Dopo il Consiglio ‘lampo’ è l’ora di veleni e polemiche

Il consiglio comunale lampo di mercoledì sera. È l'ora dello scaricabarile. "Colpa della presidente Di Rollo: doveva controllare le date”. Ma a sollecitare di fare presto era stato proprio chi oggi contesta la data

Alberto Simone

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Ma fatela finita ed inventatevene un’altra, siete oltre che incompetenti anche falsi. Come facevano i capi gruppo a garantire una cosa del genere per tutti i Consiglieri anche quelli che non appartenevano ai gruppi partecipanti alla riunione per fissare il Consiglio? Incapaci e bugiardi……”.

Il commento appare sotto al post che lancia sul Gruppo Facebook l’articolo di Alessioporcu.it in cui si racconta la cronaca del Consiglio comunale lampo di mercoledì sera. A scrivere quel commento è uno dei protaginisti della serata: anzi il protagionista, il consigliere comunale ‘No Acea’ Renato De Sanctis.

Ma le cose stanno esattamente come riferito dalla nostra cronaca. (Leggi qui Il Consigliere si rimangia l’accordo: stop immediato al Consiglio).

Il Consiglio lampo

La seduta di mercoledì

Riassunto della puntata precedente. Cosa è accaduto mercoledì sera? C’è stato il Consiglio Comunale in cui esaminare una serie di temi proposti proprio dal consigliere Renato De Sanctis. Che si presenta in Aula attrezzato con tutti i documenti necessari per sostenere le sue tesi e mettere in difficoltà l’amministrazione del sindaco Enzo Salera.

Ma quella seduta dura appena una ventina di minuti. A causa proprio del Consigliere. Che contesta l’assenza di uno dei temi da lui proposti. La presidente d’Aula Barbara Di Rollo gli spiega che l’ha sollevato fuori tempo massimo. E De Sanctis, calendario alla mano, rileva che i tempi ci sono: semmai è il Consiglio ad essere stato convocato con un giorno d’anticipo rispetto a quanto previsto dal regolamento.

Vero. Scatta lo stop immediato del Segretario. Come mai una simile leggerezza? C’era un tacito accordo in Conferenza dei capigruppo per anticipare la seduta, evitando che andasse dopo Pasqua o finisse al venerdì Santo.

Ecco De Sanctis nega che ci fosse un accordo. Ed a dimostrazione scrive che i capigruppo non potevano raggiungere un simile accordo.

Invece l’accordo c’era

Il presidente d’Aula Barbara Di Rollo

Facciamo un passo indietro. Torniamo al giorno in cui si è riunita la Conferenza dei capigruppo. Il presidente Barbara Di Rollo aveva fatto presente che lei il 14 aprile era impossibilitata a presiedere il Consiglio. Il giorno successivo, Venerdì Santo, si sarebbe entrati nel pieno delle festività e per una questione di rispetto e opportunità la data non è stata presa in considerazione.

Si è quindi iniziato a ragionare sulla settimana successiva, dopo il lunedì di Pasquetta. “Sono 2 mesi e 10 giorni che non facciamo un Consiglio comunale, cerchiamo di convocarne uno prima di Pasqua” ha obiettato proprio Renato De Sanctis.

È spuntata l’ipotesi di anticipare tutto al giorno precedente il 14, cioè mercoledì 13. La presidente del Consiglio Di Rollo ha spiegato che anche quel giorno lei aveva dei vincoli. “Prima delle 19 non posso per impegni di lavoro”.

Vada per per le 19, basta che lo facciamo prima di Pasqua” ha concordato De Sanctis. In conferenza dei capigruppo nessuno ha obiettato che non c’erano i 5 giorni “pieni” previsti dal regolamento.

Si va in Aula

Renato De Sanctis

La questione è spuntata in assise, l’ha tirata fuori il consigliere ‘No Acea’: proprio lui che voleva fare il Consiglio prima di Pasqua.

Poi, quando esce su Alessioporcu.it la cronaca della seduta, De Sanctis prova a dire che non è vero e ci dà di “oltre che incompetenti anche falsi”.

Invece c’è nulla di falso. E messo di fronte alle conferme che arrivano dai presenti alla Capigruppo (tutti ricordano che è stato lui a sollecitare la seduta prima di Pasqua) non nega che quella era la sua intenzione. Ma precisa: “Spetta al Presidente del Consiglio quando fa la convocazione vedere se ci sono i tempi. Doveva studiare il regolamento e capire che per il 13 non c’erano i tempi previsti e quindi convocare in altro giorno”.

Ma lo avevate deciso in conferenza dei capigruppo? “Io avevo chiesto di fare il Consiglio prima di Pasqua, avevo proposto anche il venerdì, c’era un punto di incontro sul mercoledì ma poi la convocazione spetta al presidente, non ai capigruppo” ribatte De Sanctis.

Fontana: colpa della Presidente

Gli fa eco il suo collega di opposizione Salvatore Fontana: “Io non so se in Capigruppo ci fosse un accordo o meno. Non mi risulta. Ma anche se fosse è grave che il presidente del Consiglio per accontentare qualcuno sia andata contro il Regolamento. In ogni caso solo il Consiglio comunale, all’unanimità, poteva ‘sanare’ una decisione diversa da quello che prevede il regolamento”.

Per Fontana, tutta la storia mette in evidenza “l’incompetenza della Presidente. Nessuno può derogare al Regolamento. Se le avessero chiesto di fare il consiglio il 13 (tra l’altro c’era pure giovedì e venerdì disponibili prima di Pasqua ), lei si sarebbe dovuta opporre. Questo prevede il suo ruolo di garanzia. Sarebbe più giusto chiedere scusa per un errore che ha portato un costo inutile alla comunità”.

Sempre dalle file dell’opposizione, il consigliere Benedetto Leone racconta un interessante retroscena. Il giorno della Capigruppo era impegnato al Vinitaly di Verona con la sua azienda. “Quando sono stato informato del fatto che il Consiglio si faceva mercoledì ho mandato un messaggio alla presidente Di Rollo per dire che non avrei potuto partecipare. Mi ha risposto che era dispiaciuta, che lei avrebbe voluto farlo dopo Pasqua, ma che in conferenza capigruppo era stato chiesto di fare un Consiglio in questa settimana“.

Nessuna obiezione

I fatti sono chiari. 1. Il consigliere De Sanctis ha sollecitato la seduta del Consiglio prima di Pasqua. 2. Una volta fissata la seduta né lui né gli altri Capigruppo hanno contestato la convocazione pretendendo il rispetto delle date 3. Il Consigliere De Sanctis si era portato i documenti per affrontare i temi; quando il Segretario ha fatto notare il problema era comunque disposto a tenere il Consiglio solo nella parte delle interrogazioni.

Se non c’era un accordo per tenere la seduta, perché tutto questo?

Dalla maggioranza, ovviamente, tutti fanno quadrato intorno al presidente del Consiglio. “Non ricordo nessuna obiezione quando è stata decisa la data del 13 aprile” dice il capogruppo del Pd Gino Ranaldi.

Adesso ci saranno due Consigli comunali a stretto giro: la settimana prossima si riunirà nuovamente la conferenza dei Capigruppo. Entro fine aprile si tornerà in Aula per il Consiglio che non è stato celebrato ieri per discutere interrogazioni e debiti fuori bilancio; poco dopo per l’approvazione del bilancio previsionale 2022.