche se lei non rispondeva più.

Fino ad oggi. A prescindere dai lavori trovati, famiglie create, giunte salvate, amministrazioni costituite, crisi evitate. Perché alla fine, quando arriva il momento, ciò che conta non è quanto lasci: ma quanto hai messo a frutto con le abilità che ti sono state concesse. Vale per tutti: pochi sanno che un pezzo della fibra ottica con cui oggi guardiamo Netflix è frutto di un’intuizione della signora Liliana quando si confrontava con Sip e Stet.

Ma lei stava nell’ombra. E la storia non rende mai giustizia. A meno che qualcuno non si ricordi di raccontarla. Come facciamo stasera.

I funerali della signora Liliana si terranno domani alle ore 15 nella chiesa di San Basilio a Caira