Quel piccolo dettaglio in una foto sfuggito a tutti (di F.Ducato)

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

C’è un dettaglio che è passato in sordina nella crisi che ad Anagni sta tenendo tutti con il fiato sospeso da quasi una settimana (anche se, a ben vedere, le avvisaglie c’erano tutte, bastava volerle leggere).

Un dettaglio che sta tutto nella foto, diffusa qualche giorno fa sui social, di un incontro informale, a margine della Notte bianca dello sport tenutasi in città una decina di giorni fa.

Nella foto si vedono, seduti ad un tavolo di un bar di Piazza Cavour, il sindaco della città Fausto Bassetta ed il consigliere de La Rete dei cittadini Simone Ambrosetti.

Il sindaco che fa consultare ad Ambrosetti una copia di quel documento “Anagni 17-24” che ha redatto per proporlo alle forze politiche di maggioranza come base per un rilancio dell’azione di governo anche oltre il 2019. Avendo quindi come sfondo, una seconda consiliatura.

Su quella foto in molti hanno ironizzato, l’hanno sminuita, derubricandola a semplice incontro (….), oppure l’hanno caricata di significato politico, vedendoci in anteprima le trattative per un soccorso alla maggioranza indebolita, in vista di una possibile frattura con il gruppo Progetto Anagni.

In attesa dell’esito di questa crisi, previsto per stasera (a meno che il sindaco non voglia prendersi ancora un fine settimana di riflessione), forse vale la pena di riflettere su un punto.

Perché il sindaco, all’interno di una crisi di maggioranza, chiama a discuterne un consigliere di minoranza, senza aprire un confronto con le altre forze politiche della sua coalizione? E perché, addirittura, gli fa leggere un documento che, a quanto pare, dovrebbe essere riservato alle forze della maggioranza?

Perché se è vero che non è vietato ( e ci mancherebbe) parlare con i consiglieri comunali, è vero che una discussione politica, se coincide con la lettura di documenti ufficiali, dovrebbe essere gestita nelle sedi opportune, con tanto di convocazione ufficiale.

E magari all’incontro dovrebbero prendere parte, o almeno esserne avvertiti, anche gli esponenti della maggioranza. Invece, a quanto pare, Bassetta ha agito da solo. Un modo di comportarsi, va ripetuto, non illegale, ma quantomeno poco frequente.

Che può essere giudicato almeno in due modi:

1- Bassetta intende proporre, come del resto ha già fatto in altre circostanze, il suo essere “altro” rispetto alla classe politica che lo accompagna e che lo esprime. Una alterità che si esprime anche attraverso gesti concreti. Un atteggiamento che il sindaco del resto ha sempre auto, avendo sempre badato a proporsi come uomo oltre i partiti, capo di una coalizione, ma fuori dalle logiche di appartenenza. Proprio per questo

2- Bassetta non vuole passare, fino a quando è possibile, per i canali rituali delle consultazioni per non essere intrappolato da forze che, forse, non lo convincono fino in fondo.
Insomma, l’impressione è che Bassetta voglia fare il furbo, provando a gestire la crisi in modo personale.

Nulla di male

Ma, come ebbe a dire Craxi di Andreotti “le volpi finiscono in pellicceria”.