Dove porta l’ascensore inclinato

Il dibattito sull'ascensore inclinato. E la mozione presentata dall'opposizione. Finalmente unitaria o quasi. Ma sarà solo un dibattito politico. Perchè sul piano dei numeri...

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La mozione l’hanno firmata tutti. Puntano a mettere con le spalle al muro il sindaco Riccardo Mastrangeli e l’assessore Adriano Piacentini. L’opposizione unita chiede di discutere dell’ascensore inclinato: croce e delizia di una città che vorrebbe diventare moderna ma si blocca dopo pochi passi.

Una struttura che fu un’intuizione dell’allora sindaco Domenico Marzi. Capace di collegare in un paio di minuti la parte alta con la parte bassa del capoluogo: senza doversi infilare con l’auto nel traffico del centro, senza raccomandarsi a San Silverio e Sant’Ormisda per trovare un parcheggio. Ma non funziona. Sono più i giorni che sta ferma di quelli che viaggia. (leggi qui: Cosa c’è scritto nel Bilancio consuntivo di Frosinone).

L’opposizione, quasi al completo, vuole discuterne il 27 aprile nel prossimo consiglio comunale di Frosinone. Sostiene che l’idea della maggioranza di rifarla daccapo costa troppo mentre con due soldi c’è chi è pronto a farla funzionare.

La polemica

In pratica, per l’opposizione costa più il progetto per il il nuovo impianto che la riparazione di quello già realizzato. L’opposizione si riferisce al preventivo dell’impresa lombarda Maspero Elevatori: sostiene che siano sufficienti nove riparazioni ben precise sull’attuale impianto con una spesa di 136mila euro. Tra questi: la sostituzione del traliccio, nuove funi traenti, l’installazione dei tiranti, il cambio delle funi di limitatore di velocità, nuove ruote ad alta resistenza e nuove porte della cabina e delle stazioni di partenza ed arrivo, l’installazione del blocco meccanico.

Invece la strada che intende percorrere l’amministrazione Mastrangeli è quella dei fondi per la rigenerazione urbana. Prevede un investimento di 3,5 milioni di euro per realizzare il raddoppio dell’ascensore inclinato. 

Un po’ di cronistoria

La storia dell’impianto parte nel 2005. L’otto agosto di quell’anno la giunta Marzi attiva la procedura per l’affidare la progettazione e la realizzazione della struttura. In termine tecnico si chiama “realizzazione del collegamento pedonale meccanizzato tra via Aldo Moro e piazzale Vittorio Veneto e del parcheggio a raso. A mezzo di appalto concorso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Insomma: parcheggi a piazzale Vittorio Veneto in un’area fino a quel momento inutilizzata, prendi l’ascensore e ti trovi nel centralissimo via Aldo Moro.

L’appalto – concorso viene aggiudicato ad una Ati, un’associazione temporanea di imprese. Cioè un insieme di società che si alleano per realizzare un progetto e dopo averlo consegnato la loro associazione finisce. L’importo è di 3,044 milioni di euro. I lavori vengono affidati alla Ati il primo aprile 2006.

Dopo quattro anni esatti, il 2 aprile 2010 l’amministrazione comunale procede alla consegna anticipata provvisoria dell’opera. E la mette in funzione. Ha in mano la verifica fatta dall’Ustif l’ufficio che controlla le funivie: per inciso, imponeva una serie di prescrizioni, nelle more del completamento delle operazioni di collaudo tecnico-amministrativo.

Le criticità vengono subito alla luce. Le porte automatiche si bloccano in continuazione, le ruote sono soggette a continue rotture, ci sono problemi ai giunti ed all’impiantistica generale.

Come sempre, a Frosinone ci si divide su tutto. Una parte politica dice che il problema sta proprio nel progetto perché è troppo fragile la collina su cui è appoggiata la struttura. Una parte dice che è la realizzazione ad avere problemi. Nei fatti: da quasi tredici anni l’opera funziona a singhiozzo. Molto a singhiozzo.

Le evidenze politiche

Vincenzo Iacovissi

Questi i fatti oggettivi. Veniamo alle riflessioni di carattere politico. La prima: la mozione è stata firmata dai tutti i gruppi di minoranza ad eccezione del Partito Socialista. Perché no? Pare che Socialisti non siano stati stati coinvolti nell’iniziativa. Proprio per questa incomunicabilità il Psi un anno e mezzo fa non ha voluto far parte del cartello che sosteneva l’elezione di Marzi ma ha concentrato i suoi voti su Vincenzo Iacovissi. Un’incomunicabilità estesa a tutta la provincia: alle Comunali di Alatri, Pd e Psi non sono andati insieme. E la stessa cosa accade ora a Ferentino. Il Segretario regionale Gianfranco Schietroma ha sempre rimproverato a Nicola Zingaretti di non aver voluto ricevere il Psi negli anni in cui era al timone della Regione.

I problemi di dialogo si sono ripresentati ora per la mozione sull’ascensore inclinato. E questo nonostante la campagna elettorale sia finita da un anno ormai. Storicamente, le divisioni all’interno del centrosinistra nel capoluogo determinano da sempre solo ed esclusivamente sconfitte politiche. Non a caso, il centrodestra governa la città da più di dieci anni. E continuare con la doppia opposizione non aiuta a ricomporre il necessario clima di serenità e coesione.

