Habemus Bassettam (di F.Ducato)

La cronaca del giorno più lungo nella crisi che ha attraversato la maggioranza consiliare di Anagni. Le voci della clausola pretesa da Fausto Bassetta. I no alla firma sul documento. E poi la fumata bianca.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

La cosa più divertente è stata veder tornare di gran carriera ad Anagni, poco dopo le 18.30, Maurizio Bondatti. L’esponente del Pd è sceso dall’auto in Piazza Cavour e si è avviato verso il palazzo comunale con l’aria di “ma cosa ci faccio qui?”. Per quanto, anche l’espressione un po’ confusa di Giuseppe Felli, entrato ed uscito dal palazzo comunale un numero imprecisato di volte, valeva il prezzo del biglietto.

Un vortice di incontri. Una ragnatela di telefonate. Una tela che, come quella di Penelope, si è strappata ed è stata riannodata più volte, prima di arrivare ad una conclusione. E non è detto neppure che sia quella definitiva

Questa è la cronaca di una giornata, quella di giovedì 26 ottobre, da consegnare alla storia di Anagni. Il giorno delle dimissioni rientrate. Ma col mistero di chi e cosa (e perché) abbia portato la maggioranza sull’orlo del collasso. Prima del lieto (?) fine.

 

IL MATTINO

Iniziamo dal primo mattino. In città tutti stanno aspettando il rientro delle dimissioni del sindaco, visto che il 26 è l’ultimo giorno a disposizione di Fausto Bassetta per tornare sui suoi passi, dopo le dimissioni presentate il 6 ottobre. In città tutti aspettano che arrivi il comunicato, la nota, la fumata bianca, insomma, l’annuncio ufficiale.

Sembra tutto scontato, visto che da giorni è sulla bocca di tutti il documento “Anagni 17-19” che dovrebbe rappresentare la quadratura del cerchio, con l’accordo raggiunto per far andare avanti la maggioranza su pochi ma qualificati punti programmatici. Solo che le ore passano, e nulla si muove. L’annuncio non arriva. Dovrebbe esserci una conferenza stampa (pare) ma non si sa quando.

Intorno alle 12, scoppia la bomba.

Si sparge in città la voce che nella maggioranza non tutti hanno firmato il documento. Soprattutto, non lo ha firmato Alberto Floridi, esponente de L’AltrAnagni, consigliere comunale di una lista che esprime, in giunta, l’assessore Alessandra Cecilia. I dipendenti del comune giurano che le pareti del Palazzo hanno vibrato per i toni esagitati delle continue riunioni che si sono succedute. Sembra che Floridi non abbia gradito un passaggio del documento, e che non voglia firmarlo così com’è.

Una situazione che creerebbe qualche problema, visto che a non voler firmare il documento sono anche il neo consigliere di maggioranza Antonio Necci e Giuseppe De Luca. Una situazione che porta Bassetta sull’orlo della rottura, con l’annuncio della volontà di confermare le dimissioni.

 

IL CONCLAVE

È a questo punto che la maggioranza entra in un conclave permanente. I consiglieri e gli assessori presenti in comune escono dal palazzo per andare a pranzo al Gallo, nel tentativo di arrivare ad una soluzione davanti ad un piatto di timballo alla Bonifacio. Poi, assieme ad Enzo Ciprani e Francesco Sordo, rientrano a palazzo per uscirne solo nel tardo pomeriggio.

Gli esponenti del maggioranza, consiglieri ed assessori, vengono precettati; quelli che sono fuori per lavoro vengono richiamati e sollecitati per tornare in fretta. Fuori dal palazzo non sono in pochi quelli che stanno aspettando di avere notizie. Le voci si moltiplicano.

Sembra che Bassetta abbia chiesto garanzie di ricandidatura come condizione per ritirare le dimissioni, ma non ci sono conferme.

Il consigliere Fenicchia della minoranza passa davanti al Comune per sapere come va. Bellini di Noi con Salvini è pronto a stappare spumante in Piazza Cavour. Sandra Tagliaboschi passeggia nervosamente. Simone Pace si fa vedere sotto il portico per pochi secondi. Francesco Sordo ha perso qualche chilo a forza di camminare in centro (con il telefono perennemente incollato all’orecchio).

HABEMUS BASSETTAM

Verso le 18, la svolta: sia pure a malincuore, Alberto Floridi annuncia la propria firma sul documento. E la stessa cosa fa anche Antonio Necci. L’unico che rimane fuori è Giuseppe De Luca, a questo punto pronto a tornare in minoranza.

Poco dopo le 19, la nota ufficiale. Il sindaco ha ritirato le dimissioni. Sono stati “superati i disagi politici emersi negli ultimi mesi di vita amministrativa e recuperate le necessarie condizioni di serenità e condivisione, per proseguire con rinnovata coesione e con nuovo impulso nell’azione di governo di questa città”.

Visto che siano ad Anagni, si può ben dire “habemus (ancora un) papam”.

Resta da vedere per quanto.

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