Dr Babele, il medico con pazienti di 63 nazioni

Il mondo in una sola città. La storia del medico con pazienti di 63 nazionalità diverse. Vengono da Pesi in guerra tra loro. Ma dal medico scoprono di essere tutti uguali di fronte alla malattia

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Mi è arrivato un paziente giordano“: il medico Maurizio Galardo è stato anche vicesindaco di Latina e Consigliere comunale per quasi un quarto di secolo. È lui a far notare una cosa che a tutti sfugge. Un cambiamento umano della città che ha la forza di un uragano, ma fa il rumore di una brezza.

Da medico di base seguo pazienti di 62 nazionalità. Con il paziente giordano saliremo a 63 nazionalità diverse. Ho tutti i continenti, tranne Australia e Antartide“.

ll mondo in una sola città

Foto: Geralt / Pixabay

Fornisce l’elenco: ci sono russi e ucraini, che da lui vanno d’accordo; ci sono siriani; cristiani e musulmani in armonia; vanno d’accordo anche greci e turchi, che nella vita di tutti i giorni sono divisi sulla contesa di Cipro; si fanno visitare nello stesso ambulatorio pakistani e indiani che lì dimenticano la sanguinosa contesa sul Kashmere per il quale si accoppano da settant’anni.

Ecco il mondo che fa guerra potrebbe ritrovarsi in uno studio medico con un mal di pancia e non discutere di ciò che è mio e ciò che è tuo ma su che farmaco prendere per farmi passare il dolore.

Neanche io – spiega Galardo – mi immaginavo una città così“. A Latina la differenza maggiore era tra lepini e veneti, tra marocchini (i veneti definivano così gli abitanti dei lepini) e cispadani (la definizione dai da quelli dei Lepini ai veneti).

Ora… “Milano a portata di mano. Ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano”: Latina è diventata come la Milano raccontata da Lucio Dalla al tempo del boom economico.

Latina capitale mondiale

Foto: Geralt / Pixabay

Nigeriani, egiziani, libici, algerini, marocchini, anche dell’Equador, Kazakistan, Mali, Togo Swaziland. Tutti annotati su un foglio rigorosamente scritto a mano con i pazienti riportati per Continente e Paese.

Resto basito, non immaginavo mai che uno del Benin venisse a vivere e a cercare speranza di vita qui da noi. È una babele, non è che Latina è andata al mondo ma il mondo è venuto a Latina, vive tra noi.

Per strada una signora al telefono parla in una lingua slava, dei ragazzi parlano in francese tra loro, c’è un signore che cammina in fretta: è cinese. Dico che belli questi colori del mondo, cammino lungo il Corso della Repubblica e mi faccio in giro del mondo umano in 200 metri.

La signora gentile quando esco dallo studio di Maurizio in un italiano perfetto mi dice: “Mi scusi, ora possa entrare?“. Ha abiti coloratissimi di freschi tessuti è somala, un ragazzo seduto attende il suo turno è albanese. Dio che bella confusione.

Prendo il treno, viaggia nel gruppo di sedili accanto al mio una famiglia di colore: hanno un figlio piccolo, vivace come il pepe, non sta mai fermo è di una bellezza incredibile, ha occhi grandi grandi.

La guerra non ha senso

Foto: Lolame / Pixbay

Vi ho voluto raccontare questa storia in un tempo in cui non ha senso la guerra perché siamo tutti nello stesso mondo e tutti siamo di questo mondo.

Dottore mi serve il Gaviscon,  ho acidità di stomaco” avrei potuto fare io questa richiesta al mio dottore, anzi la sto per fare, ma mi ha preceduto un signore che è indiano. Abbiamo lo stesso dolore e lo stesso dottore.