In ogni caso, un atto politico firmato da quasi tutti i consiglieri di minoranza è un ulteriore piccolo segnale di un nuovo corso: una rinnovata azione politica di sollecitazione nei confronti dell’amministrazione Mastrangeli. E questo è un fatto senz’altro positivo. Ora, oltre al confronto dialettico sono attesi atti, cifre e studi, a sostegno di una o delle due soluzioni prospettate dalla maggioranza o dall’opposizione.

Serve il personale

Foto © Stefano Strani

A proposito di studi. Nella determina n°1170 del 7/04/2023 il Comune aggiudica i servizi tecnici di aggiornamento progettazione, progettazione esecutiva, coordinatore della sicurezza, Direzione Lavori. Lì si dà atto che “l’attuale esiguo organico del Settore Ambiente e Mobilità e la peculiarità dell’intervento non hanno consentito l’assolvimento di funzioni tecniche di progettazione con personale interno. Non c’è abbastanza gente.

Con questo presupposto, l’amministrazione ha demandato ai competenti uffici della Provincia di predisporre gli atti di gara. È la n° SUA 30/2023  avente ad oggetto “affidamento di servizi tecnici di aggiornamento della progettazione, progettazione esecutiva e csp, direzione lavori e cse dei lavori di raddoppio dell’ascensore inclinato. Realizzazione di un nuovo percorso pedonale di collegamento ai fini del potenziamento del sistema di mobilità sostenibile tra Frosinone alta e bassa – comune di frosinone“;

All’esito della gara, con la determina di cui sopra, il Comune di Frosinone ha aggiudicato l’appalto alla  “Rtp Altevie Srl Società di Ingegneria“, con sede a l’Aquila. Per un importo di aggiudicazione di 148.285 euro. L’intero progetto di raddoppio ha un costo complessivo stimato pari ad € 3.500.000,00.

 Chi è la ditta

“Devi amare ciò che fai per volerlo fare ogni giorno“. È scritto così nella home page della Altevie Engineering. Che si definisce “una società specializzata negli ambiti dell’ingegneria per la montagna, funiviaria ed ambientale, che opera in Italia e all’estero principalmente in ambito montano, dove è forse più determinante che in altri contesti l’attenzione al rapporto tra uomo e ambiente”. 

Nell’ultimo quinquennio, Altevie ha avuto una media di 15 unità, tra dipendenti e collaboratori a contratto, ed un fatturato compreso nella fascia tra 500.000 – 1.000.000 di euro. Ha collaborato a diversi progetti sugli impianti a fune, come ad esempio a Cortina D’Ampezzo, dove ha lavorato alla costruzione della nuova cabinovia Freccia del Cielo. Oppure al progetto per la sostituzione della seggiovia quadriposto ad ammorsamento fisso RM40 “Fontanile – Vallone” di proprietà della Sifatt nel Comune di Rivisondoli (AQ). O ancora al progetto per la realizzazione di una seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico che andrà a sostituire la seggiovia “Direttissima” e la sciovia “Cupolino” nel bacino sciistico di Corno alle Scale, tra i Comuni di Lizzano in Belvedere e Fanano.

Indietro non si torna

La mozione verrà votata dalla sola minoranza. Al di la degli spunti che deriveranno dalla discussione è impensabile che la Giunta Mastrangeli torni sui propri passi e riveda la realizzazione di un’opera che è stata prevista nella delibera di Giunta 37/2023 del 1 febbraio. Soprattutto è un’opera finanziata con fondi che sono destinati a quel preciso progetto: non farla significherebbe rinunciare al finanziamento. E non significherebbe trasferire i fondi sulla riparazione dell’esistente.

Al di là del progetto, diventa fondamentale che si apra nel dibattito politico cittadino anche un vero confronto di idee, non di polemiche, sull’azione di recupero, sviluppo e nuova vivibilità del centro storico del capoluogo. La funzionalità originaria dell’ascensore inclinato serviva proprio a portare le persone dalla parte bassa a quella alta. Con un raddoppio o con un ripristino dell’ascensore esistente: il tema del centro storico è dirimente.

Serve un programma di riqualificazione, strutturato e strutturale nel tempo. Che miri all’attuazione di un processo di urbanizzazione capace di garantire la possibilità di vivere il centro storico di Frosinone, in coerenza con tante altre località italiane.

Dove il centro storico rappresenta una ricchezza

Il banner dell’iniziativa

Qualcosa si muove. Per il 26 aprile l’assessore Rossella testa ed il sindaco Riccardo Mastrangeli hanno organizzato un incontro con gli stakeholder per il futuro di Frosinone alta. Si parlerà di progetti e soluzioni per una città al passo con i tempi.

Si punta ad arrivare ad un vero e proprio studio per una progettualità sostenibile, anche dal punto di vista finanziario, con il contributo ulteriore dei privati che impatta sul piano urbanistico, edilizio, viario, commerciale, architettonico, culturale, sociale della parte storica della città. Un progetto pensato per e con il contributo dei residenti, delle associazioni, dell’accademia, dei commercianti, dei giovani, dei gestori dei locali, delle associazioni presenti sui social, dell’università.

In questo contesto il raddoppio, o comunque la certa e continua funzionalità dell’ascensore inclinato, è assolutamente indispensabile per riportare nuova vivibilità al centro storico. E ricucire finalmente, anche dal punto di vista della mobilità, per di più sostenibile, le due zone (alta e bassa). Ma ha senso se è il il punto di partenza, di un progetto più ampio. Quello che potrebbe nascere dagli input attesi con l’incontro del 26 aprile.

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