L’ombra di Credit On sulla coscienza della nuova maggioranza (di F. Ducato)

La vicenda Credit On rappresentò l'inizio della fine per la maggioranza di Fausto Bassetta. La sentenza che ha archiviato tutto restituisce all'ex sindaco l'esatta dimensione della sua competenza (a farlo cadere fu altro). Ma getta un'ombra sui suoi successori

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Ci sono due questioni che nell’ultima settimana hanno monopolizzato il dibattito politico ad Anagni. Questioni apparentemente scollegate. Ma che, a ben guardare, offrono un quadro diverso da quello offerto fino ad ora della solidità della maggioranza di centro destra.

La prima è quella dell’archiviazione del caso Credit on; per chi non lo ricordasse, la ditta a cui, in epoca Fausto Bassetta, era stato affidato il servizio di riscossione dei tributi comunali. Un incarico aspramente criticato, soprattutto perché affidato in modo diretto, senza gara d’appalto. Facendo intravvedere spettri di irregolarità culminati in esposti, anonimi e non. Un panorama oscuro che, almeno stando alla decisione della Procura della Repubblica, si è dissolto con la richiesta d’archiviazione.

Dunque, sempre stando alla Procura, per la Credit on non ci fu reato, non ci fu illecito.

Tutto bene?

 

Fino ad un certo punto. Perché la vicenda della Credit on rappresentò, a suo tempo, l’inizio della fine di una maggioranza, quella di centrosinistra di Bassetta. La prima crepa di una coalizione che avrebbe imboccato di lì a poco, un irreversibile piano inclinato in discesa.

Vero è che la maggioranza era stata già squassata dalle dimissioni date e poi revocate al tempo del famoso “mercato delle vacche”. (leggi qui Un Pd sempre più Sordo per il sindaco). E che un altro scossone, quello definitivo, lo avrebbe ricevuto sul caso del bilancio consolidato (che avrebbe portato all’uscita di Tagliaboschi dalla giunta, e del Pd dalla maggioranza). (leggi qui The End il Pd decide di staccare la spina al sindaco Bassetta)

Resta il fatto che quello della Credit on fu, politicamente, l’inizio della fine per Bassetta e compagni. E le carte dicono, ora, che fu un inizio basato su una questione dimostratasi, stando alle carte, inconsistente.

Questo, in qualche modo, rende giustizia alla storia del colonnello. Che ebbe tanti demeriti (soprattutto quello di non saper gestire politicamente le anime della sua coalizione), ma non quello di rimestare nel torbido su questioni amministrative.

E lascia quantomeno qualche interrogativo su una minoranza che proprio su quell’esposto, e su un attacco molto pesante, fondò l’inizio della risalita a palazzo (tanto che tra i firmatari c’era anche l’attuale sindaco).

All’epoca, sulla produzione dell’esposto, si sprecarono le accuse di strumentalizzazione politica. Che, alla luce di quanto è accaduto, non erano forse del tutto infondate.

L’altra questione è quella della richiesta di passo indietro fatta al presidente del consiglio comunale Giuseppe De Luca sul caso di un contenzioso tra il comune ed un condominio. Contenzioso conclusosi con un assegno di circa 30.000 euro per il condominio. (leggi qui Se gli attacchi a De Luca sono fuoco amico). Il cui legale era proprio l’avvocato De Luca.

La questione ha provocato polemiche al calor bianco, con annesse, come detto, richieste di passo indietro. Soprattutto, va detto, sul piano dell’opportunità.

La cosa che lascia perplessi però, in questo caso, al di là della questione in sé, è il fatto che nessuno della maggioranza abbia sentito il dovere di difendere De Luca, che prima di essere presidente era stato eletto come consigliere tra i banchi della maggioranza di Natalia.

Mentre l’opposizione, in molti altri casi del tutto sparpagliata, sulla vicenda ha trovato una forma di unione, non si sa quanto solida, la maggioranza sul tema non ha fiatato. Al di là di un comunicato del sindaco, giunto circa 3 giorni dopo che il caso è scoppiato, nessuna reazione per difendere De Luca da parte di nessun membro della maggioranza.

Non è azzardato dire che De Luca, in questa circostanza, è stato lasciato da solo. Nessuno ha sentito l’urgenza di ricompattarsi sul suo nome.

La domanda è semplice. Perché?

 

Post Scriptum – Giovedì scorso l’assessore Simone Pace è tornato a partecipare ad una riunione di giunta, proprio nelle ore in cui il Conte del Piglio ne rilevava le continue assenze. Leggi qui Molti lavori ma poco pubblici: l’assessore sta poco in Giunta). Ad animarlo, oltre ad un sincero palpito verso la cosa pubblica, è stato il desiderio di informarne questo giornale. Che ben volentieri ne dà atto: l’assessore prodigo è tornato. Chissà fino a quando.