E Bassetta li frega tutti, ancora una volta (di F.Ducato)

La crisi al Comune di Anagni: Fausto Bassetta li frega tutti. Incontra la sua maggioranza ed annuncia che propone «l’azzeramento tecnico della giunta, con ridistribuzione delle deleghe». Come le convergenze parallele di Aldo Moro

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

La cosa più vicina alla realtà sembra l’abbia detta, con la grazia indubbia, uno degli esponenti politici della maggioranza intervenuti alla riunione: «questo ci sta fregando tutti». Per amore di verità, pare che il termine usato sia stato lievemente più crudo, ma il concetto grosso modo è quello.

 

Benvenuti nella Democrazia Cristiana anno 2017, in salsa anagnina. Non c’è altro modo che questo, per spiegare quanto è accaduto questa sera al Comune, nel corso della riunione che era stata programmata per risolvere, finalmente, la crisi avviata dalla richiesta del gruppo Progetto Anagni di azzerare giunta e commissioni, e di ridistribuire le deleghe di giunta e dei consiglieri.

Una riunione programmata alle 20, ma che è iniziata praticamente un’ora dopo, ed è durata circa 20 minuti. Aperta da una dichiarazione programmatica del sindaco. Che ha chiarito a tutti cosa intendeva fare con queste parole: «la mia proposta è l’azzeramento tecnico della giunta, con ridistribuzione delle deleghe. In questa ridistribuzione non me ne vogliate, ma io terrò conto del peso dei singoli gruppi e dei percorsi fatti dagli stessi gruppi».

Una dichiarazione che, stando a chi c’era, ha provocato il gelo in sala, con tutti i presenti a chiedersi cosa mai il sindaco volesse dire. A questo punto, tutti si aspettavano la reazione di Progetto Anagni. Che è stata se possibile, ancora più democristiana: «prendiamo atto di quanto hai detto – avrebbe messo a verbale Enzo Ciprani e ci riserviamo di riferire il tutto al nostro gruppo. Ci aggiorniamo per la prossima settimana”.

Il resto del tempo, pochi minuti, è stato caratterizzato da un florilegio di dichiarazioni con le quali gli altri rappresentanti dei gruppi presenti non hanno detto praticamente nulla, al di là delle solite generiche riflessioni sulla necessità di fare il bene della città e di impegnarsi per realizzare le cose.

Assordante, tra gli altri, il silenzio di esponenti fino a poco prima descritti come molto polemici nei confronti del sindaco ( vedi il consigliere Paolo Lanzi di Progetto Anagni, oppure Alberto Floridi di L’AltrAnagni), ma che al dunque non hanno di fatto detto assolutamente nulla. Come pure molto tenue anche il contribuito alla discussione del Pd, presente con il segretario Francesco Sordo.

 

Ora, al di là del fatto che l’ ”azzeramento tecnico della giunta”, somiglia molto, come espressione densa dal punto divista sonoro, ma poco fattiva su quello pratico, alle “convergenze parallele” di Aldo Moro ( o, per giocare più sui toni della commedia, alla supercazzola prematurata di Amici miei), la questione sul tavolo; come finirà questa crisi, visto che neanche questa sera si è detto qualcosa di concreto, e che tutto è stato rimandato di qualche giorno?

 

A questo punto, appare sempre più evidente il fatto che Progetto Anagni tutta questa voglia di rompere non ce l’ha. Altrimenti una replica così soft non ci sarebbe stata alle profferte del sindaco. Forse perché, come ha fatto capire qualcuno, in giunta è emersa la volontà concreta di non spaccare da parte di Simone Pace, e dunque chi di dovere ha fatto un passo indietro.

Anche L’AltrAnagni ( che fino a qualche giorno fa minacciava uscite scenografiche) ha incassato in silenzio le parole del sindaco: cosa che farebbe pensare, anche in quel caso, ad una prudente marcia indietro.

Detto del silenzio-assenso del Pd, non rimane che attendere le mosse del gruppo di Progetto Anagni. Se entro poche ore ci sarà una reazione concreta bene. Altrimenti, vuol dire davvero che la montagna ha partorito il topolino, e che tutta la storia della crisi è stata solo un gioco di società stimolante ma poco produttivo.

 

Un gioco nel quale, va detto, rischia di vincere, come diceva quel tale all’inizio, solo il sindaco. Che sembrava essersi messo in una situazione senza via d’uscita, e che ora invece potrebbe aver trovato una inaspettata via per prolungare il suo mandato.

Usando una tecnica che illustra da par suo il Padre Provinciale dei Promessi Sposi del Manzoni: “sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire”.

Chapeau, caro Sindaco.

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