Dopo Mastrobuono? Alla Asl Quintavalle o D’Alba

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
La dottoressa Isabella Mastrobuono ha detto sì: accetterà la proposta di andare a dirigere lo Spallanzani. Lasciando quindi la guida della Asl di Frosinone. È stata lei stessa a comunicarlo con una nota ufficiale. Ha detto la professoressa Mastrobuono: «È per me davvero un onore aver ricevuto dal presidente Zingaretti la proposta di dirigere l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”,  una istituzione di così alto profilo assistenziale,  scientifico e di ricerca».
Poi ha specificato: «Mi avvicino a questo incarico con umiltà e senso del dovere,  nella consapevolezza della responsabilità di dirigere una struttura unica nel suo genere e di così elevato rilievo sull’onda del mio maestro, il professor Elio Guzzanti.  Per un allievo di un maestro di così ineguagliabile spessore non poteva esservi un regalo più grande e cercherò nel nuovo incarico di seguirne le orme mettendo tutto l’impegno possibile. Per questo “dono” ringrazio il presidente Zingaretti e coloro che presso il Ministero della Salute hanno condiviso la scelta».
Poi la Mastrobuono fa un riferimento diretto alla sua esperienza al vertice della Asl di Frosinone. Rileva: «L’esperienza sul territorio frusinate, così ampio ed articolato, ha costituito per me un’occasione straordinaria di ulteriore crescita personale e professionale. Credo di aver svolto un lavoro – ponendo le basi per  un servizio sanitario provinciale più adeguato e sostenibile – i cui frutti si potranno vedere a breve. Sono stati 18 mesi intensi e particolari, coincidenti con un periodo di svolta, riorganizzazione ed innovazione che mi hanno molto impegnata e per i quali ho chiesto ed ottenuto collaborazioni instancabili ed appassionate per il territorio».
Ad ogni modo la nomina della professoressa Isabella Mastrobuono al vertice dello “Spallanzani” segna un punto di svolta anche nel complesso quadro della sanità provinciale. Ma c’è da dire che resterà direttore generale a Frosinone fino alla nomina ufficiale a Roma. Intanto però si è sostanzialmente aperta la fase della successione. Con ogni probabilità Nicola Zingaretti si avvarrà della short list dei 50 top manager. Tra i nomi più quotati c’è quello di Giuseppe Quintavalle, di Civitavecchia. Ma circola pure quello di Fabrizio D’Alba, di Roma.
Ci sono possibilità che sia nominato un professionista della provincia di Frosinone, indipendentemente dalla lista? Dipenderà ovviamente dalla volontà del Governatore. I nomi che circolano però ci sono: Antonio De Santis e Narciso Mostarda, per esempio. Intanto fioccano i commenti alla nomina della Mastrobuono allo Spallanzani.
Per il senatore Francesco Scalia (Pd) «affidarle un IRCCS tra i principali del Paese come lo Spallanzani è la migliore dimostrazione della validità professionale della dottoressa Mostrobuono. In questi 18 mesi di permanenza alla direzione della Asl di Frosinone, il direttore generale ha dato avvio al progetto strategico voluto dal presidente Zingaretti, per un modello di sanità più efficace e più efficiente. Le basi di un nuovo modello sono state poste con il nuovo atto aziendale e significativi risultati sono stati già conseguiti».
Il consigliere regionale di Forza Italia Mario Abbruzzese afferma: «Questo anno e mezzo con la Mastrobuono alla guida della Asl di Frosinone è stato talmente straordinario che, a livello sanitario, non si è riusciti nemmeno a garantire l’ordinario. Disservizi continui, pronto soccorso in tilt, reparti a singhiozzo, liste di attese interminabili: garantire prestazioni e i livelli minimi di assistenza dovrebbe essere la norma non l’eccezione».
Luca Frusone, deputato del Movimento Cinque Stelle, analizza: «La Mastrobuono lascia il posto da Dg della Asl di Frosinone e viene promossa allo Spallanzani, d’altronde i dettami di Zingaretti li ha applicati talmente bene, che il presidente della Regione non poteva che promuovere il suo braccio destro».
Frusone non crede ai dissidi tra il manager e il Pd, in particolare con il consigliere regionale Buschini. Rileva: «Buschini avrebbe potuto realmente opporsi alla politica di Zingaretti, un segnale forte sarebbe stato rassegnare le dimissioni ad esempio».
Soddisfazione viene espressa dalla Fials. Ma il segretario Francesco D’Angelo e l’avvocato Giuseppe Tomasso notano: «Le modalità non sono però condivisibili, visto che il presidente Zingaretti, da buon politico, ha usato il metodo all’italiana: pur condividendo la necessità di rimozione del manager, piuttosto che procedere ad una seria valutazione (negativa) del suo operato, gli attribuisce un diverso incarico per rimuoverla dal precedente».
Mentre per Francesco Notarcola (Coordinamento provinciale della sanità), «da questo preciso momento l’attività della Asl deve essere unicamente e strettamente limitata alla minima ordinaria amministrazione, fino alla nomina del nuovo direttore generale».