Il dribbling di Zingaretti a Lega e Cinque Stelle

La strategia di Nicola Zingaretti. Per logorare il Movimento 5 Stelle e la Lega. Affrontandoli sul loro stesso terreno. Mentre il Pd appare incapace di reagire

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha promesso un nuovo inizio nella lotta alla criminità organizzata a partire dalla “riforma del sistema di gestione dell’agenzia dei beni sequestrati e confiscati”. Lo ha fatto di fronte alla villa confiscata al clan dei Casamonica alla Romanina, periferia sud est di Roma.

Quello che però non si aspettava è che lì, ad attenderlo e ad anticiparlo, ci fosse il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Il quale ha detto: “Stanzieremo 200 mila euro per abbattere la villa, trasformarla in giardino e darla in gestione al comitato di quartiere. Queste scelte si inseriscono in un programma che ha già finanziato il recupero di 11 beni confiscati. Uno di questi sarà presto adibito a centro funzionale per minori autistici. È importante se il ministro Salvini viene qui perché è un modo di prendere coscienza di quanto è dura, ma anche possibile, dare questi luoghi ai cittadini, come già stiamo facendo da tempo”.

Un dribbling in perfetta regola. Dopo avere preso il pallone al ministro, Nicola Zingaretti ha lasciato a Matteo Salvini solo lo spazio per poter dire: «Chiederò a Zingaretti di farmi guidare la ruspa il giorno della demolizione»

 

C’è poco da girarci intorno: Nicola Zingaretti sta anticipando sia i Cinque Stelle che la Lega, cercando di indicare al Pd la strada dell’opposizione, che è quella di sfidare gli avversari sui problemi concreti. Se con la legge sui rider Zingaretti era sceso sul terreno pentastellato di Luigi Di Maio, stavolta è entrato nel campo di Matteo Salvini, leader massimo della Lega.

Il presidente della Regione Lazio ha una strategia ed è convinto che l’onda gialloverde prima o poi si fermerà e allora la differenza la faranno i progetti e i programmi. Mentre in questo momento continua la campagna elettorale sotto altre forme, con annunci spesso roboanti.

Ma c’è un altro punto che Zingaretti ha colto: i Cinque Stelle hanno cominciato a marcare “a ministro” Matteo Salvini. Ogni volta che il leader leghista “sconfina”, il ministro penta stellato interviene (Danilo Toninelli e Giulia Grillo), ogni volta che c’è uno scontro con un capo di Stato straniero, anche Luigi Di Maio fa sentire la sua voce.

 

Emergono le prime difficoltà. Nicola Zingaretti ha deciso di mettere parecchie bandierine.

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