Il via vai degli assessori nei Gruppi di maggioranza (di F. Ducato)

L'assessora senza più gruppo consiliare deve essere accasata. Il presidente, secondo le voci "per rispettare un patto" avrebbe preso il depliant del Pd. E tanti altri spostamenti in corso ad Anagni.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Un assessore ballerino. Che salta da un partito all’altro, nel tentativo di dare al proprio ruolo quella stabilità che viene, di solito, dal sostegno di una lista vera e propria.

Altrimenti, anche se hai ricevuto l’appoggio del sindaco, essere solo un “tecnico” diventa difficile. Tanto più in una maggioranza in cui i cambi di casacca sembrano non ancora terminati. Come pure i mal di pancia.

Dura la vita di Alessandra Cecilia al comune di Anagni. L’assessora, incassato il sostegno del sindaco Fausto BassettaPer me rimane. Punto») dopo la fine della diatriba con L’AltrAnagni, si trova però a dover decidere comunque cosa fare da grande. Come collocarsi. Con chi andare.

Le indiscrezioni trapelate ieri nei corridoi del palazzo comunale vanno verso due direzioni opposte. Ma tutte e due, in effetti, proponibili.

La prima vedrebbe la Cecilia vicina ad entrare nel Pd, ed a diventare dunque organica dell’unica lista politica vera e propria della maggioranza. Un ingresso che (nonostante gli screzi del periodo in cui Cecilia militava ne L’AltrAnagni) farebbe da pendant con l’arrivo, sempre nel Pd, nientepopodimeno che del presidente del consiglio comunale Simone Ambrosetti. A proposito del quale sembra esista un patto segreto che, a suo tempo, aveva posto proprio questa condizione per la sua ascesa a presidente del consiglio comunale (a sua insaputa ovviamente).

Ma i movimenti non sarebbero ancora terminati. Perché in prossimità di un ingresso nel Partito Democratico ci sarebbe anche Cesare Giacomi. Che figura ancora come esponente di Anagni Democratica. Ma che è da sempre vicino a Nazzareno Pilozzi. E, dunque, molto papabile per un cambio di casacca.

Ecco perché per la Cecilia l’altra opzione potrebbe essere quella di un passaggio a Progetto Anagni. Una decisione che, nel caso gli altri movimenti si concretizzassero, servirebbe a riequilibrare una coalizione a quel punto davvero troppo filo-Pd.