Prove tecniche di coalizione. E spunta Franco Fiorito (di F. Ducato)

Ad Anagni va in scena la prima uscita ufficiale del centrodestra cittadino unito in vista delle comunali. Chi c'era e chi mancava. Applausi all'ingresso di Franco Fiorito in sala.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

In fondo la cosa più vera l’ha detta Fabio Forte. L’uomo di Salvini in provincia di Frosinone, di fronte alla platea dei simpatizzanti riuniti in un albergo di fronte al casello di Anagni, ha ricordato che «noi del centrodestra siamo una grande famiglia».

 

Parlava ieri sera al convegno “Centrodestra unito per governare”, che si è tenuto alla presenza, tra gli altri, di Massimo Ruspandini, di Nadia Cardinali, di Giuseppe Incocciati e di Roberto Toti. Un appuntamento pensato per le elezioni politiche. Ma quello che ha detto Forte può essere tranquillamente applicato ad Anagni. Perché quella che è andata in scena ieri è stata, a ben guardare, la prima uscita ufficiale del centrodestra cittadino unito in vista delle comunali.

 

A partire dal moderatore della serata. Ovvero l’avvocato e consigliere d’opposizione Daniele Natalia: a questo punto è chiaro che o sarà tra i ‘padri nobili’ della prossima candidatura a sindaco o sarà direttamente lui il candidato per i conservatori anagnini.

 

E poi, le forze in sala. Ad ascoltare i relatori c’erano tutti quelli che si troveranno dalla stessa parte. C’era Riccardo Ambrosetti di Fratelli d’Italia ( che nel 2014 aveva deciso di correre da solo, e che non farà lo stesso sbaglio); c’era Giuseppe De Luca, che sembra essere tornato all’ovile dopo la parentesi di Anagni Democratica. C’era Guglielmo Vecchi di Idea Anagni, appena qualche settimana dopo il lancio di un movimento che voleva andare oltre gli schieramenti e porsi al di là della contrapposizione bipartitica cittadina. C’era Carlo Marino, che dopo essersi dissociato dall’Idv ha evidentemente scelto di fare ad Anagni la stessa operazione fatta a Frosinone con Ottaviani. C’era Mimmo Beccidelli, in prima fila, ad ascoltare quello che potrebbe essere il suo nuovo punto di riferimento. E c’era, salutato da un fragoroso applauso quando è arrivato in sala, Franco Fiorito, il padre di tutto il centrodestra locale, venuto a benedire l’operazione.

 

Ora, intendiamoci. Il centrodestra ha tutte le ragioni per invocare, con piena legittimità, l’unità in vista dell’appuntamento elettorale. Ma la sensazione che è passata ieri è che si stia per compiere una operazione speculare a quella che aveva portato al successo Bassetta nel 2014. Allora, sorretti e coperti dal marchio dell’uomo della legalità, si erano messi assieme soggetti obbiettivamente molto distanti. Che poi, come si è visto, non hanno retto alla prova del governo cittadino.

 

Adesso a mettersi assieme sarebbero Partiti che hanno, al di là di tutto, poco da spartire. Perché è difficile vedere insieme, anche ad Anagni, Forza Italia e Noi con Salvini. Come è stato difficile far coesistere assieme Pd e Progetto Anagni. Il rischio è che queste forze siano unite solo dalla voglia di vincere. Senza poi saper governare assieme. Esattamente la critica che, a suo tempo, venne fatta a Bassetta.

 

Del centrosinistra si disse che avevano imbarcato di tutto per vincere. Una lezione che il centrodestra sta, evidentemente, mettendo a frutto.

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